venerdì 20 giugno 2008

La Direttiva della Vergogna



Immigrati: la direttiva della vergogna. Previsti 18 mesi di galera per innocenti senza documenti

di Giulietto Chiesa

Fonte: Megachip

Bruxelles, 18 Giugno 2008

Un Parlamento Europeo in grande maggioranza prono di fronte ai governi ha approvato la "direttiva della vergogna", altrimenti soprannominata "Ritorno". Uno scempio giuridico che prevede, tra l'altro, di infliggere fino a 18 mesi di carcere a uno straniero trovato senza documenti validi sul territorio di uno stato europeo. Che prevede l'incarcerazione per i minori. Che impone tempi inaccettabili di rimpatrio coatto. Che fa ricadere sull'immigrato perfino le inadempienze del paese d'origine da cui il "reprobo" ha cercato di fuggire, perchè senza lavoro, o senza cibo, o senza sostentamento.

Mentre in Inghilterra si discute se concedere o meno un prolungamento dell'arresto oltre i 42 giorni per un sospetto di terrorismo, in Europa si decide che una persona senza documenti ma innocente, possa essere messa in galera, fino a un anno e mezzo.

Queste norme, che tutti i governi europei, all'unanimità, hanno imposto (e che il Parlamento avrebbe avuto il potere di respingere, cosa che non ha fatto), sono in aperto contrasto con i diritti umani che l'Europa afferma di voler difendere e tutelare. Non a caso Jacques Delors invitava nei giorni scorsi i deputati europei a respingerle.

Questa Europa semina vento, e raccoglierà tempesta. Questa Europa non ha capito la lezione del referendum irlandese. Questa Europa corre dietro le chimere della destra, che promette una sicurezza che, con questi metodi, non potrà garantire a nessuno e, anzi, metterà a repentaglio.

Ciliegina sulla torta: molti deputati del Partito Democratico , sia nel gruppo socialista, sia nel gruppo che ancora, dopo questa vergogna, non ha smesso di chiamarsi liberal-democratico, si sono astenuti anche dopo avere verificato che nessuno degli emendamenti correttivi era stato approvato dall'Assemblea. La direttiva della vergogna è anche la direttiva della loro vergogna.


Immigrazione: il Parlamento Europeo approva la "Direttiva della Vergogna"

di Vera Cavallin

Ieri mattina a Strasburgo il Parlamento Europeo ha approvato con 369 sì, 197 no e 106 astenuti la direttiva sui rimpatri, senza apportare modifiche al testo di compromesso. Non e'stato approvato nessuno degli emendamenti presentati da Socialisti, Verdi e Sinistra Nordica che volevano evitare di rendere definitivo in prima lettura questo testo. Da oggi quindi inizia una nuova fase della politica d'immigrazione targata EU che detterà le linee guida degli Stati Membri per quanto concerne l'immigrazione clandestina. In poche parole, la Direttiva serve a creare una rete di norme comuni a tutti i Paesi membri al fine di armonizzare a livello europeo le misure da prendersi nei confronti dell'immigrato clandestino, in relazione alla sua detenzione/espulsione.

Nata per regolarizzare i sistemi di espulsioni in Europa gestendo la detenzione dei " sans-papiers" nei CPT e la loro successiva espulsione verso i Paesi d'origine, la Direttiva rimpatri entrerà in vigore a breve. Basterà il via libera formale dei Ministri degli Interni e Giustizia per darle ufficialmente valenza legale ed effetto diretto nelle legislazioni nazionali.

In questo contesto è da ricordare che per la prima volta il Parlamento ha giocato la carta della co-decisione con il Consiglio UE in materia di immigrazione illegale, finora di competenza intergovernativa. É anche da ricordare che il Parlamento Europeo oggi ha votato a favore di un documento che rema contro quello che dovrebbe essere lo spirito comune di un' Europa moderna e aperta, portatrice di valori di democrazia e solidarietà, umana nel gestire situazioni di estrema difficoltà e disagio.

Quali sono i punti più dibattuti della Direttiva?

Essa prevede che l'immigrato clandestino possa optare, in un lasso di tempo non superiore ai 30 giorni, per un ritorno volontario al proprio Paese di origine oppure verso un Paese di transito con il quale vi siano accordi bilaterali di riammissione. Nel momento in cui l'immigrato decide di non abbandonare il Paese d'arrivo scatta la detenzione che, proprio grazie a questo nuovo documento, potrebbe essere prolungata fino a 18 mesi. Detenzione nei CPT che, per chi li conosce, non sono poi così diversi da prigioni un po' infiocchettate. É previsto quindi che l'immigrato clandestino venga trattato alla stregua di un criminale e che venga rinchiuso per un anno e mezzo.

Altro punto da considerare e' la detenzione di minori.

Viene garantito l'accesso all'istruzione a chi non ha ancora raggiunto la maggiore eta', ma le regole di espulsione sono le stesse, per quanto nel documento si legga che si tiene in considerazione "l'interesse superiore del bambino". I minori non accompagnati possono essere quindi espulsi verso Paesi dove non hanno né tutori né famigliari, a condizione che vi siano delle strutture d'accoglienza adeguate, si legge.

Altro punto controverso e' l'assistenza giuridica per gli immigrati illegali. Non viene infatti garantito alcun sostegno legale gratuito ma ci si appella alla legislazione nazionale di ciascun Stato Membro.

Infine, una volta espulso, l'immigrato non può più tornare nel Paese dal quale é stato cacciato per una durata di 5 anni.

Gli europarlamentari del PD a Strasburgo hanno sostenuto la Direttiva, enfatizzandone l'utilità per i Paesi che ancora non hanno una legislazione chiara inerente l'immigrazione clandestina, soprattutto per quanto riguarda i tempi di detenzione.

Certo é che un testo di questo tipo mina i diritti dell'uomo in materia di libertà personale e di diritto alla famiglia ed alla vita privata (si pensi all'impossibilità dei ricongiungimenti familiari in caso di divieto di ritorno). Rischia di pregiudicare la concessione d'asilo per persone espulse che, in altri momenti, potrebbero trovarsi nelle condizioni di invocarlo.

Manca completamente di tutela concreta per l'infanzia, venendo meno il precetto base per la difesa del bambino: l'interesse del minore deve essere tenuto in primaria considerazione in ogni circostanza, art. 3 della Convenzione sui diritti dell'infanzia.

La grande pecca del Parlamento europeo è stata quella di non aver aspettato, di aver approvato una Direttiva di questo tipo in prima lettura, quando invece si sarebbe potuto temporeggiare per limarla e renderla almeno accettabile.

V'era il tempo necessario ad una seconda lettura e ad una revisione delle parti più critiche.

Invece é stato fatto il gioco del Consiglio, quindi degli Stati Membri, rafforzando ancor di più la sensazione che l'Europa si stia chiudendo sempre più a fortezza, incapace di gestire un problema tanto complesso quanto umano.

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