martedì 29 aprile 2008

Elezioni universitarie 2008: Officina si candida



Il 14 maggio 2008 si terranno le elezioni per il rinnovo del Consiglio degli studenti e della componente studentesca dei Consigli di Facoltà.
OFFICINA presenta cinque candidati.

Se avete apprezzato le nostre iniziative, vi chiediamo di sostenerci anche in queste elezioni. Ciò che vogliamo promuovere all'interno dei consessi accademici è l'istanza di partecipazione che da sempre portiamo avanti: vogliamo essere attivi nella e protagonisti della vita universitaria; vogliamo che l'amministrazione dell'Ateneo sia trasparente nei confronti degli studenti e che essi conoscano ciò che accade all'interno degli organi decisionali.

All'interno del nostro blog (sopra i links) potete trovare il programma e i nomi dei candidati, oltre a qualche proposta e alla spiegazione del ruolo dei consigli.
Maggiori informazioni sulle elezioni potete trovarle nella pagina web dell'Ufficio organi collegiali.

Per qualsiasi informazione potete scrivere a officina_unife@libero.it

Grazie e a presto

Armiamoci e partite!

29/04/2008 16:36:45
BOSSI, I FUCILI SONO SEMPRE CALDI

Il senatur è pronto allo scontro

lunedì 28 aprile 2008

LA MARCIA SU ROMA


Alemanno, saluti romani alla festa in Campidoglio

tratto da kataweb.it

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Roma, 28 apr. (Adnkronos/Ign)
Roma si spacca: Alemanno sindaco e Zingaretti alla provincia

Il neo eletto primo cittadino vince con il 53,6%. Rutelli ottiene il 46,3%. Il centrodestra ottiene la presidenza di tre province su cinque: Asti, Foggia e Catanzaro. Al PD, i comuni di Pisa, Sondrio, Udine e Vicenza. La Sinistra Arcobaleno vince a Massa Carrara.

venerdì 25 aprile 2008

Il 25 aprile e la nostra costituzione

[…] Le generazioni di quel tempo si trovarono immerse in una tragedia senza paragone, che decideva del destino dell'uomo e imponeva scelte assolute, o da una parte o dall'altra. Ma non è una storia remota, anche se così appare, noi ne viviamo le conseguenze e l'incerta eredità.
Non so se quelle generazioni sono invidiabili o se sia preferibile un'epoca che non ha bisogno di eroi o di idealità ma solo di tecnologie. Forse è meglio credere che Auschwitz sia solo un luogo geografico e dimenticare il senso di quella guerra visto che un suo grande vincitore (il comunismo internazionale) è sinonimo del male e l'altro (le democrazie capitalistiche) governa un pianeta e un'umanità sofferenti.
Chi avrà vent'anni nel 2000 è probabilmente più fortunato di chi li aveva nel 1940. Ma non conosce il proprio futuro e gli sarà più difficile scegliere e determinarlo. E questa non è una fortuna. […]

Luigi Pintor


Il 25 aprile e la nostra costituzione

Piero Calamandrei
Discorso agli studenti milanesi, 1955

La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove: perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile; bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità.

Per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza alla politica. È un po’ una malattia dei giovani l’indifferentismo. «La politica è una brutta cosa. Che me n’importa della politica?». Quando sento fare questo discorso, mi viene sempre in mente quella vecchia storiellina che qualcheduno di voi conoscerà: di quei due emigranti, due contadini che traversano l’oceano su un piroscafo traballante. Uno di questi contadini dormiva nella stiva e l’altro stava sul ponte e si accorgeva che c’era una gran burrasca con delle onde altissime, che il piroscafo oscillava. E allora questo contadino impaurito domanda ad un marinaio: «Ma siamo in pericolo?» E questo dice: «Se continua questo mare tra mezz’ora il bastimento affonda». Allora lui corre nella stiva a svegliare il compagno. Dice: «Beppe, Beppe, Beppe, se continua questo mare il bastimento affonda». Quello dice: «Che me ne importa? Unn’è mica mio!». Questo è l’indifferentismo alla politica.

È così bello, è così comodo! è vero? è così comodo! La libertà c’è, si vive in regime di libertà. C’è altre cose da fare che interessarsi alla politica! Eh, lo so anche io, ci sono... Il mondo è così bello vero? Ci sono tante belle cose da vedere, da godere, oltre che occuparsi della politica! E la politica non è una piacevole cosa. Però la libertà è come l’aria. Ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni e che io auguro a voi giovani di non sentire mai. E vi auguro di non trovarvi mai a sentire questo senso di angoscia, in quanto vi auguro di riuscire a creare voi le condizioni perchè questo senso di angoscia non lo dobbiate provare mai, ricordandovi ogni giorno che sulla libertà bisogna vigilare, vigilare dando il proprio contributo alla vita politica...

Quindi voi giovani alla Costituzione dovete dare il vostro spirito, la vostra gioventù, farla vivere, sentirla come vostra; metterci dentro il vostro senso civico, la coscienza civica; rendersi conto (questa è una delle gioie della vita), rendersi conto che nessuno di noi nel mondo non è solo, non è solo che siamo in più, che siamo parte, parte di un tutto, un tutto nei limiti dell’Italia e del mondo. Ora io ho poco altro da dirvi. In questa Costituzione c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre gioie. Sono tutti sfociati qui in questi articoli; e, a sepere intendere, dietro questi articoli ci si sentono delle voci lontane... E quando io leggo nell’art. 2: «l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica, sociale»; o quando leggo nell’art. 11: «L’Italia ripudia le guerre come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli», la patria italiana in mezzo alle altre patrie... ma questo è Mazzini! questa è la voce di Mazzini! O quando io leggo nell’art. 8:«Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge», ma questo è Cavour! O quando io leggo nell’art. 5: «La Repubbllica una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali», ma questo è Cattaneo! O quando nell’art. 52 io leggo a proposito delle forze armate: «l’ordinamento delle forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica», esercito di popoli, ma questo è Garibaldi! E quando leggo nell’art. 27: «Non è ammessa la pena di morte», ma questo è Beccaria! Grandi voci lontane, grandi nomi lontani...

Ma ci sono anche umili nomi, voci recenti! Quanto sangue, quanto dolore per arrivare a questa costituzione! Dietro ogni articolo di questa Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, cha hanno dato la vita perché libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa cartra. Quindi, quando vi ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, è un testamento, è un testamento di centomila morti.

Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove fuorno impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col pensiero, perché li è nata la nostra Costituzione.

giovedì 24 aprile 2008

DALL'ALTRO LATO DEL RACCORDO...

C'E' SEMPRE UN PERO' 2 ...

CAMPIDOGLIO: STORACE, SOSTENIAMO ALEMANNO CONTRO SINISTRA

(AGI) - Roma, 23 apr. - Francesco Storace ha sciolto la riserva: al ballottaggio di domenica e lunedi' prossimi per il comune di Roma, La Destra sosterra' il candidato del Pdl Gianni Alemanno. Nel corso di una conferenza stampa, Storace ha sottolineato che ci sono "tutte le possibilita' di strappare Roma alla sinistra", anche se "potevamo dire ai nostri elettori di 'andate al mare'", soprattutto "dopo il trattamento che ci hanno riservato". Insomma, Storace e' pronto a fare un "appello per andare a votare contro la sinistra". "Le opzioni erano tre - ha spiegato il segretario de La Destra - sostenere il candidato alternativo alla sinistra, sostenere il candidato di centrosinistra e invitare all'astensione. La seconda e la terza opzione sarebbero state lette come un dispetto" che Roma "non merita". Per questo "abbiamo scelto di votare contro la sinistra".

e allora non resta che cantare...

DICHIARAZIONE NETTA 2 !!!


ROMA: STORACE, ALEMANNO CANDIDATO SIGNIFICA RUTELLI SINDACO

Roma, 1 mar. (Adnkronos) - ''Alemanno ha il problema di Rutelli per 45 giorni. Con la candidatura di Alemanno, il problema Rutelli i romani lo avranno per cinque anni''. E' quanto dichiara Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra e candidato sindaco al Campidoglio.

martedì 22 aprile 2008

Canale Zero. Appello per una informazione libera

Fonte: Megachip - 05/03/2008

Cari amici e amiche, compagne e compagni di un'Italia che non si arrende. Lo sfacelo della situazione e della classe politica e una vera e propria emergenza democratica impongono di rompere indugi e timidezze, divisioni e recriminazioni.

Dobbiamo, in primo luogo, difenderci. E possiamo contr'attaccare.
Per farlo è ormai indispensabile dotarci di strumenti di comunicazione di massa che realizzino un'informazione democratica e che ingaggino una battaglia per la difesa della democrazia e del Bene Comune.

Noi riteniamo che milioni di persone, in Italia, aspettino questa proposta e siano pronti a sostenerla.
Ma farla richiede un impegno finanziario non indifferente. Non vi sono partiti, sindacati, imprenditori disposti a finanziarla. Se vi fossero vorrebbero controllarla. Cioè non servirebbe allo scopo. Quindi dobbiamo fare per conto nostro. Ciascuno di noi, di voi, diventi editore e protagonista.

E' tra voi, tra i cittadini, che dobbiamo raccogliere la somma necessaria per avviare l'esperimento. Che è grande, immenso, ma che dobbiamo fare con gli spiccioli. Un Davide contro i sette Golia. Ma non occorre avere decine di miliardi di euro per fare una informazione decente e libera. Anzi, i miliardi di euro sono proprio quelli che la imbavagliano e la impediscono.

Noi riteniamo che lo si possa fare anche con una cifra modesta di partenza. Per farlo occorre una struttura organizzativa essenziale. Anche questa costa. Per avviare questa macchina di raccolta è indispensabile sapere in anticipo quanti siamo, quante persone e gruppi sono disponibili.

Non chiediamo, per ora, denaro.

Chiediamo, a tutti coloro che sono disposti a versare almeno 100 euro a fondo perduto, di comunicarci il loro impegno, con una semplice e-mail, accompagnata dai dati essenziali: nome e cognome, e-mail, luogo di residenza ed eventuale recapito telefonico.
Per aderire: organizzazionemegachip@gmail.com

I dati raccolti resteranno riservati. Verranno resi noti, nel corso dei tre mesi necessari per questa "campagna di impegno", soltanto i totali, per aree geografiche, con cadenza settimanale.

Al termine dei tre mesi valuteremo se esistano le condizioni di partenza e, in caso affermativo, avvieremo la raccolta del denaro. E useremo questi mesi per definire tutti gli aspetti amministrativi, legali, organizzativi necessari.

Il sito di riferimento per la "campagna di impegno" sarà www.megachip.info che riporterà in maniera centralizzata le informazioni essenziali. Ma coinvolgeremo una serie di siti amici, di blog, di emittenti radiofoniche e mezzi di comunicazione che vorranno appoggiare e diffondere il messaggio della raccolta.

Le tappe:

Stiamo definendo una redazione giornalistica che lavorerà a tempo pieno, e i cui componenti avranno un contratto di collaborazione regolare per l'intera durata iniziale del progetto: 18 mesi .

La redazione avrà un direttore, nominato da questo collettivo e da un ampio gruppo di sostenitori, con analoga, elevata professionalità. E che non avrà altri vincoli che quelli di una corretta deontologia professionale e quelli dettati da un semplice documento d'intenti comprendente questi punti:

1) Difesa della Costituzione e della legalità democratica.
2) No a ogni guerra.
3) Difesa dei diritti sociali e civili dei cittadini.
4) Difesa dell'ambiente e del territorio.
5) Difesa della laicità dello stato.

Prevediamo di definire, in base a una ampia consultazione, un comitato di garanti, super partes, scelti tra le personalità democratiche che godono della fiducia generale per le loro qualità professionali, culturali, scientifiche, di azione sociale. Il loro compito sarà di verificare che queste impostazioni ideali siano rispettate. A tal proposito vi chiediamo sin d'ora di esprimere il nome di una persona che, secondo voi, possa assicurare l'applicazione dei principi di cui sopra.

L'indipendenza degli operatori sarà totalmente garantita. Ogni fase della costruzione del progetto sarà resa pubblica nel più totale rispetto della trasparenza, attraverso strumenti di verifica diretta dei suoi finanziatori. In primo luogo attraverso la Rete, ma anche con una articolazione di comitati e di assemblee nei territori.

Primi firmatari:

Giulietto Chiesa, don Aldo Benevelli, Anna Maria Bianchi, Caparezza, Sergio Cararo, Franco Cardini, Felice Casson, Paolo Ciofi, Giorgio Cremaschi, Tana de Zulueta, Arturo Di Corinto, Laura Di Lucia Coletti, Claudio Fracassi, Luciano Gallino, don Andrea Gallo, Silvia Garambois, Giuliano Giuliani, Udo Gumpel, Sabina Guzzanti, Serge Latouche, Empedocle Maffia, Lucio Manisco, Gianni Minà, Roberto Morrione, Diego Novelli, Moni Ovadia, Riccardo Petrella, Carlo Petrini, Lidia Ravera, Ennio Remondino, David Riondino, Roberto Savio, Antonio Tabucchi, Gianni Vattimo, Vauro, Elio Veltri, Dario Vergassola, Alex Zanotelli

lunedì 21 aprile 2008


Cineforum Officina aprile_ 2008

Il settimo sigillo
regia di Ingmar Bergman

Martedì 22 Aprile Ore 21.00,
Facoltà di Giurisprudenza, Aula 11


introduce_ prof. Arrigo Manfredini

INGRESSO GRATUITO


Link per visualizzare la locandina dell'incontro clicca qui.

giovedì 17 aprile 2008

C'E' SEMPRE UN PERO'...

CASINI, SOSTERREMO BERLUSCONI NEI PROVVEDIMENTO GIUSTI

Udc all'opposizione ma non chiude al dialogo

14/04/2008 23:23:27



e allora RICOMINCIAMO!!!

DICHIARAZIONE NETTA!!!



Roma, 14 apr. (Adnkronos) - "A Berlusconi auguro di fare bene, perche' l'Italia ha bisogno di un buon governo. Ma l'Udc non potra' votare la fiducia in Parlamento al governo Berlusconi: noi voteremo contro". Il leader del dell'Udc Pier Ferdinando Casini, giunto alla sede del partito, puntualizza subito quale sara' l'atteggiamento che terra' nei confronti degli ex alleati del centrodestra. "Opposizione, non scellerata ma costruttiva e seria. Nessuna possibilita' sul voto di fiducia -ribadisce- non e' proprio all'ordine del giorno".

LA SOLUZIONE DEL CONFLITTO



(ASCA) - Cologno Monzese, 16 apr - ''Dal nuovo governo non mi
aspetto niente, non detto l'agenda al nuovo governo''
. E' la
risposta di Fedele Confalonieri, presidente Mediaset, a chi
gli domandava nel corso della conferenza stampa che cosa si
aspettasse dal nuovo esecutivo. Confalonieri, incontrando i
giornalisti al termine dell'assemblea di Bilancio, ha
precisato di voler evitare tutte le vecchie polemiche a
proposito del ''partito azienda'': ''Ripetero' un proverbio:
una bel tacer non fu mai scritto'', ha detto.

martedì 15 aprile 2008

GIORNATE DI STUDIO SUI DIRITTI DEI MIGRANTI





CENTRO SERVIZI INTEGRATI PER L'IMMIGRAZIONE

GIORNATE DI STUDIO SUI DIRITTI DEI MIGRANTI
V ANNO


TAVOLA ROTONDA:

“DIRITTI POLITICA E CULTURA TRA LE DUE SPONDE DEL MEDITERRANEO”

INTERVENGONO:

PROF. GUSTAVO GOZZI
UNIVERSITA' DI BOLOGNA

PROF. RENZO GUOLO
UNIVERSITA' DI TORINO

AVV. DANIELE LUGLI
PRESIDENTE MOVIMENTO NON VIOLENTO

DR.SSA MANUELA PALTRINIERI
ASS.RA POLITICHE SOCIALI, PARI OPPORTUNITA'
PROVINCIA DI FERRARA

PROF. DANILO ZOLO
UNIVERSITA' DI FIRENZE

modera:
PROF. ALESSANDRO SOMMA
UNIVERSITÀ DI FERRARA


MERCOLEDÌ 16 APRILE ORE 15

AULA MAGNA - FACOLTA' DI GIURISPRUDENZA
CORSO ERCOLE I D'ESTE 37
FERRARA

lunedì 14 aprile 2008

INDIGESTIONE ELETTORALE



Sorrento, 13 apr. (Adnkronos) - Un imprenditore, elettore in un seggio in una scuola di Sorrento "per protesta contro il sistema politico" ha strappato una scheda e dopo averla fatta a pezzettini l'ha ingoiata. Il presidente ha avvertito un poliziotto in servizio nella scuola il quale poi a sua volta ha avvertito il commissariato di polizia di Sorrento. L'uomo, un imprenditore impegnato nella produzione di limoncello è stato denunciato per distruzione di scheda elettorale.

mercoledì 9 aprile 2008

La guerra si fa globale



di Danilo Zolo

Fonte: il Manifesto - 20/03/2008

La guerra di aggressione scatenata il 20 marzo 2003 contro l'Iraq dalle armate statunitensi e britanniche ha segnato il culmine di una deriva bellicista che ha preso avvio nell'ultimo decennio del secolo scorso, dopo la fine della guerra fredda. Si tratta di un fenomeno che ha investito il mondo intero e che è ben lontano dall'essersi esaurito, come ha provato la guerra contro il Libano dell'estate scorsa e come provano i preparativi di guerra contro l'Iran. Sia il fenomeno della guerra, sia gli apparati retorici della sua giustificazione sono rapidamente cambiati. E questo cambiamento può essere adeguatamente interpretato solo nel quadro dei processi di trasformazione economico-finanziaria, informatica e politica che vanno sotto il nome di «globalizzazione». In questi anni, in altre parole, si è sviluppato un processo di transizione alla «guerra globale», con al centro l'adozione da parte delle potenze occidentali della nozione di «guerra preventiva», concepita e praticata dagli Stati uniti contro i cosiddetti «Stati canaglia» e le organizzazioni del global terrorism . Questa transizione non ha riguardato soltanto la morfologia della «nuova guerra», e cioè la sua dimensione strategica e la sua potenzialità distruttiva. Strettamente connessa è una vera e propria eversione del diritto internazionale, dovuta all'incompatibilità radicale della «guerra preventiva« con la Carta delle Nazioni unite e al diritto internazionale generale. A questo si aggiunge la regressione alle retoriche antiche di giustificazione della guerra, inclusa la dottrina «imperiale» della «guerra giusta« e del suo nocciolo di ascendenza biblica: la «guerra santa» contro i barbari e gli infedeli. Queste retoriche sono diventate oggi, nel contesto della globalizzazione dei mezzi di comunicazione di massa, uno strumento bellico di eccezionale rilievo. La guerra di aggressione contro l'Iraq è stata una guerra «globale» perché è stata condotta all'insegna di una strategia imperiale che il suo attore principale - gli Stati uniti d'America - ha orientato verso obiettivi universali come la sicurezza globale ( global security ) e l'ordine mondiale ( new world order ).
La finalità non è stata la conquista di spazi territoriali secondo il modello delle guerre coloniali. La «guerra globale» è stata combattuta per decidere chi avrebbe dovuto assumere la funzione di leadership entro il sistema mondiale, chi avrebbe imposto le regole della competizione fra le grandi potenze, chi avrebbe avuto il potere di modellare i processi di allocazione delle risorse e far prevalere la propria visione del mondo . Questa è stata la posta in gioco di una guerra che, sotto molti profili, non è ancora finita. La guerra continua sia nei suoi effetti distruttivi e sanguinari, sia nell'istigare la replica altrettanto distruttiva e sanguinaria del terrorismo. La finalità imperiale della guerra in Iraq è confermata da importanti documenti della Casa bianca e del Dipartimento di stato, a partire dal Defense Plannin g Guidance del 1992 sino al National Security Strategy del 2002. L'interesse che si dichiara di voler perseguire con la forza delle armi è la stabilità dell'ordine mondiale in un quadro di accresciuta interdipendenza dei fattori internazionali e di elevata vulnerabilità dei paesi industriali. A rischio è soprattutto il libero e regolare accesso alle fonti energetiche. E questa stabilità globale deve essere garantita - questo è il punto centrale - senza toccare i meccanismi di distribuzione mondiale della ricchezza che scavano un solco sempre più profondo fra i paesi ricchi e i paesi poveri. Per realizzare questo fine la guerra globale è una protesi necessaria. E gli Stati uniti, in quanto global power , sono il solo paese in grado di «proiettare potenza» su scala planetaria. Essi hanno interessi, responsabilità e compiti globali e devono perciò estendere la propria influenza nel mondo, rafforzando l' America's global leadership role . Universalismo imperiale, dottrina della «guerra giusta» e mistica biblica della «guerra santa» si sposano in una concezione discriminatrice dello spazio globale.

Chi respinge l'egemonia dei valori occidentali appartiene alla schiera dei nuovi barbari e dei nuovi infedeli: è un nemico dell'umanità. In questo contesto, si può dire che la guerra scatenata cinque anni fa contro l'Iraq, con le clamorose falsificazioni che l'hanno motivata, l'uso massiccio di mezzi di distruzione di massa, l'imponente campagna ideologica, le stragi di civili, la depredazione delle risorse energetiche, e, non ultima, l'atroce impiccagione dell'e x dittatore Saddam Hussein, è l'esempio della natura terroristica della «guerra globale preventiva» scatenata dalle potenze anglosassoni contro il global terrorismo.


tratto da lavoce.info

di La redazione 25.03.2008

Lavoce.info ha preso un'iniziativa perché la politica, senza distinzioni di schieramento, si assuma impegni chiari e trasparenti sulla lotta alla criminalità organizzata. Ai candidati premier abbiamo chiesto, con un appello ripreso dai maggiori quotidiani e da molte radio, di dichiarare in modo circostanziato quali provvedimenti adotteranno, se verranno eletti. Hanno risposto al nostro sito e in altre occasioni pubbliche Veltroni, Boselli e Bertinotti, mentre nel corso della trasmissione Radio anch'io Berlusconi ha risposto in proposito a una sollecitazione di Tito Boeri Nonostante le ripetute richieste, non hanno dato alcuna risposta Casini (UDC) e Santanchè (La Destra), i quali evidentemente non ritengono che la lotta alle mafie sia una priorità nell'agenda politica e non sentono il bisogno di affermare esplicitamente che non vogliono i voti di mafia, camorra e 'ndrangheta. Ne prendiamo atto.


clicca qui per la risposta di Silvio Berlusconi

LA RISPOSTA DI FAUSTO BERTINOTTI, CANDIDATO DELLA SINISTRA ARCOBALENO



tratto da lavoce.info

04.04.2008

La nostra coalizione ha prodotto diverse risposte per delineare una strategia anticriminalità efficiente, che soprattutto miri a sconfiggere l’egemonia mafiosa nel nostro paese. Sono proposte portate avanti anche dalla recente commissione antimafia e recepite nel disegno di legge “ misure di contrasto alla criminalità organizzata” che, purtroppo non ha avuto il modo di venire alla luce per la caduta anticipata del governo , ma che hanno permesso di iniziare un percorso positivo che auspichiamo non venga interrotto nella prossima legislatura. Il contrasto alle mafie ed alla grande criminalità è parte fondante del programma della Sinistra l’Arcobaleno ed il nostro prossimo gruppo parlamentare che verrà eletto sarà a vostra disposizione per ulteriori proposte positive che possano giungere in tal senso.

1) Creazione di un Testo unico della legislazione antimafia, per armonizzare e garantire maggiore organicità ad una materia così complessa e articolata, partendo dal lavoro svolto dalla Commissione Fiandaca
2) Una legge che permette di perseguire con efficacia gli intermediatori illegali delle armi
3) Rafforzamento della tutela e delle opportunità di reinserimento sociale ed economico delle vittime della tratta degli esseri umani
4) Nuovi strumenti in materia di lotta al caporalato e ad ogni forma di sfruttamento lavorativo delle persone
5) Ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione e garanzia dell’indipendenza dell’Alto Commissario per la prevenzione e il contrasto della corruzione e delle altre forme di illecito nella Pubblica amministrazione, oggi di nomina governativa
6) Coordinamento della legislazione nazionale con le leggi regionali in materia di solidarietà alle vittime delle mafie e ai loro familiari, al fine di garantire una uniformità di interpretazione dei presupposti per il riconoscimento dello status di vittima di mafia.
7) Introduzione di una legislazione specifica per le vittime della criminalità comune
8) Una legge che istituzionalizza il 21 marzo come Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie
9) Una nuova normativa in materia di scioglimento dei comuni per infiltrazioni mafiose per garantire il ripristino effettivo della legalità all’interno delle amministrazioni comunali e sostenere, anche con maggiori risorse finanziarie, l’azione dei commissari prefettizi.
10) Rafforzamento della normativa in materia di prevenzione delle infiltrazioni mafiose nella gestione degli appalti, a garanzia della trasparenza e della legalità nei contratti di lavoro, servizio e fornitura della Pubblica Amministrazione.

11) Una nuova norma che definisca il sostegno esterno all’associazione mafiosa, per venir meno ai limiti dell’attuale formulazione dell’articolo 416 ter del codice penale
12) Una legge specifica sui testimoni di giustizia (oggi la legge n. 45 del 2001 disciplina anche e soprattutto i collaboratori di giustizia) per porre fine alle criticità emerse con l’attuale sistema e garantire il loro effettivo, concreto e dignitoso reinserimento sociale ed economico
13) Rafforzamento degli strumenti di aggressione alle ricchezze delle mafie (anche attraverso una razionalizzazione della legislazione in materia di patrimoni di mafia) e creazione di un’Agenzia nazionale per la gestione e riutilizzo dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata
14) Estensione dell’uso sociale dei beni confiscati ai delitti contro la Pubblica Amministrazione (ad es. corruzione)
15) Rafforzamento e rifinanziamento del Fondo di prevenzione per le persone a rischio di usura previsto dalla legge n. 108/96
16) Adottare nuovi strumenti e rafforzare quelli previsti dalla legge n. 44/99 per una maggiore incisività dell’attività delle associazioni antiracket
17) Introduzione dei reati ambientali all’interno del codice penale, per un più efficace contrasto al fenomeno delle ecomafie
18) Rafforzamento degli strumenti e delle strutture di cooperazione europea e internazionale contro le mafie transnazionali
19) Definizione di un Piano nazionale per la prevenzione e il contrasto alle mafie, al fine di coordinare e garantire la collaborazione e la contemporaneità delle politiche pubbliche e degli enti locali e alle esperienze autentiche di antimafia sociale
20) Promozione all’interno della Conferenza Stato – Regioni di momenti di scambio e programmazione di interventi in materia di prevenzione dei fenomeni di criminalità e di illegalità.

Fausto Bertinotti

sabato 5 aprile 2008

Impregilo: Dai rifiuti di Napoli al Nevada



di Marco Cedolin

Fonte: Cani Sciolti - 28/03/2008

La multinazionale Impregilo, primario gruppo italiano nel settore delle costruzioni e dell’ingegneria, il cui pacchetto di maggioranza è attualmente nelle mani delle famiglie Benetton, Gavio e Ligresti, continua a tenere fede al suo ruolo di leader nella costruzione delle grandi opere e nella creazione di altrettanto grandi devastazioni ambientali e sociali. Sono infatti una sequela infinita le tragedie ambientali, i dissesti del territorio, le violazioni dei diritti umani, i conflitti politico sociali, le deportazioni e gli esodi forzati di popolazione e gli sprechi di risorse finanziarie ed umane direttamente o indirettamente imputabili all’operato della multinazionale italiana.

Già fra il 1976 e il 1982 Impregilo (allora Impresit-Cogefar) partecipò alla costruzione della diga Chixoy in Guatemala, un progetto il cui costo finale di 800 milioni di dollari si rivelò del 300% superiore alle previsioni e determinò un’espansione del debito pubblico del paese centroamericano nell’ordine del 45% del suo intero ammontare. I finanziamenti provennero dalle casse della Banca Mondiale e della Banca Interamericana di Sviluppo. Gli abitanti dei territori interessati dal progetto furono costretti al trasferimento coatto e di fronte alla loro riluttanza ad abbandonare le proprie terre e le proprie case si scatenò una campagna di terrore durante la quale vennero trucidate oltre 400 persone. La produzione elettrica della diga non è mai andata oltre il 70% delle sue potenzialità ed a causa dell’accumulo di sedimenti nell’invaso gli esperti calcolano che entro una ventina d’anni l’impianto non sarà più in grado di funzionare.

Fra il 1983 ed il 1994 Impregilo insieme alla francese Dumaz partecipò alla costruzione della diga di Yacyretà che sorge sul fiume Paranà al confine fra Argentina e Paraguay sulla base di un contratto da 1,4 miliardi di dollari. I costi del progetto aumentarono di 4 volte per la parte ingegneristica e di 7 volte per quella amministrativa, determinando un costo finale dell’energia prodotta di tre volte superiore a quello medio nazionale. La produttività energetica dell’impianto è solamente il 60% di quella prevista e la costituzione dell’invaso che ha sommerso 100.000 ettari di terreni incontaminati ha determinato l’allontanamento dalle proprie case di 70.000 persone relegate a “sopravvivere” su 9000 ettari di terreno altamente degradato.

Nel 1997 Impregilo partecipò in Nepal al Consorzio deputato alla costruzione della diga di Kaligandaki grazie ad un finanziamento dell’Asian Development Bank. L’opera si distinse soprattutto per le gravi irregolarità del progetto, gli effetti ambientali devastanti e la grande quantità d’incidenti mortali occorsi agli operai impegnati nella costruzione.

Sempre negli anni 90 Impregilo partecipò in qualità di capofila all’associazione d’imprese che costruì la diga Katse in Lesotho. Lo scopo dell’opera fu quello di deviare l’acqua del fiume Malibamats’o ( risorsa naturale indispensabile per il Lesotho) convogliandola in territorio sudafricano per mezzo di due gallerie. Le conseguenze della diga Katse furono oltremodo devastanti sia sul piano sociale che su quello ambientale. Il bacino cancellò 2000 ettari di terra coltivata e 4500 ettari adibiti a pascolo e di conseguenza migliaia di famiglie della locale etnia Basotho che vivevano di agricoltura e pastorizia furono private delle risorse necessarie alla loro sussistenza. L’enorme pressione generata dall’acqua contenuta nell’invaso determinò l’apertura di una faglia di 1,5 km nel villaggio di Mapeleng e dopo la conclusione del riempimento nel mese di ottobre 1995 si verificarono oltre 90 terremoti nell’arco di soli 16 mesi. Nel mese di aprile 2005 in Lesotho iniziò un processo nei confronti di Impregilo, per corruzione in merito all’aggiudicazione di appalti, con una richiesta di risarcimento di circa 1,5 milioni di euro.

Impregilo sta attualmente partecipando in Islanda al ciclopico progetto Karahnjukar che prevede la costruzione di 9 dighe in terra, fra cui la più imponente d’Europa, una centrale idroelettrica da 690 megawatt ed una mega fonderia in grado di produrre 320.000 tonnellate di alluminio l’anno, contro la volontà del 65% dei cittadini islandesi che hanno espresso la propria contrarietà all’operazione. La multinazionale italiana che ha già iniziato la propria opera di devastazione facendo saltare in aria con l’ausilio di cariche esplosive il più spettacolare canyon dell’Islanda è accusata da parte dell’Associazione ecologista Savingiceland di comportamenti intimidatori nei confronti degli ecologisti e vessatori verso i propri dipendenti.

In Italia Impregilo è una presenza di spicco fra le imprese che stanno procedendo alla costruzione delle tratte TAV, nonché imputata in quanto parte del consorzio Cavet, nel processo che si sta tenendo a Firenze a causa dei gravissimi danni ambientali provocati dai cantieri dell’alta velocità nel Mugello. Impregilo ha anche partecipato alla costruzione delle metropolitane di Milano, Roma, Napoli e Genova, alle infrastrutture aeroportuali di Fiumicino e Capodichino, è artefice di larga parte della rete autostradale nazionale, ha ottenuto l’appalto per la realizzazione di un villaggio residenziale per gli addetti della base aeronavale di Sigonella in Sicilia, risulta General Contractor nel progetto del ponte sullo Stretto di Messina ed ha provveduto a costruire perfino l’Istituto Europeo di Oncologia creato nel 1994 dall’ex ministro della Salute Umberto Veronesi che recentemente si è distinto per la propria “crociata” in favore degli inceneritori. Ma soprattutto Impregilo risulta fra i principali responsabili della drammatica emergenza rifiuti nel napoletano avendo gestito per oltre 5 anni attraverso le controllate Fibe s.p.a e Fibe Campania s.p.a. l’intero ciclo di raccolta e smaltimento dei rifiuti in Campania nonché la controversa realizzazione dell’inceneritore di Acerra. I risultati della gestione furono talmente disastrosi da indurre Impregilo a defilarsi dal “brutto affare” della spazzatura, aiutata in questa operazione dal decreto legge n. 245 del 30 novembre 2005, varato dal Consiglio dei Ministri del governo Berlusconi per fronteggiare l’emergenza dei rifiuti in Campania, il quale prevedeva la risoluzione “ope legis” dei contratti con le società appaltatrici. Proprio in relazione allo scandalo dei rifiuti napoletani Impregilo, insieme al Presidente della Regione Campania Antonio Bassolino è stata rinviata a giudizio e sarà parte in causa nel processo che inizierà il 14 maggio davanti al tribunale di Napoli.

Nonostante l’affare dei rifiuti napoletani, nel merito del quale la magistratura aveva provveduto a congelare i conti correnti italiani del gruppo per un valore di 750 milioni di euro e la temporanea sospensione della costruzione del ponte sullo Stretto di Messina per decisione del governo Prodi avessero indotto una grave crisi di liquidità finanziaria, Impregilo grazie all’aiuto dei grandi gruppi bancari sembra essere tornata in salute, pronta per sempre nuove sfide in giro per il mondo.

Lo scorso 25 marzo 2008 la multinazionale italiana si è infatti aggiudicata la gara promossa dal Southern Nevada Water Authority (SNWA) per la realizzazione di un articolato sistema di prelievo e trasporto delle acque del Lake Mead, uno dei più grandi laghi artificiali degli Stati Uniti situato a circa 30 chilometri a sud-est della città di Las Vegas nel Nevada, al fine di aumentare la fornitura di acqua per usi potabili e domestici dell'area urbana di Las Vegas, per un valore della commessa pari a 447 milioni di dollari. Si tratta di un progetto estremamente complesso che prevede la realizzazione a circa 100 metri di profondità sul fondo del lago di una presa d'acqua, la costruzione di un tunnel della lunghezza di circa cinque chilometri e lo scavo di un pozzo di accesso profondo circa 200 metri. L’avvio dei lavori avverrà a breve mentre la conclusione dell’opera è prevista per la seconda metà del 2012, sempre che non venga adoperato lo stesso metodo utilizzato per l’inceneritore di Acerra, la cui costruzione iniziò nel 2004 con promessa di consegna entro 300 giorni, mentre nel 2008 l’impianto risulta ancora alla ricerca di qualcuno che accetti l’appalto per portarlo a termine.

giovedì 3 aprile 2008

Cineforum Officina aprile_ 2008




Cineforum Officina aprile_ 2008

SOSTIENE PEREIRA
regia di Roberto Faenza

Martedì 8 Aprile Ore 21.00,
Facoltà di Giurisprudenza, Aula 11


introduce_ prof. Andrea Pugiotto

INGRESSO GRATUITO


Link per visualizzare la locandina dell'incontro clicca qui.

mercoledì 2 aprile 2008

Astinenza. Un'altra suggestiva inutilità sulla legge elettorale



di Marco Ottanelli

Fonte: DemocraziaLegalità

1. Cosa è falso

Circola insistentemente, e come tutte le cose particolarmente insistenti, fastidiosamente, una stramba falsità su (ovviamente) la legge elettorale, nata non sappiamo bene come né partorita da chi, ma, come tutte le strambe falsità, dai toni salvifici e miracolosi.

In poche parole, si afferma che, tra le tante dannazioni demoniache che ha (ovviamente) la legge elettorale, ce ne è un'altra che fino ad ora era sfuggita a tutti quanti, ma che il solito mago del comma svelato avrebbe messo a nudo.

“Lo sapevate”, dice la falsità, “che se votate scheda bianca, o se la scheda la annullate, il vostro non-voto convergerà lo stesso nel paniere dei partiti, del sistema, della casta?”

“Lo sapevate”, precisa con cura la falsità, “che le schede bianche e le schede nulle vengono attribuite come consenso al partito o schieramento che raggiunge la maggioranza relativa, e concorrono così ad assegnare il premio di maggioranza?”

“Lo sapevate”, prosegue la falsità, “che questo ladrocinio di volontà che si trova (ovviamente) nel Porcellum è un attentato alla democrazia, un golpe, una ecatombe della libertà”, ecc ecc ecc?

Ma la falsità suggerisce anche un rimedio (ovviamente) facilissimo con il quale abbattere il regime: invece di votare scheda bianca o nulla, andate al seggio, NON toccate le schede che i perfidi scrutatori vi porgeranno (se le toccate, si contaminano, diventano “vostre”, e se non le votate, saranno nulle, e quindi ritorneranno nel cesto del partito più grande!), e, al contrario, dichiarate preventivamente che siete sì presenti al seggio come elettori, ma che rifiutate le schede. Fate una dichiarazione ufficiale e fatela verbalizzare dal Presidente di seggio, con tanto di timbro e firma. In questo modo, avrete fatto la vostra parte, avrete alzato (o abbassato..mah?) un qualche quorum, e avrete sottratto al furto le vostre schede.

2. La verifica

Di questo strambissimo sistema non si è mai sentito parlare prima. Da nessuna parte nel mondo, ed in nessun periodo della storia. Da quando in qua le schede nulle o bianche vengono arbitrariamente passate al vincitore, per far la sua vincita più corposa ancora? In base a quale eccezione rispetto alle leggi, alla Costituzione, ai regolamenti, al senso comune, in base a cosa una scheda anonimamente bianca, o scarabocchiata a dovere, dovrebbe andare ad incrementare il montepremi di un partito, anzi, di “quello che prende più voti”? (ma più voti dove? Nella sezione elettorale, nella circoscrizione regionale, a livello nazionale...dove?)

Non risulta assolutamente che simile eventualità sia possibile, e chi scrive ha avuto l'onere e l'onore di fare il Presidente di Seggio fin dal 1991, per cui, di leggi elettorali, regolamenti, prassi e consuetudini un po' ne sa.

Naturalmente però il diabolico e mefistofelico Grande Imbroglio della legge elettorale, dalla quale discende ogni male e che (ovviamente) è architettato malignamente per fregare i cittadini, potrebbe aver introdotto una clamorosa, incostituzionalissima e mostruosa realtà che né i parlamentari di ogni partito, né il Presidente della Repubblica quando la ha promulgata, né alcun giurista ha mai notato.

Tutto è possibile, in questo Paese di impostori! Non resta che verificarlo scientificamente, e c'è solo un modo: si prende la Legge 21 dicembre 2005, n. 270, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 303 del 30 dicembre 2005 - Supplemento ordinario n. 213 , la si legge ben bene, la si esamina, e si trova la normaccia incriminata, per Dio!

La legge si compone di 11 articoli, suddivisi in numerosi commi (72 in tutto, se abbiamo contato bene). Democrazialegalita.it se li legge uno per uno, comma dopo comma, articolo dopo articolo.

In nessuno di essi si accenna alla attribuzione delle schede nulle e delle schede bianche ad un partito, ad una coalizione o ad un candidato premier, né si accenna alla loro redistribuzione in qualunque altro modo o sistema.Anzi, nel testo di legge non si nominano mai né le schede bianche, né le schede nulle. Mai.

Non paga dalla fatica di essersi letta tutta la Calderoli, Democrazialegalita.it , a scanso di equivoci, esamina anche l'ultimissima emanazione legislativa in materia elettorale, ovvero la Legge 27 febbraio 2008, n. 30"Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 15 febbraio 2008, n. 24, recante disposizioni urgenti per lo svolgimento delle elezioni politiche ed amministrative nell’anno 2008 ", pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 51 del 29 febbraio 2008. Neanche lì si trova niente che possa anche solo lontanamente richiamare la notizia che circola senza posa da settimane.

Quindi, la prima e fondamentale questione proposta dagli spargitori della falsità, si infrange clamorosamente alla prima banale, banalissima verifica. D'altronde, a nostre reiterate richieste di tirar fuori la normaccia, nessuno degli spargitori aveva mai risposto. Perchè non esiste, né è mai esistita.



3. Cosa è vero

In ogni legge elettorale del mondo, e così anche in Italia, sia ai tempi del proporzionale puro (1948-1993), sia ai tempi del maggioritario uninominale (1994-2001), sia ai tempi del proporzionale con premio di maggioranza (2006-2008), i soli ed unici calcoli da effettuare per sapere quanti seggi avrebbe conquistato ogni singolo partito sono fatti in base ai voti validi espressi dagli elettori.

Sono solo i voti validi quelli che determinano le percentuali di voto, e conseguentemente fanno scattare la elezione dei candidati. Tutti i restanti modi di partecipare o di non partecipare al voto sono del tutto ininfluenti a questi fini: astenersi, votare scheda bianca, votare scheda nulla, sono solo modi diversi per dire “ho deciso di non decidere in prima persona, facciano gli altri”; e gli altri faranno.

Si faccia l'esempio di un corpo elettorale (gli aventi diritto al voto) di 1 milione di persone.

Si ipotizzi che si rechino a votare 800 mila cittadini su questo milione; essi determineranno l'affluenza alle urne, che sarà quindi dell'80%. Il restante 20%, che per scelta, per motivata avversione al sistema, per malattia, per disinteresse, per impedimenti di ogni genere, non vota, sarà la massa degli astenuti, nel nostro caso 200 mila persone.

Quando si aprono le urne, tra le varie schede, se ne troveranno alcune senza alcun segno, completamente intonse: le schede bianche. Facciamo che nelle nostre elezioni virtuali se ne trovino 1.000.

Altre presenteranno un voto riconoscibile, ma per qualche ragione ben precisamente elencata nella normativa elettorale, tale voto non sia attribuibile: capita quando l'elettore abbia usato un sistema per renderlo riconoscibile, ad esempio usando una penna rossa per votare al posto della matita copiativa regolamentare, o quando la scheda non risultiprecedentemente vidimata dal seggio.In questi casi si parla di voti nulli, e ipotizziamo che siano 100.

Altre saranno scarabocchiate, o recheranno scritte più o meno fantasiose, o saranno barrate, o vedranno votati contemporaneamente due o più partiti...in tutti questi casi (ove non si possa rilevare la volontà dell'elettore di attribuire la sua scelta ad un solo partito), si parla di schede nulle. Diamo un numero a queste nulle: 1.000

Poi ci sono i voti validi. Nel nostro esempio, essi sono dunque:

800.000-

1.000-

100-

1000 =

__________

797.900

è solo su questi voti validi (suddivisi per lista, naturalmente) che si computeranno le percentuali dei singoli partiti e si attribuiranno i seggi e i premi di maggioranza eventuali.

Le altre schede andranno in una apposita busta, contate, impacchettate e protocollate, busta che sarà sigillata e che i componenti del seggio consegneranno al Comune, che, dopo averle conservate per un congruo periodo, le invierà al macero. Esse sono, lo ridiciamo, del tutto ininfluenti ai fini dei risultati.

Se il partito A prende 600.000 voti, il partito B 100.000 e il partito C97.100, nel sistema italiano, il premio di maggioranza andrà al partito A, e gli altri si spartiranno i seggi in base ai numeri ottenuti.

Non si capisce, tornando alla frottola, perchè un partito primo in classifica, che già si prenderebbe il premio di maggioranza con il consenso ottenuto, abbia bisogno di vedersi regalare schede bianche e nulle per raggiungere un premio già goduto. Un'altra incongruenza senza senso alcuno.

Insomma, come in tutto il mondo, decide solo chi vota e vota validamente. Tanto per ribadire la verifica: solo nella legge Calderoli l'espressione “voti validi”, a questi sensi, appare ben 25 volte. Bastava leggersela.

4. A che serve far verbalizzare il rifiuto delle schede.

Immaginate uno che entra in un panificio e dichiara ad alta voce: “io non voglio il pane!”. Il commento generale sarebbe: “ e allora che ci sei venuto a fare?”. Ecco, più o meno l'effetto del rifiuto della scheda è questo. Si chiama “astensione”, e uno può astenersi andando al mare, rimanendo a casa sua, sul marciapiede davanti, o anche, perchè no, dentro la sua sezione elettorale. Un vezzo che non si nega a nessuno, ma che non ha altro effetto se non quello di far rimanere come prima la sostanza delle cose: quelli che decideranno di farlo non prenderanno parte alla tornata elettorale. Decideranno gli altri chi vincerà e chi governerà.

Ma la pretesa di far verbalizzare la scelta di rifiutare le schede, di far quindi verbalizzare la vostra astensione, è inutile, ridondante (essa emergerebbe dalle cifre delle affluenze al voto) e dannosa per il regolare svolgimento delle operazioni di voto. Costringerebbe Presidenti, Segretari e Scrutatori a eliminare dall'insieme delle schede firmate e timbrate (cioè atte alla votazione) delle schede solo per il fatto che un tizio si è presentato al voto dichiarando di non voler votare. E che tali schede non ha neanche toccato, pena la loro contaminazione (ma ci si rende conto di quale pensiero magico sottintende tale affermazione?).

E se il tizio, un'ora più tardi, cambiasse idea? E se a quel punto, complice un'affluenza molto alta, schede da votare non ce ne fossero più? Cosa succederebbe? E le schede rifiutate, in quale modo dovrebbero essere assicurate al non voto? Distruggendole? Annullandole (no, per carità, che vanno al vincitore!).

Tutto questo senza considerare il fastidio, l'onere e la perdita di tempo che verrebbero imposti ai componenti del seggio, che dovrebbero quindi verbalizzare una non votazione (siamo nel campo dell'assurdo).

Attenzione: la pretesa di far verbalizzare un vostro comportamento non elettorale, e di far eliminare due schede (quella della camera e quella del senato) “buone”, potrebbe farvi incorrere, in casi estremi,nel reato di intralcio al regolare svolgimento delle operazioni elettorali, con immediato arresto e processo per direttissima. Fate un po' voi.



NB: crediamo che la falsità sia nata da una distorta e superficiale rivisitazione delle norme relative alle votazioni per più referendum: essendo il raggiungimento o meno del quorum un legittimo obiettivo anche dei singoli elettori, essi possono, in presenza di più consultazioni contemporanee, scegliere di votare solo per uno o più referendum, e rifiutare la scheda degli altri, ovvero, tecnicamente, astenendosi per questi ultimi. Inaccettabile sarebbe il rifiuto di TUTTE le schede contemporaneamente.

martedì 1 aprile 2008

LA RISPOSTA DI ENRICO BOSELLI CANDIDATO DEL PARTITO SOCIALISTA



tratto da lavoce.info

25.03.2008

Il programma del socialismo europeo contro la criminalità è stato sintetizzato da Blair con lo slogan "duri contro il crimine, duri contro le cause del crimine", per riconoscere la dimensione sociale di questa piaga. Noi socialisti riteniamo che contro la criminalità organizzata occorra una strategia integrata, che faccia perno su una pluralità di strumenti senza ricercare un'unica ricetta salvifica.

Nel medio periodo, è fondamentale riconoscere che corruzione e criminalità hanno creato, in parti della nostra economia e della nostra società, una forte rete di scambi e relazioni, e a volte forniscono ai cittadini più servizi dello Stato.
È dunque fondamentale riconoscere il ruolo di prevenzione e contrasto che può avere lo sviluppo economico, di cui il senso civico e la diffusione di un'istruzione di qualità sono componenti fondanti. Nonostante la crescita della scolarità, proprio su questo sito pochi giorni fa si è mostrato che al Sud il livello di capitale umano -in termini di conoscenze e competenze- è ancora ben inferiore che al Nord.

Un nuovo modello di sviluppo, basato sulla democrazia e la partecipazione, l'innovazione tecnologica e la competitività, può essere una strada maestra per ridare fiducia ai cittadini. A sua volta, la fiducia riduce il numero di reati non denunciati, aumenta la collaborazione dei cittadini con le forze dell'ordine, riduce le zone di collusione o indiretto coinvolgimento.
Insomma, prevenire il crimine è importante quanto reprimere il crimine, e la prevenzione passa per la promozione della legalità e del senso civico, per il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione più debole ed esposta al rischio di essere vittima o complice della criminalità.

Inoltre, stabilire una cultura della legalità richiede anche la lotta ai reati cosiddetti minori, che danneggiano di più i cittadini più deboli e meno abbienti. Come per la criminalità organizzata, la posizione del Partito Socialista è che né un maggior numero di forze dell'ordine né l'inasprimento delle pene costituiscono un'opposizione efficace o un deterrente al crimine. Solo un'alta probabilità di intervento tempestivo ed efficace delle forze dell'ordine, e il coinvolgimento in veri percorsi di recupero (il contrario delle attuali condizioni carcerarie) possono condurre ad una riduzione del numero di reati. Questi due elementi, a nostro parere, richiedono una profonda riforma della giustizia, del sistema penitenziario, e dell'organizzazione delle forze dell'ordine.
Per le forze dell'ordine, l'attuale modello, basato sul coordinamento, finisce spesso per generare sia duplicazioni che lacune. La nostra posizione è decisamente nella direzione della completa specializzazione dei diversi Corpi, del miglioramento della professionalità, anche grazie all'uso delle più moderne tecnologie, e della giusta incentivazione, mediante un sistema di retribuzioni fondato più sulla produttività e sul merito che non su gerarchia e anzianità.
Ad ogni modo, ciò che riteniamo più importante è riconoscere che oggi la mafia "non spara, o spara poco", nel senso che la criminalità organizzata si è evoluta in direzione di una minore conflittualità interna e verso lo Stato, e verso un ancor maggiore controllo del territorio e delle attività economiche illegali. Al di là di singoli casi ed immagini stereotipate, sempre più la criminalità organizzata è concentrata sull'accumulo di potere politico e economico: il gangster è ormai ampiamente sostituito dal consulente finanziario, nel suo ruolo di spina dorsale delle organizzazioni di tipo mafioso.
Dunque, lo strumento principale che come candidato premier mi propongo di sviluppare contro la criminalità organizzata è il controllo dei flussi finanziari. Con misure in parte analoghe a quelle necessarie alla lotta all'evasione fiscale, è necessario investigare e monitorare i movimenti di capitali finanziari e valutari.
Infatti, il controllo delle transazioni finanziarie, nazionali e internazionali, della criminalità organizzata serve un duplice scopo. Da un lato, impedisce il riciclaggio di fondi provenienti dalle attività illecite, in attività economiche apertamente visibili e legali per ogni altro aspetto. D'altro lato, il contrasto delle transazioni finanziarie costituisce una barriera al finanziamento delle stesse attività illecite, condotte ormai su una scala internazionale e con tipologie di attività da richiedere l'investimento di notevoli quantità di denaro.
Oltre allo sviluppo di specifiche tecnologie e competenze a disposizione delle forze dell'ordine e della magistratura, il controllo dei flussi finanziari passa anche per un maggiore coordinamento delle autorità nazionali, e per la rimozione delle aree di impunità dei soggetti complici di queste operazioni: non solo i singoli consulenti finanziari o i dipendenti delle società, ma le stesse istituzioni bancarie e finanziarie che si rendono responsabili aiutando i clienti in queste transazioni, garantendo efficienza, rapidità, anonimato.

Infine, occorre notare che parte del proprio sostentamento, e fonte di sviluppo per le organizzazioni criminali, è lo sfruttamento di attività illecite o illegali, che risultano di maggior danno sociale proprio in quanto dichiarate illegali dallo Stato. Tipici esempi sono il traffico delle droghe, anche leggere, o lo sfruttamento della prostituzione.
In quest'ultimo caso, la modalità con cui la prostituzione è di fatto condotta nel nostro Paese, ovvero in maniera ipocriticamente tollerata e malamente controllata, espone i soggetti coinvolti (spesso minorenni) a condizioni di vera schiavitù, è tra le principali cause della tratta di esseri umani, e conduce a notevoli rischi sanitari per l'intera popolazione. Talora, è nostra opinione, il danno sociale prodotto da alcune attività illecite può essere annullato o notevolmente ridotto proprio con una buona regolazione di queste attività, che ne permetta lo svolgimento a certe condizioni, sottraendo così importanti fonti di finanziamento della criminalità organizzata.

Enrico Boselli

LA RISPOSTA DI WALTER VELTRONI CANDIDATO DEL PARTITO DEMOCRATICO



tratto da lavoce.info

25.03.2008

La lotta ad ogni forma di criminalità organizzata e a tutte le mafie è parte del codice genetico del Partito democratico. Nasciamo anche per questo, per far sentire meno soli e non indifesi tutti coloro che alla “normalità” della mafia non si rassegnano e che con coraggio portano avanti quella resistenza civile che è la condizione indispensabile per vincere e debellare il cancro del fenomeno mafioso.
Reagire all’idea che la mafia debba continuare a tenere prigioniere intere aree del nostro Paese, contrastarla duramente con tutti i mezzi per colpirla nella sua organizzazione e nei suoi interessi, mettere nelle condizioni di operare nel modo più efficace chi la mafia la combatte ogni giorno, per affermare al suo posto il rispetto della legalità e la difesa delle regole, questo è lo spirito con il quale il Pd intende fronteggiare la questione.
Ho detto nelle piazze siciliane e calabresi una cosa chiara, e cioè la 'ndrangheta, la mafia e la camorra decidano quello che vogliono, ma decidano solo una cosa: di non votare per il Partito democratico, perchè devono sapere che il Pd se governerà l'Italia cercherà di distruggere quei poteri che impediscono al sud di esprimere tutta la sua forza e la sua energia.
Il Pd mette in campo 10 punti per il contrasto alle mafie, che abbiamo accolto e fatto nostri nel programma di governo.
Primo, potenziare gli strumenti legislativi e di controllo per un effettivo attacco ai patrimoni criminali, attraverso l’approvazione del testo unico antimafia, l’istituzione dell’anagrafe dei conti e dei depositi bancari e dell’albo degli intermediari finanziari, l’attivazione della Legge Mancino e l’istituzione dell’Agenzia unica dei beni confiscati.
In secondo luogo, liberare l’economia del sud dalla morsa mafiosa attraverso il monitoraggio degli appalti e la riduzione delle stazioni appaltanti, il controllo della gestione del movimento terra ossia la verifica dell’utilizzo corretto delle risorse nazionali erogate per le infrastrutture, la promozione e il sostegno delle attività delle associazioni antiracket, la promozione di un tutor per le imprese e il rilancio del consumo critico.
Terzo punto, potenziamento del sistema di contrasto, con il rafforzamento dell’impegno per la cattura dei latitanti, l’integrazione delle polizie nazionali e delle polizie locali, la realizzazione di un sistema di sicurezza integrata con l’approvazione della proposta di Legge nazionale definita unitariamente nel 2003 da Anci Upi e Regioni e aggiornata in questi mesi, l’aumento delle dotazioni strumentali delle forze di polizia, l’integrazione operativa polizia e carabinieri e la riapertura dei concorsi pubblici per le forze armate.
Ancora, al quarto punto del programma del Pd proponiamo l’adeguamento normativo efficace e sostegno alle attività d’indagine da ottenersi mediante il potenziamento della dda, della dna e della dia, il mantenimento della piena efficienza del 41 bis, la certezza della pena attraverso una riduzione della possibilità per gli indagati per reati di mafia di ricorrere al patteggiamento allargato, evitando in tal modo che le maglie del sistema consentano a persone assicurate alla giustizia, grazie all’impegno delle forze dell’ordine, di tornare fuori, e infine l’aumento di organici di magistrati.
Al quinto punto del decalogo antimafia del Pd, l’impegno nel contrasto dei fenomeni mafiosi a livello europeo e internazionale con la costituzione di uno spazio giuridico antimafia europeo e globale, il contrasto alle nuove schiavitù e la promozione di una grande iniziativa europea sul contrasto ai fenomeni mafiosi.
Sesto, spezzare definitivamente il legame tra mafia e politica, la vera grande sfida che la classe dirigente del Paese deve fare propria senza esitazioni né zone d’ombra.
E dunque attuare un monitoraggio dei comuni già sciolti per mafia e di quelli che sono attualmente in fase di commissariamento affiancando a questo l’adeguamento della normativa in materia di scioglimenti di consigli comunali e l’allontanamento di tutti i rappresentanti pubblici con condanne per associazione a delinquere o favoreggiamento.
Poi, al settimo punto la lotta contro i clientelisimi, la promozione del merito nello studio e nell’accesso al mondo del lavoro da raggiungere con il ripristino della legalità dei concorsi, la valorizzazione dei talenti, il rilancio dell’offerta formativa locale, l’attivazione dei centri per l’impiego, una campagna di educazione alla legalità e alla lotta alle mafie, nella scuola e nelle istituzioni, l’istituzione di corsi universitari di storia della mafia e dell’antimafia e lo sviluppo di un piano globale di promozione della legalità e di sviluppo nel territorio.
Ancora, ottavo punto, il contrasto al lavoro nero, con premi alle imprese virtuose, un coordinamento stato regioni, la semplificazione delle procedure amministrative e la definizione di piani territoriali di emersione.
Al nono punto del nostro decalogo, la lotta all’abusivismo edilizio e alle ecomafie, da realizzarsi con una maggiore repressione dell'abusivismo edilizio nelle aree soggette a vincoli di tutela e un controllo efficace del sistema di gestione dei rifiuti.
Ultimo punto del decalogo del Pd, il mantenimento di un’attenzione continua sul fenomeno con la promozione di iniziative, inchieste e convegni nei territori a rischio, il sostegno alle vittime di mafia con la promozione della legge sulle vittime, che deve essere approvata prevedendo l’equiparazione dei fondi per le vittime della mafia a quelli per le vittime del terrorismo e la promozione della giornata nazionale della memoria per le vittime di mafia. Sarebbe significativo istituzionalizzare il 21 marzo che da più di dieci è la giornata che l’associazione Libera ha dedicato a questo scopo.

E’ un grande impegno, enorme, quello che ci viene richiesto. Non uso il termine “straordinario” perché in realtà io credo che si debba stare attenti a non far rientrare il problema della mafia, di tutte le mafie, nella dimensione dell’emergenza.
I riflettori non si devono accendere solo quando si raggiungono livelli estremi di criticità, quando accadono avvenimenti tragici come quello di questa estate a Duisburg. E nemmeno, per certi versi, quando si raggiungono risultati importanti come i recenti straordinari successi nella cattura di pericolosi latitanti come il boss Lo Piccolo.
Può sembrare un paradosso questo i recenti omicidi in Calabria e Campania, ma il fenomeno criminale non è più così forte come un tempo. Sono stati inferti molti colpi. Adesso dobbiamo dare il colpo più grande, dobbiamo distruggere mafia, camorra e 'ndrangheta.
Un modo per tenere sempre, in ogni istante, altra l’attenzione nei confronti dei fenomeni di mafia sarebbe se la nostra frase rivolta alle cosche a non votare per noi fosse ripetuta da tutti i leader politici, come ho già più volte invitato a fare. Un appello, questo, che rinnovo anche in questa occasione, non per la convenienza di questa o quella parte politica ma per il bene del Paese.

Walter Veltroni

I CANDIDATI PREMIER RISPONDONO: COSA FARO' CONTRO LA MAFIA



tratto da lavoce.info

Lavoce.info ha preso un'iniziativa perché la politica, senza distinzioni di schieramento, si assuma impegni chiari e trasparenti sulla lotta alla criminalità organizzata. Ai candidati premier chiediamo di dichiarare in modo circostanziato quali provvedimenti adotteranno, qualora vengano eletti, per combattere, con misure d'ordine pubblico, la criminalità organizzata, per sostenere i moti coraggiosi di rivolta alla mafia che provengono dalla società civile e per ridurre l'area di consenso intorno alle organizzazioni criminali. Le loro risposte verranno pubblicate su questo sito.

L'iniziativa parte dalla considerazione che qualcosa di unico stia avvenendo nei territori controllati dalla criminalità organizzata, maggior ostacolo allo sviluppo economico e civile del Sud del Paese. Vi è stata a Bari una grande manifestazione con oltre centomila persone che, ricordando le centinaia di vittime della criminalità organizzata, hanno levato il loro grido perché la società coralmente si ribelli alla schiavitù delle mafie.
Dopo la Confindustria siciliana, i commercianti di Palermo, si sono ribellati al pizzo e hanno collaborato con le forze di polizia consentendo l'arresto di decine di mafiosi ricattatori. Sembra che si stia sgretolando il muro dell'omertà e che, grazie ai moti della società civile, il mangime di cui la mafia si nutre - paura e soggezione - stia venendo a mancare.
Questo risveglio delle coscienze va promosso e supportato, in modo che si traduca in cultura stabile, solidificandosi in norma sociale.


Clicca qui per le foto dello spettacolo teatrale realizzato per la Giornata della Memoria 2008.

RUMORE DI CHIAVI
Liberamente tratto dalle "Memorie" di Milena Zambon
Attori: Elena De Lorenzo, Alice Marini, Federica Toscano, Raffaele Caforio, Carlo Freda, Cesare Luperto, Matteo Orlando, Marco Trippa, Tobia Zaffalon
- Compagnia Teatrale Officina
Regia
Roberta Pazi