venerdì 19 dicembre 2008

DIMMI QUANDO TU VERRAI...O CLASS ACTION



Class action: slitta altri 6 mesi
Lo ha deciso il CdM, protestano le associazioni dei Consumatori
(ANSA) - ROMA, 18 DIC - Slitta di altri 6 mesi l'entrata in vigore della class action. Lo ha deciso in Consiglio dei ministri.La norma per le azioni collettive doveva partire il 1 gennaio, cosi' invece partirebbe a giugno. Lo slittamento e' contenuto nel decreto 'milleproroghe'. Protestano le associazioni dei consumatori: 'siamo indignati' sottolineano in una nota i presidenti di Federconsumatori e Adusbef, Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti.

tratto da ansa.it

LA SOLITUDINE...DI CALISTO




Parmalat e Madoff: il risparmio italiano tradito due volte

di Orazio Carabini

Bernard Madoff è nato il 29 aprile 1938, poco più di sei mesi prima di Calisto Tanzi (17 novembre). Il finanziere americano ha resistito fino a 70 anni prima di essere costretto a confessare la sua truffa da 50 miliardi di dollari. Al confronto i 14 miliardi di euro fatti sparire dall'industriale emiliano sembrano pochi, ironizzava il Financial Times confrontando le dimensioni delle due truffe. Da ieri però i commentatori di tutto il mondo hanno altro su cui ironizzare.

I giudici del Tribunale di Milano, che dovevano valutare il reato di aggiotaggio, hanno sentenziato che solo Tanzi è colpevole, condannandolo a 10 anni. E hanno scagionato gli altri imputati: dirigenti della Bank of America, gli amministratori indipendenti della Parmalat, un manager della società in Venezuela. Insomma Tanzi è l'unico responsabile e la tesi accusatoria della Procura di Milano è stata smontata. Ci sono voluti cinque anni per arrivare alla prima sentenza sul crack della società di Collecchio. Altre ne seguiranno, a Milano e a Parma. Ma l'inizio non promette nulla di buono. Pensare che Tanzi da solo abbia potuto orchestrare tutte le operazioni finanziarie che hanno portato al dissesto di Parmalat è abbastanza curioso. E soltanto le motivazioni della sentenza chiariranno in che misura le assoluzioni dipendono dalle nuove norme sulla prescrizione introdotte con la legge Cirielli.

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tratto da ilsole24ore.com

mercoledì 17 dicembre 2008

A QUANDO???



Napoli, arrestati 2 assessori Pd
Indagati anche due onorevoli
Coinvolti nell'inchiesta Lusetti (Pd) e Bocchino (An)
I magistrati: "Saccheggio sistematico delle risorse pubbliche"


NAPOLI - E' bufera sulla giunta di Napoli. E' in carcere l'imprenditore Alfredo Romeo, coinvolto nell'indagine sulla delibera 'Global service', approvata dal Comune. Altre 12 persone sono invece agli arresti domiciliari: tra essi due assessori della giunta comunale di Napoli, due ex loro colleghi e un ex provveditore alle opere pubbliche, attualmente al ministero delle Infrastrutture. Tutte le persone raggiunte dalle misure cautelari sono accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla turbativa degli appalti, abuso d'ufficio e corruzione. I magistrati: "La prospettiva ultima è quella del saccheggio sistematico delle risorse pubbliche".

Indagati anche gli onorevoli Renzo Lusetti (Pd) e Italo Bocchino (An).

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(17 dicembre 2008) tratto da repubblica.it

Se sei bello ti tirano le SCARPE. Se sei brutto ti tirano le SCARPE



lunedì 15 dicembre 2008

NOTTE BIANCA a Giurisprudenza



Mercoledì 17 dicembre

dalle 19 alle 6

NOTTE BIANCA a Giurisprudenza

aperitivo - concerto - cineforum - lezioni serali - assemblea


organizzata dal Coordinamento Studenti Unife

L'ANGOLO DEL RICCIO_ 3.1

BERLUSCONI E LA CARTA COSTITUZIONALE...




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venerdì 12 dicembre 2008

RIFORMA COSTITUZIONALE: DAVVERO UNA PRIORITA'?

"La Carta non è strumento di potere
così Berlusconi torna a Cromwell"

di GIUSEPPE D'AVANZO

A Gustavo Zagrebelsky, costituzionalista e presidente emerito della Corte costituzionale, Repubblica chiede di riflettere ad alta voce sul significato e il valore dell'annuncio di Silvio Berlusconi: il premier vuole riformare, con la sua sola maggioranza, il Consiglio superiore della magistratura; separare in due diversi ordini la magistratura giudicante dalla requirente (i pubblici ministeri); un referendum popolare dovrebbe poi confermare entro tre mesi il disegno.

"Prima di discutere il merito - dice Zagrebelsky - qualcosa va detto sulle riforme mancate, sulle colpe, le responsabilità dei riformatori finora mancati. Mi definisco un conservatore costituzionale. Penso che il lavoro compiuto all'inizio di un ciclo politico sia sempre più apprezzabile, migliore, di un'attività in corso d'opera. E tuttavia non è che non veda come un grave deficit non aver adeguato i meccanismi di garanzia della Costituzione alle trasformazioni del sistema politico. Ne è un esempio proprio l'articolo 138...".

L'art. 138 della Costituzione regola le leggi di revisione della Costituzione.
"Appunto, l'art. 138 prevede che le riforme costituzionali debbano essere approvate con un ampio consenso raccogliendo il voto della maggioranza e di una parte dell'opposizione".

Qual era il significato di questo consenso qualificato?
"Che la Costituzione, la sua manutenzione, le sue modifiche non dovessero essere appannaggio della pura maggioranza. Poi però le leggi elettorali hanno cambiato il sistema politico, polarizzandolo su due sponde e ora chi ha il sopravvento nella competizione elettorale e conquista la maggioranza si fa da sé le riforme costituzionali".

Salvo poi sottoporle a referendum popolare, come ha ricordato Berlusconi.
"Berlusconi ha fatto un discorso piano. Prende atto della disciplina costituzionale, si fa votare la sua riforma con la maggioranza che il sistema elettorale attuale gli ha dato, chiede al referendum l'approvazione definitiva. Anche se ineccepibile, però, questo metodo cambia profondamente l'essenza stessa della Costituzione".

Perché, se quel metodo è previsto dalla stessa Costituzione?
"Perché ci sono due nozioni di Costituzione. La prima considera la Costituzione come strumento di chi governa. Per Cromwell, la Costituzione, è appunto Instrument of Government. Siamo qui alla presenza di Platone, Aristotele, Hobbes, Schmitt. Per venire al presente o al passato prossimo, non c'è in Sud America vincitore di elezioni, capo-popolo o colonnello, che non abbia e annunci un suo progetto costituzionale: è lo strumento di cui intende servirsi per esercitare il potere".

Qual è la seconda nozione?
"E' la nostra. Qui il riferimento è John Locke. La Costituzione è inclusiva. Non è scritta da chi vince contro gli sconfitti. La Costituzione non si occupa di chi sia il vincitore. Scrive principi per tutti, garantisce i diritti di tutti. Noi siamo figli di questo costituzionalismo. La nostra Carta fondamentale è nata con la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo delle Nazioni Unite del 1948, con la Convenzione europea dei diritti dell'uomo e delle libertà del 1950. La Costituzione italiana si colloca in questa tradizione. E' nata per essere inclusiva, per valere per tutti. Non è uno strumento di potere ma di garanzia contro gli abusi del potere. Berlusconi invece vuole fare il Cromwell. Può essere ancora più chiaro se ritorniamo al 138. Quell'articolo prevede che anche un accordo politico ampio possa essere bocciato da una minoranza del corpo elettorale. Come si sa, il referendum costituzionale non ha il quorum e, se vanno a votare il 20 per cento degli italiani, l'11 per cento può bocciare la nuova legge. Il progetto di Berlusconi capovolge questa logica. Non riconosce al referendum un potere distruttivo, ma pretende che sia confermativo della riforma votata soltanto dalla coalizione di governo. Diciamo che la manovra, di tipo demagogico, manomette la Costituzione, annullando lo spirito di convivenza che la sostiene, e la trasforma in strumento di governo, in strumento di potere".

Si può dire che la riforma annunciata non fa che accentuare quella "china costituzionale" di cui lei spesso ha scritto: indifferenza per l'universalità dei diritti, per la separazione dei poteri, per la dialettica parlamentare, per la legalità.
"Sì. Un regime liberale-democratico adotta come principio ciò che dice l'articolo 16 della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino del 1789: "Ogni società in cui la garanzia dei diritti non è assicurata, né la separazione dei poteri determinata, non ha costituzione". Una Costituzione che diventa strumento di potere contraddice la separazione dei poteri. E' quel che sta accadendo. Abbiamo già un Parlamento impotente dinanzi a un governo che impone le sue scelte con il voto di fiducia. Ora è il turno della magistratura".

Lei condivide la previsione che la separazione del pubblico ministero dal giudice anticipa la sottomissione della magistratura requirente all'esecutivo?
"Ci sono molti aspetti discutibili nella divisione del Consiglio superiore della magistratura in due, ma uno è chiaro fin d'ora. Se un pubblico ministero non è un magistrato a pieno titolo, che cos'è se non un funzionario dell'esecutivo? E evidente allora che, secondo logica, quel funzionario dovrà dipendere da un'autorità di governo, così pregiudicando l'indipendenza della funzione giudiziaria e cancellando la separazione dei poteri. Mi chiedo: che bisogno c'è?".

E' inutile nascondersi che è lo spettacolo offerto dalla magistratura, con il conflitto tra due procure, ad aprire spazi a questi progetti di riforma.
"Lo spettacolo è sgradevole e la situazione in cui versa la magistratura italiana è certamente insoddisfacente. Ma mi chiedo: le proposte che si avanzano eliminano le difficoltà e i difetti o li aggravano?".

Qual è la sua opinione?
"Per quel che ho letto, dalle inchieste di Catanzaro sono emersi collegamenti della magistratura con ambienti politici, finanziari, malavitosi. La soluzione che propone il governo - l'attrazione del pubblico ministero nell'area della politica governativa - rafforza quei legami e non elimina quindi le cause delle disfunzioni, mentre bisognerebbe lavorare per rendere effettiva l'autonomia della magistratura dai poteri economici, amministrativi, politici e, naturalmente, criminali. Il disegno di riforma, codificando una dipendenza, avrà un solo effetto: eliminerà la notizia di quei legami, non la loro esistenza. Continueranno a esserci, ma non si vedranno".

Quali sono le responsabilità della magistratura in questa crisi?
"Il sistema costituzionale assegna alla magistratura il massimo dell'indipendenza e non sempre questa posizione è stata usata con la responsabilità necessaria. Se le cose funzionano, il merito è della magistratura. Se non funzionano, bisogna dirlo, è della magistratura il demerito".

Quali sono le ragioni o le prassi o le convinzioni che inceppano l'autogoverno della magistratura?
"Non c'è dubbio che la formazione di correnti, che all'inizio è stata favorita da un confronto culturale (culturale era il dibattito su come si dovesse interpretare la Costituzione), ha finito per diventare strumento di promozione e di carriera. E' una degenerazione. Se non hai una corrente alla spalle non assurgi a un incarico direttivo. Solo una corrente può proteggerti quando verrai giudicato per i tuoi errori. Mi sembra che l'autonomia non sia stata gestita nel senso per il quale è stata prevista".

Forse anche per questo è largo il consenso per una riforma.
"Ci sono le istituzioni e gli uomini. La migliore Costituzione può essere corrotta da uomini mediocri. Una mediocre Costituzione può funzionare bene con uomini capaci. Credo che la magistratura debba fare un severo esame su se stessa. Se il sistema non funziona, non ne porta anch'essa la responsabilità?".

Lei crede che questa riforma costituzionale alla fine si farà davvero?
"Si può sperare che nella maggioranza ci sia qualcuno che si renda conto della delicatezza delle questioni. Sono in gioco le garanzie, i diritti, i principi e l'eguaglianza del cittadino di fronte alle legge. Perché se la giustizia è controllata dalla politica, la funzione giudiziaria diventa strumento di lotta politica. Mi appare incredibile che si vada avanti su una strada così pericolosa e non ci siano voci responsabili che denuncino il pericolo, anche all'interno della maggioranza".

Se il governo, come dice Berlusconi, tirasse diritto...
"Siamo in una situazione tristissima. Penso che occorra far breccia nelle convinzioni collettive, spiegare all'opinione pubblica che non si buttano via da un giorno all'altro secoli di storia e di valori civili".

mercoledì 10 dicembre 2008

GUERRA TRA PROCURE ???



per maggiori informazioni consigliamo di ascoltare il Tizio qui sotto...

CONTRO I TAGLI SERVONO LE CAMPANE!!!



Scuola cattolica, la Chiesa attacca
Il governo annulla subito i tagli


CITTA' DEL VATICANO - Non sono servite manifestazioni, sit-in, o lezioni all'aperto. E' bastata la minaccia della mobilitazione delle scuole cattoliche per far cambiare idea al governo nel giro di qualche ora. I fondi per le scuole paritarie "vengono ripristinati", ha assicurato il sottosegretario all'Economia Giuseppe Vegas a margine dei lavori della commissione Bilancio del Senato sulla finanziaria. "C'è un emendamento del relatore che ripristina - dice Vegas - il livello originario, vale a dire 120 milioni di euro. Possono stare tranquilli, dormire su quattro cuscini". Nonostante le rassicurazioni, anche il Papa ha fatto sentire la propria voce: "Gli aiuti per l'educazione religiosa dei figli - ha detto Benedetto XVI - sono un diritto inalienabile".

per il resto dell'articolo clicca qui.

(5 dicembre 2008) tratto da repubblica.it

martedì 9 dicembre 2008

L'ANGOLO DEL RICCIO_ 2.2

SULLA QUESTIONE MORALE...UNA NUOVA DIVISA PER IL PD!



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L'ANGOLO DEL RICCIO_ 2.1

IL PESO DEI VOTI DEI CATTOLICI(la chiesa protesta e il governo annulla i tagli)...



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martedì 2 dicembre 2008

L'ANGOLO DEL RICCIO_ 1.1

SPOT PUBBLICITARI(tassa sky)...



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L'ANGOLO DEL RICCIO_ 1.0

DOPO LE DICHIARAZIONI DI CHIAMPARINO ANCHE VELTRONI APRE ALLA LEGA:"utile il coordinamento del nord"!!



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MAFIA E POLITICA

"Un patto tra Cosa nostra e la politica
I boss scelsero candidati di FI e Udc"


In mille pagine, il giudice motiva la sentenza che condanna i capi mandamento
Provenzano decide di inserire uomini fidati nelle liste, la sua lobby per il comando


di ALBERTO CUSTODERO
PALERMO - Cosa Nostra di Bernardo Binnu Provenzano è "lobby o partito?". S'intitola così, nella motivazione della sentenza che spiega le condanne a 430 anni di carcere di 40 boss, il capitolo più delicato dedicato ai rapporti fra il vertice della mafia siciliana e la politica. Il giudice dell'udienza preliminare Piergiorgio Morosini - che ha depositato ieri le 1000 pagine della motivazione - lascia aperto questo interrogativo. Perché la mafia può essere l'uno o l'altro, lobby o partito, a seconda dei tempi.

Quel che è certo, scrive il gup, è che i capimandamento di Cosa Nostra "fin dal 2005 iniziano a tessere la trama" per le future elezioni del 2006. "Vogliono essere pronti per il momento cruciale in cui si giocherà la partita. Pretendono posti nel consiglio comunale e in quello provinciale. Scelgono i candidati per le elezioni ormai prossime e si attivano per affiancarli a uomini influenti dello schieramento del Polo delle Libertà. In particolare di Forza Italia e dell'Udc".

Il gup Piergiorgio Morosini traccia la storia di quei "reticoli politico-clientelari e reticoli del potere mafioso" partendo dalla seconda metà degli anni Ottanta, quando, "crescendo la disillusione nei confronti della Dc, Cosa Nostra cerca un nuovo veicolo politico per i suoi interessi".

Alle elezioni politiche del 1987 "delle avance furono fatte al Psi", ma è dopo le condanne del '92 al primo maxiprocesso - scartato il progetto di creare il movimento separatista "Sicilia libera" - che il boss Bernardo Provenzano "punta all'immersione" e "suggerisce di cercare rapporti e offrire sostegno a nuove forze politiche nazionali che stanno nascendo sulle rovine del vecchio sistema dei partiti". Provenzano, va detto, è diffidente nei confronti dei politici che definisce ora "truffaldini", ora "sprovveduti". Ma sempre "calcolatori".
E allora il leader corleonese arrestato a Montagna dei Cavalli decide di "creare una "cordata riservata" che studi il modo di interagire con la politica". A partire dagli anni Novanta, nella "cordata Provenzano" entra a far parte "un gruppo ristretto di consiglieri e di persone lungimiranti chiamato a raccolta dall'anziano boss per le questioni più delicate". "Quel trust di cervelli - scrive il gup - deve aiutarlo a tessere la trama per recuperare consenso e intrecciare nuovi legami dopo le stragi del '92 e '93". Di questo gruppo fa parte "pure l'onorevole regionale Giovanni Mercadante, eletto nel 2001 nelle liste di Forza Italia".

Ma è il 2006 l'anno che vede Cosa Nostra "in stato di fibrillazione: cambiano Camera e Senato, si rinnova l'Assemblea regionale, i consigli comunali. "Gli uomini di Provenzano - annota il giudice Morosini - sono in stato di allerta. Il gotha mafioso è chiamato a scelte importanti che lasceranno il "segno" per gli anni venturi". L'Italia bipolare, osserva il gup, "probabilmente è a un bivio. Ma in Sicilia il Polo delle Libertà è ancora forte di quel 61 a zero del 2001, con una componente Udc che, oltre ad esprimere il presidente della Regione, costituisce quasi un terzo dell'elettorato nazionale di quel partito".

"La decisione sulla coalizione da votare sembra scontata, c'è una netta preferenza per il Polo della libertà". Provenzano, il reggente di Cosa Nostra dopo l'arresto di Totò Riina, sceglie di "internalizzare la rappresentanza politica, ossia mobilitare il proprio peso elettorale in favore di membri interni alla associazione da presentare come candidati, appoggiando persone legate da stretti vincoli di amicizia o parentela al capo o ai capi delle cosche".

Ma a svelare la nuova strategia politica di Cosa Nostra, il nuovo schema di "internalizzazione" che si ripete anche in altri casi, è il rapporto fra "i Mandalà" e Francesco Campanella. Quest'ultimo è considerato dal gup "uomo ponte" fra le cosche e il mondo politico. "Al suo matrimonio sono suoi testimoni il leader dell'Udeur Clemente Mastella e l'onorevole Salvatore Cuffaro".

Nel 2000 è segretario nazionale dei giovani Udeur, quindi resta consulente del sindaco di Villabate, Lorenzo Carandino, di Fi, che lo stesso Campanella indica alle cosche come candidato ideale a primo cittadino. Furono quei due politici, utilizzando di notte gli uffici anagrafici comunali, a confezionare il documento d'identità falso utilizzato da Provenzano per recarsi a Marsiglia a farsi operare. "Non collateralismo, dunque, ma leadership, è questo l'orientamento prevalente di Cosa Nostra".

"Internalizzare la rappresentanza - spiega ancora il gup - significa essere più forti nella costituzione di lobby politico-mafiose da utilizzare in posizioni chiave della vita economica, politica e istituzionale". Il quartier generale politico di Cosa Nostra è ricavato in un box di lamiera che, però, la polizia ha imbottito di microspie. Rinchiusi là dentro, è Antonino Cinà a parlare con Nino Rotolo "del deputato regionale Giovanni Mercadante: in cambio dell'appoggio elettorale per il rinnovo dell'Assemblea regionale, Mercadante dovrà sostenere al consiglio comunale di Palermo il prescelto dei boss, Marcello Parisi, nipote dell'associato mafioso Angelo Rosario Parisi". E Mercadante si dà subito da fare, promettendo di "attivarsi con l'onorevole Francesco Musotto, presidente della Provincia di Palermo, proveniente da Fi, nella sponsorizzazione del candidato del Corleonesi" al palazzo delle Aquile.

domenica 30 novembre 2008

A Natale puoi fare quello che non puoi fare mai...A Natale si può fare di più per NOI!!!



La norma ieri ha suscitato le vive proteste dell'Ad dell'emittente e del Pd
Oggi il ministro del Welfare frena, mentre quello della Difesa difende la decisione

Sky, La Russa: "Tolto un privilegio"
Sacconi: "Deciderà il Parlamento"



MILANO - Se sarà mantenuto l'aumento dell'Iva per Sky dal 10% al 20% come previsto dal pacchetto anticrisi varato dal governo lo deciderà il Parlamento, che è chiamato a trasformare in legge il decreto. Lo ha detto il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, arrivando a un incontro con i Giovani di Forza Italia a Milano.

La norma, introdotta dal decreto anti-crisi, ha suscitato le vive proteste dell'amministratore delegato di Sky Italia Tom Mockridge, e del Partito Democratico, che ha denunciato il palese conflitto d'interesse con il premier Berlusconi.

Ma il ministro della Difesa Ignazio La Russa la difende: "Sono anche io abbonato a Sky ma bisogna ricordare che quando nacque la pay tv ci fu uno sconto a loro favore che altri non hanno, oggi la loro situazione è stata riportata a livello degli altri. E' stato tolto un privilegio, non messo un peso in più. In momenti di crisi i privilegi vanno tolti a tutti".

(30 novembre 2008) tratto da repubblica.it

CONFLITTO DI INTERESSI: OVVERO QUANDO Babbo Natale E IL "bimbo SILVIO" SONO LA STESSA PERSONA...



La pay-tv protesta con una nota dell'ad italiano: raddopiata la tassa sugli abbonati
Così l'esecutivo colpisce oltre quattro milioni e mezzo di famiglie"

Crisi, sull'Iva Sky contro il governo
"E' un'altra tassa sulle famiglie"
Insorge anche il Pd: "Così il premier di Mediaset colpisce la concorrenza"


ROMA - Nel pacchetto anticrisi varato ieri dal governo c'è anche la sorpresa pay-tv. Vale a dire il raddoppio dell'Iva sugli abbonati. Decisione che da infuriare la tv di Murdoch, leader in Italia nel settore. Con tanto di nota ufficiale dell'amministratore delegato di Sky Italia Tom Mockridge.

clicca qui per il resto dell'articolo

tratto da repubblica.it

sabato 29 novembre 2008

(ENNESIMA!!!) LEZIONE SULLA COERENZA

Fini: camorra e' nemica degli uomini

Ai giovani, 'prendete a calci camorra e droga'

(ANSA) - NAPOLI, 28 NOV - Per il presidente della Camera Gianfranco Fini, in visita a Scampia, ''la camorra e' nemica dei piu' deboli e degli umili''. Fini ha inaugurato il nuovo campetto della scuola calcio del parroco di Scampia don Aniello Manganiello, accolto dai 280 ragazzi dell 'Opera Don Guanella'. ''Mai droga, neanche una volta per provarla'', ha detto Fini ai ragazzi, 'la droga vi mangia il cervello, dopo un po' vi ritrovate come animali. Camorra e droga sono due nemici che vanno presi a calci'.

tratto da ansa.it


prendere a calci un SOTTOSEGRETARIO...ma stiamo scherzando???


LA PICCOLA PESTE



Caro Walter, io me ne vado

Irene Tinagli se ne va dalla direzione del PD. Con una lettera a Veltroni molto molto chiara. Irene Tinagli ha 34 anni ed è una delle tante giovani a cui il PD pensava di fare affidamento. Ma la Tinagli non è solo “giovane“, come se questo da solo dovesse essere un merito, ma ha esperienza da vendere. Ricercatrice presso la Carnegie Mellon University di Pittsburgh, si occupa di creatività, innovazione e sviluppo economico e quest’anno ha pubblicato per Einaudi Talento da svendere in cui “racconta il fallimento delle politiche che avrebbero dovuto motivare l’elemento chiave di ogni processo creativo: gli individui”.
Riportiamo per intero la lettera di dimissioni:

Caro Walter,
ti scrivo perché ho deciso di dimettermi dalla Direzione nazionale del Partito democratico. Una scelta non facile che nasce dall’esperienza di quest’ultimo anno e dai dubbi crescenti sulla capacità del Pd di proporsi come forza riformista e innovativa, come aveva annunciato di voler fare un anno fa.

Il Pd aveva un’obiettivo ambizioso al quale avevo aderito con entusiasmo e che ora faccio fatica a riconoscere in questo partito, in numerosi ambiti. Dalle posizioni ambigue su importanti temi etici e valoriali, alla gestione di processi politici locali e nazionali, ma soprattutto alle posizioni in quegli ambiti più cruciali per la crescita del Paese: istruzione, ricerca e innovazione. Era su questi temi che coltivavo le aspettative maggiori verso il Pd. Ero stata molto delusa dalle politiche del Governo Prodi, ma speravo che con il Pd si aprisse una stagione nuova, fatta di elaborazione di idee e proposte significative. Di fronte alle posizioni del Pd su questi fronti non posso che essere sconcertata.

Non ho visto nessuna proposta incisiva, se non “andare contro” la Gelmini. Peraltro tra tutti gli argomenti che si potevano scegliere per incalzare il ministro sono stati scelti i più scontati e deboli. Il mantenimento dei maestri, le proteste contro i tagli, la retorica del precariato, tutte cose che perpetuano l’immagine della scuola come strumento occupazionale. È questa la linea nuova e riformista del Pd? Cavalcare l’Onda non basta. Serve una proposta davvero nuova, che ribalti le attuali logiche di funzionamento della scuola anziché difenderle. Ma non ho visto niente di tutto questo.

La mia delusione è tanto più forte quando penso alla propaganda fatta un anno fa riguardo all’apertura a idee nuove, quando penso alle molte persone provenienti da ambiti professionali qualificati che si erano avvicinate al progetto del Pd e che avrebbero potuto portare un contributo in termini di idee e innovazione. Che fine hanno fatto queste persone? Quali nuove modalità di coinvolgimento e ricambio ha creato il Partito? Io stessa, che ero stata contattata (così mi era stato detto) per le mie competenze “tecniche”, in un anno di vita del Pd non sono stata consultata mai nemmeno per un parere. Questa emarginazione non ha certo offeso né me né, credo, le altre persone già molto impegnate fuori dalla politica. Mi chiedo però come mai, un anno fa, ci era stata chiesta una collaborazione con tanto apparente entusiasmo quando evidentemente di questa collaborazione non c’era bisogno. Mi chiedo se era necessario fare tanto rumore sul ricambio generazionale quando basta guardare chi sta ancora in cabina di regia per capire che, in fondo, non è cambiato niente.

Inneggiare al cambiamento, all’idea di una società e di una politica nuove serve a poco se manca il coraggio di intraprendere fino in fondo le azioni necessarie a realizzare queste idee. Sartre diceva che noi siamo quello che facciamo. Sono le nostre azioni che ci definiscono, stare a discutere su ciò che ci piacerebbe essere serve a poco: la gente ci giudicherà per quello che abbiamo fatto. E di quello porteremo la responsabilità. Per quanto mi riguarda non voglio portare la responsabilità delle scelte che sta facendo questo partito che in larga parte non condivido e sulle quali non ho avuto e non ho possibilità di incidere in alcun modo. Per questo ho deciso di dimettermi.

Irene Tinagli

Irene Tinagli, empolese, insegna alla Carnegie Mellon University di Pittsburgh. Allieva di Richard Florida, è esperta di politiche pubbliche per l’innovazione, la creatività e lo sviluppo economico. Lavora come consulente per il Dipartimento Affari Economici e Sociali dell’Onu e per la Commissione europea. Il suo ultimo libro è “Talento da svendere” sul perche’ in Italia il talento non riesce a prendere il volo. (Einaudi 2008).

tratto da canisciolti.info

giovedì 20 novembre 2008

OFFICINA INFORMA...



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Martedì 25 novembre 2008
ore 14.30 - Facoltà di Giurisprudenza - Aula 3


Nell’ambito dei corsi di Filosofia del diritto
(Laurea Magistrale e Laurea in Operatore dei Servizi Giuridici)


il Prof. Guido Barbujani
(Università di Ferrara)

terrà un seminario dal titolo

Tutti parenti tutti differenti.
La diversità biologica umana
.”

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26 novembre, ore 21 - Sala Boldini

La rabbia di Pasolini

di Giuseppe Bertolucci (2008 - ipotesi di ricostruzione della parte iniziale de La rabbia di Pasolini e Guareschi, 1963)

Introducono Massimo Maisto e Paolo Veronesi


per la locandina clicca qui.

venerdì 14 novembre 2008

OFFICINA INFORMA...


Martedì 18 novembre ore 21
Sala Estense, Piazza Municipale - Ferrara


Arrière-pensée
Mise en Espace e adattamento del testo di
Roberta Pazi

Con Giulia Giuggioloni,
Mariaelena Farina, Marco Sgarbi, Marco Trippa,
Chiara Faccini, Francesca Savegnago, Matteo
Orlando, Paolo Catani


Riduzione dalle opere di Simone de Beauvoir
“I mandarini”, “Le belle immagini”, “Una donna spezzata"

mercoledì 12 novembre 2008

OH RAGA...C'E' ANCHE LA TELEVISIONE!!!



clicca qui e qui2

per i servizi realizzati da Telestense sulla manifestazione di ieri...

La protesta contro i tagli per salvare la scuola



Erano colorati e pacifici, hanno cantato, ballato, invitato alla partecipazione i passanti incrociati lungo il percorso, ma più di tutto sono risultati essere vigili, attenti ed informati. Sono stati oltre un migliaio gli studenti che hanno marciato in un corteo di protesta lungo le vie del centro cittadino contro i tagli del governo che vanno a colpire le risorse della scuola pubblica e dell'università. Un lungo serpentone di giovani provenienti dalle diverse facoltà dell'ateneo estense cui si è aggregata una ampia rappresentanza degli studenti medi.
E nel corteo un'auto che «sparava» musica, svegliando i ferraresi in una mattinata uggiosa. «Ci bloccano il futuro. Noi blocchiamo la città». E' uno degli slogan che è sintesi dell'iniziativa, fra striscioni, cartelli con slogan coloriti e pieni di fantasia. «Siamo qui - dice Giovanni, studente di Architettura e rappresentante del Coordinamento Studenti Ferraresi - finalmente tutti insieme per reagire alle politiche del nostro governo in materia di riforme scolastica e universitaria. Quello che vogliamo comunicare alla città è il nostro bisogno di partecipazione: nessuno ha interpellato nelle decisioni la componente studentesca, non è mai stato aperto un confronto per ascoltare i diversi punti di vista, esigenze e proposte. In quella che il governo chiama riforma in realtà non vi è volontà progettuale mentre a noi pare necessario apportare dei cambiamenti costruttivi, da leggersi in una prospettiva ampia e lunga nel tempo, che ci conduca a un reale rinnovamento dell'università italiana, che ci porti adessere competitivi col resto del mondo». Il «serpentone» si snoda per la città: viale Cavour, piazza Trento Trieste, il centro - con una «puntata» anche al rettorato. Poi tutti in piazza Castello. I rappresentanti dei Comitati studenteschi universitari sono concordi nell'affermare che, anche se il movimento ferrarese si è mosso un po' in ritardo rispetto ad altre realtà, la volontà di far sentire la propria voce è forte; la linea scelta per una protesta costruttiva è quella di non entrare nelle facoltà con la forza: «Non occuperemo le strutture universitarie e non bloccheremo la didattica in alcun modo, il nostro intento è informare quanta più gente possibile, dare l'opportunità a tutti quanti siano interessati di capire cosa succede. E per questo stiamo lavorando in accordo con molti docenti». Dice Paola, studentessa di Medicina: «Continueremo a riempire le aule perché vogliamo dare segno della nostra presenza attiva».

Il corteo, lungo il percorso, ha raccolto l'appoggio di quasi tutti i cittadini (nonostante alcuni improvvisati «sit-in» agli incroci - come quello ai «4 S») meravigliati per la confusione ma solidali con la causa. «Mio figlio è uno studente ed io sono qui per dare a lui e a tutti questi ragazzi la solidarietà di un mondo adulto che spesso guarda queste iniziative con scetticismo», dice Giorgio, funzionario di banca: «Io trovo che qui ci siano tutti giovani informati e motivati, preoccupati del loro avvenire ma non avviliti né astratti. Portano proposte concrete che vanno ascoltate. Marcio con loro per testimoniare che non sono qui a perdere tempo né a dare fastidio, ma in segno di una richiesta di democraticità, per tutelare il proprio futuro nella maniera più attiva possibile». Informare, proporre, studiare e confrontarsi, queste le parole chiave del movimento che si è organizzato nel Coordinamento scuole ferraresi. Qualcuno ha suggerito: «Siamo pronti per andare anche noi a Roma».

Ingrid Veneroso

(11 novembre 2008) tratto da lanuovaferrara.it

lunedì 10 novembre 2008

Martedì 11 novembre_ mobilitazione a Ferrara

Martedì 11 novembre

grande giornata di mobilitazione a Ferrara

per la difesa della Scuola e dell'Università pubblica

contro la legge 133/2008 e il decreto Gelmini 137/2008.


clicca sull'immagine per la locandina dell'evento


i bebè e il senatore..

mercoledì 5 novembre 2008

INCONTRO LABORATORIO TEATRALE



A cura dell' Associazione Officina

Giovedì 6 novembre - ore 21:00 - Aula 8 -
Facoltà di Giurisprudenza


Incontro con la regista Roberta Pazi per la
formazione di un laboratorio teatrale finalizzato alla realizzazione di uno
spettacolo per la “Giornata della Memoria”

per info:
Alice : 3492268293
Contatto mail:
officina_unife@libero.it

grazie...

lunedì 3 novembre 2008

ALLA FACCIA DELL' ITALIANITA'



Dal 4 al 7 novembre missione congiunta Governo-Confindustria ad Hanoi

Piaggio, Colaninno inaugura uno stabilimento in Vietnam

E' il più importante investimento italiano nel paese. Alla cerimonia del taglio del nastro sarà presente il ministro dello Sviluppo economico, Scajola


Roma, 2 nov. - (Adnkronos) - La Piaggio inaugura uno stabilimento in Vietnam, raggiungendo il primato del più importante investimento italiano nel paese. Sarà il presidente Roberto Colaninno a 'tagliare il nastro' del nuovo insediamento industriale, in partenza con i rappresentanti di governo e Confindustria per la missione che porterà dal 4 al 7 novembre oltre 150 imprenditori italiani ad Hanoi.

A guidare la missione sarà il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola accompagnato dal sottosegretario Adolfo Urso. Per l'Ice sara' presente il presidente Umberto Vattani. L'Abi interverra' con il presidente Corrado Faissola e il direttore centrale Domenico Santececca. I due accompagneranno i rappresentanti di 11 banche. Ad accompagnare le imprese vi saranno il vicepresidente di Confindustria per l'Internazionalizzazione Paolo Zegna e Cesare Trevisani vicepresidente per le infrastrutture la logistica e la mobilita'.

tratto da adnkronos.com

domenica 2 novembre 2008

Carovana Antimafie 2008 a Ferrara il 4 Novembre



Libera_Associazioni nomi e numeri contro le
mafie(Coordinamento di Ferrara)


in collaborazione con

ARCI – Ferrara
Avviso Pubblico

invitano la cittadinanza ad una tavola rotonda di confronto

sul tema

«Il contrasto della criminalità e la tutela dei diritti : le scelte delle
istituzioni ed il ruolo della società civile»


il dibattito avrà luogo il 4 novembre 2008 alle 19.00 presso la Sala Boldini (via Previati, 18)
e vedrà la partecipazione di

Toni Dall'Olio, Presidente di Libera Internazionale

Ivano Devicienti
, socio della cooperativa Terre di Puglia-Libera Terra

Massimo Cipolla
, consulente legale del Centro Servizi
Integrati per l’Immigrazione dei comuni della provincia di Ferrara

e di un Sostituto Procuratore della Repubblica di Ferrara

a seguire

Cena della Legalità con prodotti provenienti dalle cooperative Libera Terra
dalle ore 21.00 presso il Café de la Paix (piazzetta Corelli, 24-26)


clicca qui per visualizzare la locandina dell'evento

grazie...

sabato 1 novembre 2008

Da che pulpito arriva la predica...

IL TAGLIO DEL VICINO E' SEMPRE PIU' VERDE. ANCHE PER LA CHIESA
di Francesco Daveri e Fausto Panunzi 31.10.2008

Va bene tagliare, fino a che i tagli riguardano le tasche degli altri. E' la regola aurea del dibattito pubblico italiano. Stupisce che sia applicata anche dalla Chiesa italiana nel caso della scuola. Perché se il problema dei risparmi esiste, e per risolverlo servono proposte concrete, una delle opzioni potrebbe essere la riduzione di spesa ottenibile dall'abolizione dell'obbligo dell'insegnamento della religione cattolica negli istituti statali. Anche perché sono diverse le peculiarità che contraddistinguono gli insegnanti di religione in Italia.

tratto da lavoce.info

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Ti stai sbagliando chi hai visto non è, non è FrancescO



SIGNORE E SIGNORI, BUONASERA...



A SEGUIRE:

VENERABILISSIMO, la consueta rubrica di approfondimento sul mondo "golpistico".

GRAZIE E BUON PROSEGUMENTO CON I PROGRAMMI DELLA SERATA


ndr: ci scusiamo per l'abbondare dei post sul tema, si tratta più che altro di uno SFOGO.

venerdì 31 ottobre 2008

MOZIONE DEL SENATO ACCADEMICO


Mozione del Senato Accademico dell'Universita' di Ferrara del giorno 28 ottobre 2008

Di fronte al comprensibile disorientamento degli studenti, delle loro famiglie e di tutto il personale dell’Università, che trova espressione nelle proteste di questi giorni, e alle persistenti distorsioni presenti nella discussione pubblica, che rischiano di far perdere di vista le questioni essenziali, il Senato Accademico dell’Università di Ferrara

ricorda che la capacità di crescita culturale, economica e sociale di un paese, e dunque le sole prospettive di uscita dalla grave crisi attuale, dipendono in modo essenziale dal rilancio dell’Università, dalla qualità dell’alta formazione, della ricerca fondamentale e di quella applicata;

sottolinea che l’Ateneo ferrarese è stato il primo, con l’Assemblea convocata dal Magnifico Rettore l’8 luglio scorso, a discutere in forma ampia, approfondita e partecipata i contenuti e le finalità degli interventi configurati nel decreto legge n. 112/2008, convertito con legge n. 133/2008 i quali rappresentano una mera operazione di taglio generalizzato dei finanziamenti e non la base di una riforma del sistema universitario;

esprime vivissima preoccupazione per le riduzioni del fondo di finanziamento ordinario, previste progressivamente dal 2009 fino al 2013, e per il blocco del turn over ad esse associato, il cui effetto congiunto sarà quello di provocare un rapido e irreversibile impoverimento dell’offerta formativa, della ricerca e dei servizi, rendendo insostenibile la programmazione didattica richiesta dal decreto ministeriale n. 270/2004;

ribadisce l’essenziale e costituzionalmente garantita vocazione pubblica dell’Università, chiamata a rispondere all’interesse collettivo, nella sua valenza strategica per la vita e il futuro del Paese che l’Ateneo ferrarese ha sintetizzato, sin dal 2004, nel motto “pubblici, orgogliosamente pubblici”;

rileva le ripercussioni negative prodotte da ogni prospettiva di smantellamento del sistema pubblico del sapere, dell’istruzione e della ricerca, i cui danni ricadrebbero sugli studenti, sui docenti e i ricercatori, e su tutti i cittadini;

evidenzia come la possibilità di trasformazione delle Università in fondazioni di diritto privato non costituisca, per la sua palese inconsistenza sul piano normativo, un’opzione reale e sia finora servita solo a distogliere l’attenzione dai veri problemi che minacciano il futuro dell’università pubblica, configurandosi come una soluzione meramente nominalistica ad una cronica asfissia di fondi e, dunque, come una strada non percorribile;

conferma l’impegno dell’Università di Ferrara, nel segno di un’autonomia responsabile, a sostenere la riqualificazione del sistema universitario attraverso una rigorosa valutazione della didattica e della ricerca volta a premiare gli Atenei più virtuosi; a seguire cioè un percorso ben diverso rispetto a quanto previsto dalla legge n. 133/2008 che finisce per penalizzare proprio gli Atenei, come quello di Ferrara, che da anni operano con coerenza per accrescere la propria qualità ed efficienza;

Il Senato Accademico fa propria la posizione espressa dalla CRUI, il cui ruolo di rappresentanza unitaria degli Atenei italiani è oggi più che mai centrale, nel documento del 23 ottobre scorso in cui si chiede:
* il rapido avvio di interventi legislativi e normativi di forte contenuto innovatore su valutazione, governance, reclutamento, stato giuridico, dottorato di ricerca, formazione degli insegnanti, diritto allo studio, trasferimento tecnologico
* una urgente riconsiderazione delle condizioni finanziarie determinate dai recenti provvedimenti legislativi che rischiano di portare a situazioni del tutto insostenibili per l’intero sistema a partire dal 2010.

tratto da unife.it

MI VIENE DA VOMITARE...



QUANDO LA REALTA' SUPERA LA FANTASIA...



IO HO VISTO COSE...

HO VISTO AD ESEMPIO:



IL MONDO ALLA ROVESCIA...


Consob: condannata in solido a risarcire oltre 1.700 azionisti
18/09/2008

MILANO (MF-DJ)--La Consob, in via solidale con Banca Leonardo, Deloitte
& Touche e Virgilio Degiovanni, sono stati condannati dal Tribunale Civile
di Milano in primo grado a risarcire circa 1.700 investitori rappresentati
dal Siti (www.sindacatositi.it), Sindacato Italiano per la Tutela
dell'Investimento e del risparmio di Milano ed assistiti in giudizio
dall'avvocato Calvetti di Treviso.

L'associazione, si legge in una nota, ha attualmente in corso iniziative
di tutela anche a favore degli azionisti ed obbligazionisti Alitalia e
Lehman Brothers. I fatti si riferiscono alla falsita' del prospetto
informativo che consenti' il collocamento in Borsa, nel segmento del Nuovo
Mercato, dei titoli della societa' Freedomland Itn Spa, oggi Eutelia,
all'iperbolico prezzo di 105 per azione.

tratto da milanofinanza.it



# Consob - Cosa fa #


L'attività della Consob ha come obiettivi la tutela degli investitori e l'efficienza, la trasparenza e lo sviluppo del mercato mobiliare.

Le sue funzioni si sono progressivamente sviluppate nel tempo in relazione sia all'esigenza di estendere l'ambito della tutela del risparmio che al progressivo evolversi del mercato finanziario e della legislazione in materia.

tratto da consob.it

SIMPLY THE BEST!!!



IL CLUB DEGLI ECCELLENTI
di Tullio Jappelli e Fausto Panunzi 25.03.2008

Sulla stampa è recentemente apparsa la notizia dell'iniziativa dei rettori di dodici atenei, tra cui Bologna, Padova e il Politecnico di Milano, di costituire un'associazione per la qualità delle università. Il progetto è criticabile sia nel metodo che nel merito: contrariamente alle intenzioni, tende di fatto a creare un club con accesso preferenziale ai fondi ministeriali, piuttosto che indirizzare e incentivare la qualità della ricerca e della didattica.

per visualizzare il resto dell'articolo clicca qui.

tratto da lavoce.info

giovedì 30 ottobre 2008

Università, studenti all’attacco



Università, studenti all’attacco
Ieri partecipato incontro a cura del coordinamento


Nasce dal basso il coordinamento di studenti che ha organizzato l’i ncontro dal titolo “Legge 133/08: parliamone” svoltosi ieri pomeriggio presso la facoltà di Giurisprudenza. Il “Coordinamento studenti di Giurisprudenza” - si firmano così gli organizzatori - è nato da pochissimo ma è la scintilla di qualcosa di più grande.

Realtà simili (singoli studenti riuniti in gruppi non supportati da organismi di partito) stanno nascendo già in queste ore anche nelle altre Facoltà.

Sintomo di una vivacità studentesca genuina, pura, che vuole affrancarsi dalle strumentalizzazioni. Ieri l’Aula Magna di Giurisprudenza è stata letteralmente invasa dagli studenti, giunti da tutto l’ateneo ferrarese per seguire il dibattito sulla legge che sta generando lo scontento tra gli operatori del settore universitario.

La notevole affluenza di pubblico ha costretto gli organizzatori ad allestire una video conferenza al piano terra per consentire a tutti di seguire il dibattito.

«I tempi sono difficili, anzi tristi - ha esordito il professor Pastore, preside di Giurisprudenza - la legge 133/08 prevede tagli lineari, ovvero non tiene conto delle particolarità».

I tagli operano indistintamente, senza indagare quali siano gli atenei “spreconi” e quelli virtuosi. Secondo una recente valutazione del Civr (Comitato di Indirizzo per la valutazione della Ricerca) «la nostra facoltà - dichiara Pastore - è risultata al terzo posto su scala nazionale in quanto a qualità della ricerca».

Ma questa nota di merito pare non valere a molto.

«Perché, se siamo terzi in Italia, - si chiede Pastore - ci tagliano i fondi a come agli altri?».

La parola passa poi a Guido Barbujani (docente di genetica, Università di Ferrara): «Ho sentito dire da qualcuno che questa riforma offre un’ opportunità all’Università... ora, immaginate un pescatore affamato che regge in mano un bastone, offro un’o pportunità a quel pescatore affamato se gli presto una lenza da fissare al bastone, non se prendo quel bastone e glielo spezzo».


L’aula, ormai al massimo della capienza, con studenti in piedi e seduti fino per le scale, esplode in un fragoroso applauso. Sconfortanti anche i numeri.

«L’Italia investe lo 0,9% del Pil nell’Università - illustra Barbujani - quando gli Usa di Bush, benché esponenti di una politica capitalistica, investono più del doppio. Occorre ridare una dignità all’istruzione».

«Ma a cosa serve la ricerca? - si chiede provocatoriamente Barbujani - A generare conoscenza prima di tutto - spiega - ma anche ricchezza: i frutti della ricerca di oggi, domani saranno brevetti industriali, quindi monetizzabili».

Il professor Nappi (docente di diritto processuale civile, Università di Ferrara) conclude ricordando che «il primo degli effetti graverà sui portafogli degli studenti. Essendo due i principali canali di finanziamento (fondi pubblici e tasse universitarie) mancando il primo si dovrà potenziare il secondo». Nappi riconosce che l’autonomia concessa agli atenei italiani è stata in certi casi mal gestita ma privatizzare significa comunque cedere il potere decisionale all’interno degli atenei al finanziatore privato e non più agli organi di rappresentanza».

La norma che permette la trasformazione degli atenei in fondazioni quindi è’’pericolosa oltre che di difficile applicazione’’. Il professor Bin (docente di diritto costituzionale, Università di Ferrara) denuncia infine la “scandalosa situazione” del diritto allo studio. In chiusura di assemblea è stata diffusa anche l’i potesi che il ministro Gelmini possa arrivare l’11 novembre in città per una inziaitiva della Ssis.

di Edoardo Rosso (30 ottobre 2008)

tratto da lanuovaferrara.repubblica.it

martedì 28 ottobre 2008

OFFICINA INFORMA



OFFICINA INFORMA:

ASSEMBLEA STUDENTI

GIOVEDI' 30 OTTOBRE - ORE 21.00

Chiostro di Santo Spirito

ODG:

DIRITTO ALLO STUDIO: (bando Er.go)

ANALISI E RICHIESTE DEGLI STUDENTI



A cura dell'associazione Rua_Ferrara


per info:

FRANCESCO: 3294289388/ CHIARA: 3335926507

lunedì 27 ottobre 2008

RIFORMA UNIVERSITARIA, LEGGE 133/08: PARLIAMONE.



TUTTI DENTRO!

RIFORMA UNIVERSITARIA, LEGGE 133/08: PARLIAMONE.

Mercoledì 29 ottobre 2008 dalle ore 13:00 alle ore 15:00

presso l’Aula Magna della facoltà di Giurisprudenza
si terrà un incontro volto a sensibilizzare tutti, studenti e non, sul tema della riforma universitaria, nel corso del quale verrà illustrato il testo della legge 133/08.

Parteciperanno:

prof. Guido Barbujani (docente di genetica, UNIVERSITA’ DI FERRARA)

prof. Pasquale Nappi (docente di diritto processuale civile, UNIVERSITA’ DI FERRARA)

prof. Baldassare Pastore (preside della facoltà di Giurisprudenza, UNIVERSITA’ DI FERRARA)

Al termine degli interventi si aprirà il dibattito.


VI ASPETTIAMO NUMEROSI!

Coordinamento studenti di Giurisprudenza

per informazioni e iscrizioni al gruppo:
coordinamentostudentigiuri@gmail.com

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(PARENTESI SUL "MONDO" DELLA SCUOLA)

"ALLA FINE ANCHE NOI, UN PO' PIU' VECCHIOTTI, ABBIAMO AVUTO IL MAESTRO UNICO E NON MI PARE CHE ABBIA CREATO DEI PROBLEMI?!"




ma anche



ELEMENTARE, GELMINI!
di Fausto Panunzi e Roberto Perotti 09.09.2008

Pedagogisti e scienziati dell'educazione discutono da decenni vantaggi e svantaggi del maestro unico. Ed è vero, come dice Bossi, che "Se c'è un solo insegnante è più facile che si rovini il bambino". Ma sulla scuola bisogna comunque rifiutare l'immobilismo e intervenire per migliorarla. Tenendo conto del livello qualitativo attuale. Ecco in che modo.

per leggere il resto dell'articolo clicca qui.

tratto da lavoce.info

A PROPOSITO DI ILVA...

PRIMA PARTE



SECONDA PARTE



TERZA PARTE

domenica 26 ottobre 2008

GLI AMICI DEGLI AMICI

Taranto, battaglia sui veleni dell'Ilva
Il ministero rimuove i tecnici anti-diossina
TARANTO - Sul loro tavolo c'era il futuro del più grande stabilimento siderurgico d'Europa, l'Ilva di Taranto. E la salute di centinaia di migliaia di cittadini. Avrebbero dovuto decidere, infatti, se concedere o meno alla fabbrica l'Autorizzazione integrata ambientale (Aia), una carta necessaria per la prosecuzione dell'attività. Invece, non decideranno nulla. Il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, li ha rimossi: al loro posto ha nominato tecnici di sua fiducia. "Una decapitazione del sapere tecnico-scientifico che dà forte ragione di inquietudine" attacca il presidente della Regione, Nichi Vendola.

Che a questo punto ha deciso di fare da solo: nelle prossime settimane il governatore presenterà infatti al consiglio regionale una legge che imporrà all'Ilva, così come a tutte le altre aziende che producono in Puglia, la riduzione delle emissioni inquinanti. "Stabiliremo un cronoprogramma: più passa il tempo - dice Vendola - e più dovranno tagliare. Altrimenti saremo costretti a farli chiudere".

La decapitazione ministeriale dei tecnici è stata scoperta dai pugliesi il 15 ottobre. "Convocati a Roma ci siamo trovati davanti il nuovo presidente del nucleo di coordinamento scelto dal ministro Prestigiacomo - spiega l'assessore all'Ambiente, Michele Losappio - Stranamente, più volte e con grande enfasi, ha voluto sottolineare come le emissioni dell'Ilva siano tutte nei limiti dell'attuale normativa nazionale". "Per la prima volta poi - continua il direttore regionale dell'Arpa pugliese, il professor Giorgio Assennato - al tavolo c'erano anche i tecnici dell'azienda".


"Insomma l'aria sembra cambiata, almeno al ministero" dice invece Vendola, proprio lui che appena insediato aveva fatto proprio un piano industriale d'accordo con la famiglia Riva. L'Ilva effettivamente ha speso 300 milioni di euro per modernizzare gli impianti e ha dimostrato la possibilità di ridurre le emissioni. "Non ha mantenuto però molti degli impegni presi - continua il governatore pugliese - E soprattutto nel piano presentato al Ministero parla di riduzioni delle emissioni di diossina molto lontane rispetto alla nostra pretesa: indicano limiti tre volte superiori rispetto a quelli che noi chiediamo".

Ecco perché la Regione Puglia ha già annunciato che se le carte in tavola non cambieranno, esprimerà parere negativo al rilascio dell'Aia. Ma il parere non è vincolante. Da qui la decisione di intraprendere la strada della legge regionale. "Qui si vuol far credere - spiega ancora il presidente pugliese - che in realtà non c'è niente da fare. Che o c'è la fabbrica con tutti i suoi veleni, o c'è una salubrità mentale assediata dalla disoccupazione. Ci si mette davanti all'opprimente aut aut che o si muore di cancro o si muore di fame. Invece investendo nelle tecnologie quelle riduzioni possono arrivare. In caso contrario, meglio una vita da povero che una morte sicura".

L'Ilva negli ultimi quattro anni ha prodotto utili per 2,5 miliardi. "E approfittando del vantaggio competitivo che deriva dal non avere i rigori normativi di altre aree d'Europa farà sempre più utili" dice Vendola. "In qualsiasi parte d'Europa, Slovenia esclusa, l'Ilva fosse stata, avrebbe dovuto chiudere o abbassare le emissioni" spiega il professor Assennato. "Soltanto in Italia esiste una legge con dei limiti così alti".

Il governo pugliese, in più riprese, ha chiesto di cambiare quella norma sia al governo di centrosinistra sia a quello di centrodestra. "Mai abbiamo avuto risposte. E ora mi trovo con i dirigenti cambiati, con Emilio Riva, il padrone dell'Ilva, come socio della Cai e sempre lui come principale beneficiario della processione anti Kyoto del governo Berlusconi. Io ho il dovere di mettere tutti gli interlocutori di fronte alle proprie responsabilità".

Questo scontro istituzionale arriva dopo un altro, violentissimo, avvenuto quest'estate. Per motivare la richiesta di diminu-zione degli inquinanti, e in particolare del benzoapi-rene, l'Arpa pugliese aveva allegato una serie di analisi dell'Università di Bari. Soltanto da due anni, infatti, l'Agenzia regionale per l'ambiente sta monitorando l'Ilva. Il direttore regiona le del ministero, Bruno Agricola, ha sostenuto che "le campagne effettuate non pos sono essere ritenute valide". I criteri di rilevamento, nel 2005 e nel 2006, non avrebbero rispettato quanto previsto da una legge del 2007. In sostanza, avrebbero dovuto prevedere il futuro.

Di Giuliano Foschini

venerdì 24 ottobre 2008

POI NON DITE CHE NON VI AVEVO AVVERTITO...BEN 50 ANNI FA!!!

"Ci siano pure scuole di partito o scuole di chiesa. Ma lo Stato le deve sorvegliare, le deve regolare; le deve tenere nei loro limiti e deve riuscire a far meglio di loro. La scuola di Stato, insomma, deve essere una garanzia, perché non si scivoli in quello che sarebbe la fine della scuola e forse la fine della democrazia e della libertà, cioè nella scuola di partito.

Come si fa a istituire in un paese la scuola di partito? Si può fare in due modi. Uno è quello del totalitarismo aperto, confessato. Lo abbiamo esperimentato, ahimè. Credo che tutti qui ve ne ricordiate, quantunque molta gente non se ne ricordi più. Lo abbiamo sperimentato sotto il fascismo. Tutte le scuole diventano scuole di Stato: la scuola privata non è più permessa, ma lo Stato diventa un partito e quindi tutte le scuole sono scuole di Stato, ma per questo sono anche scuole di partito. Ma c'è un'altra forma per arrivare a trasformare la scuola di Stato in scuola di partito o di setta. Il totalitarismo subdolo, indiretto, torpido, come certe polmoniti torpide che vengono senza febbre, ma che sono pericolosissime... Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle" scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi: ve l'ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico"


Piero Calamandrei - discorso pronunciato al III Congresso in difesa della Scuola nazionale a Roma l'11 febbraio 1950

NdR: su gentile segnalazione dell'amico D.M.

QUESTI FACINOROSI HANNO IL SUPPORTO DEI GIORNALI...MA SOLO LORO???



o se preferite il cinema...

SI PERO' DECIDITI...



SCUOLA: BERLUSCONI, FACINOROSI TRA MANIFESTANTI
ROMA - Berlusconi denuncia la presenza di "facinorosi" nelle manifestazioni di questi giorni riguardo alla riforma della scuola, che a giudizio del premier hanno "l'appoggio della sinistra estrema e dei centri sociali" ed "il supporto dei giornali". "Ho letto ancora un po' di titoli di giornali...", allarga le braccia il premier. Sulla scuola, dice che "il discorso è chiuso".

Berlusconi insomma fa capire di non aver fatto alcuna retromarcia e sostiene: "Le persone di buon senso sanno dare giudizio su quello che leggono. Io non ho cambiato atteggiamento né giudizio. Ho parlato con il ministro degli Interni e penso che lo Stato deve difendere i diritti dei cittadini, tra cui quello di frequentare le scuole e le università". "Se poi ci sono dei facinorosi che vogliono manifestare, manifestino pure. Hanno tutte le strade possibili e immaginabili per farlo - aggiunge il premier - ma non impediscano l'accesso di altri nelle strutture pubbliche".

Allora chi manifesta è un facinoroso?, chiedono i giornalisti. "Chi manifesta può essere uno che si oppone perché non è d'accordo - ribatte il premier -, da quello che abbiamo visto tantissime manifestazioni della scuola sono organizzate dall'estrema sinistra e dai centri sociali, come mi ha confermato ieri il ministro Maroni. Si può ben dire in questi casi che in queste manifestazioni ci sono dei facinorosi. Non tutti, piccoli gruppi. E hanno il supporto dei giornali".

Dalla Cina il premier ribatte alle critiche che arrivano da Roma sulle parole pronunciate ieri a Pechino da Berlusconi. "Io vado avanti a realizzare il mio programma. Indipendentemente da tutti i teatri e teatrini che mette in campo la sinistra. Chiaro? Non c'é nessuna possibilità di dialogo con questa sinistra". "Affermano che sono un dittatore - dice ancora il premier - E allora, se sono un dittatore, perché dovrei dialogare? Do ordini e mi impongo. Se invece non è vero che sono un dittatore e non c'é un regime, se la realtà è che siamo un paese democratico in cui c'é una maggioranza assolutamente democratica, che credibilità posso dare a chi afferma che siamo in un regime?".

tratto da ansa.it

giovedì 23 ottobre 2008

(ULTERIORI) CONSIGLI PER LA LETTURA...




L' università truccata



In sintesi
L'università italiana sta morendo di nepotismo, scarsa selezione nel vagliare il corpo docente, mancanza di incentivi alla produzione scientifica, incapacità di individuare prospettive da seguire da parte di chi ha il compito di governarne l'evoluzione. L'università italiana non è produttiva né equa, non facilitando la mobilità sociale. Praticamente ogni ministro ha legato il proprio nome a una rivoluzione dell'università, suscitando dibattiti infiniti su ogni comma di legge. Ma un osservatore esterno che guardasse ai risultati invece che ai mille rivoli delle normative non si accorgerebbe di nulla. Ciò che serve è una cosa sola: abbandonare l'illusione di poter controllare tutto dal centro e introdurre invece un sistema di incentivi e disincentivi efficaci. Questo saggio è la fotografia impietosa di una catastrofe educativa che pesa sul futuro dell'Italia. Ma anche la coraggiosa proposta di alcune riforme semplici e radicali, per rompere definitivamente con decenni di palliativi. Un sistema dove sia nell'interesse stesso degli individui cercare di fare buona ricerca e buona didattica ed evitare comportamenti clientelari. Un sistema in cui ogni ateneo possa fare quello che vuole, ma dove chi sbaglia sia chiamato a pagare. Un sistema che elimini la straordinaria iniquità attuale, in cui le tasse di tutti finanziano l'università gratuita dei più abbienti.

CONSIGLI PER LA LETTURA...

Efficienti perché pubblici. Organizzare il cambiamento nell'università pubblica: il caso dell'Ateneo di Ferrara




In sintesi
È da diverso tempo che l'intera pubblica amministrazione è generalmente percepita come inefficiente, come luogo dove i "nullafacenti" sono accettati, tanto da uniformare stili e prassi verso il basso. Ma sono davvero tutti nullafacenti? No, secondo i curatori: il libro sostiene anzi che nella pubblica amministrazione si trovano competenze professionali di altissimo profilo e tanta voglia di fare. L'Ateneo di Ferrara si è posto il problema: come fare per liberare questa voglia e stimolare le competenze professionali perché si possano esprimere al meglio, ritenendo di aver individuato una strada originale che si illustra in queste pagine nelle sue "bestpractices" per consentire all'intero sistema universitario una riflessione in merito all'efficienza.

Ancora tu, ma non dovevamo non rivederci più?



Il ritorno di Cirino Pomicino: ora è un tecnico di palazzo Chigi

di SERGIO RIZZO

Fino a quel terribile 1994, quando il terremoto di Tangentopoli aveva investito anche lui, ex ministro della Funzione pubblica e, potentissimo, del bilancio, Paolo Cirino Pomicino era stato un pilastro di quella Dc di Giulio Andreotti e Arnaldo Forlani che in quegli anni comandava l’Italia insieme al Psi di Bettino Craxi. Poi la traversata nel deserto, fino al ritorno in Parlamento (quello europeo, però), nel 2004 con le liste dell’Udeur di Clemente Mastella, allora schierato con il centrosinistra. E finalmente, nel 2006, il rientro a Montecitorio, con la lista Dc Nuovo Psi, schierata con il centrodestra. Due anni dopo, alla soglia dei 69 anni, una seconda cocente delusione. Che però meritava un sia pur simbolico risarcimento. Il ministro per l’attuazione del programma Gianfranco Rotondi, segretario del suo partito, la Dc per le autonomie, lo ha nominato infatti presidente di un organismo di palazzo Chigi, battezzato «Comitato tecnico scientifico per il controllo strategico nelle amministrazioni dello Stato», dopo aver spazzato via tutti quelli che erano stati messi lì, il 3 agosto del 2006, dal governo di Romano Prodi. A cominciare dal presidente: la professoressa Luisa Torchia, ordinario di giurisprudenza a Roma Tre, autrice di pubblicazioni con l’ex parlamentare di centrosinistra e giurista Franco Bassanini.
Insieme a Cirino Pomicino sono stati collocati in quel comitato Vincenzo Chianese (già dirigente della Ragioneria) il capo dell’ufficio studi di Bankitalia Giancarlo Morcaldo, già fedelissimo dell’ex governatore Antonio Fazio, e Federica Collaretti, componente della direzione nazionale della Dc di Rotondi, autrice anche di articoli sulla Discussione, organo del partito. Memorabile l’incipit del pezzo che gli è stato pubblicato a febbraio del 2008: «A nostro avviso il Presidente Berlusconi ha chiuso splendidamente il quadro per affrontare la competizione elettorale nazionale. Abbiamo fondate certezze che sono state individuate le richieste del corpo elettorale e che il Pdl saprà rispondere adeguatamente ai problemi del Paese».
Ma a che serve questo Comitato? L’organismo è stato istituito una decina d’anni fa con un ruolo di consulenza di palazzo Chigi e dovrebbe svolgere, testualmente, «attività di supporto al Presidente del Consiglio dei Ministri o al Ministro da lui delegato, al fine di assicurare la coerenza tra il programma di Governo e la pianificazione strategica dei Ministeri in relazione alle funzioni di direzione della politica generale e di mantenimento dell’unità d’indirizzo politico ed amministrativo del Governo». Non soltanto. Il Comitato presieduto da Cirino Pomicino, a cui non mancherà l’occasione per mettere a frutto l’esperienza accumulata come ministro della Funzione pubblica, deve anche promuovere «l’utilizzo di metodologie e strumenti comuni per la pianificazione strategica delle amministrazioni dello Stato, la circolazione di informazioni e documenti e il confronto di buone prassi; elaborare metodologie e strumenti per assicurare e migliorare il collegamento fra gli obiettivi strategici e l’allocazione e l’uso delle risorse nelle amministrazioni; elaborare proposte per la progressiva integrazione tra il processo di formazione del bilancio e il processo di pianificazione strategica delle amministrazioni». Dulcis in fundo, «formulare anche su richiesta del Presidente del Consiglio dei Ministri, valutazioni specifiche di politiche pubbliche o programmi e amministrazioni dello Stato». In pratica, a Luisa Torchia era stato affidato l’incarico di coordinare i servizi di controllo interno dei ministeri. Una roba mica da ridere, naturalmente se tutto questo fosse una cosa seria.
Quindi, vista l’enormità dei compiti caricati sulle spalle dei componenti del Comitato, alle sedute saranno ammessi per dare il loro contributo, anche i consiglieri giuridici del ministro. Al plurale, perché sono addirittura due: il primo è l’ex consigliere della Siae Augusto Pistolesi, ritenuto molto vicino allo stesso Rotondi. Il secondo risponde al nome di Carlo Bernini. Proprio lui, l’ex ministro dei Trasporti che aveva affiancato Rotondi nel tentativo di rilanciare la Balena Bianca? Chiusa ormai da tempo, da quando le inchieste di Mani pulite si abbatterono sulla sua Dc, la carriera politica attiva, l’ex ministro Bernini, che negli anni Settanta era stato anche consigliere di amministrazione dell’Alitalia, ora è presidente della compagnia aerea low cost Myair. Senza rinunciare all’attività accademica. Insegna infatti alla Link Campus university of Malta, istituto presieduto da un altro pezzo da Novanta del vecchio Scudo crociato: nientemeno che l’ex ministro dell’Interno Vincenzo Scotti. A volte ritornano.

tratto da laderiva.corriere.it