mercoledì 12 novembre 2008

La protesta contro i tagli per salvare la scuola



Erano colorati e pacifici, hanno cantato, ballato, invitato alla partecipazione i passanti incrociati lungo il percorso, ma più di tutto sono risultati essere vigili, attenti ed informati. Sono stati oltre un migliaio gli studenti che hanno marciato in un corteo di protesta lungo le vie del centro cittadino contro i tagli del governo che vanno a colpire le risorse della scuola pubblica e dell'università. Un lungo serpentone di giovani provenienti dalle diverse facoltà dell'ateneo estense cui si è aggregata una ampia rappresentanza degli studenti medi.
E nel corteo un'auto che «sparava» musica, svegliando i ferraresi in una mattinata uggiosa. «Ci bloccano il futuro. Noi blocchiamo la città». E' uno degli slogan che è sintesi dell'iniziativa, fra striscioni, cartelli con slogan coloriti e pieni di fantasia. «Siamo qui - dice Giovanni, studente di Architettura e rappresentante del Coordinamento Studenti Ferraresi - finalmente tutti insieme per reagire alle politiche del nostro governo in materia di riforme scolastica e universitaria. Quello che vogliamo comunicare alla città è il nostro bisogno di partecipazione: nessuno ha interpellato nelle decisioni la componente studentesca, non è mai stato aperto un confronto per ascoltare i diversi punti di vista, esigenze e proposte. In quella che il governo chiama riforma in realtà non vi è volontà progettuale mentre a noi pare necessario apportare dei cambiamenti costruttivi, da leggersi in una prospettiva ampia e lunga nel tempo, che ci conduca a un reale rinnovamento dell'università italiana, che ci porti adessere competitivi col resto del mondo». Il «serpentone» si snoda per la città: viale Cavour, piazza Trento Trieste, il centro - con una «puntata» anche al rettorato. Poi tutti in piazza Castello. I rappresentanti dei Comitati studenteschi universitari sono concordi nell'affermare che, anche se il movimento ferrarese si è mosso un po' in ritardo rispetto ad altre realtà, la volontà di far sentire la propria voce è forte; la linea scelta per una protesta costruttiva è quella di non entrare nelle facoltà con la forza: «Non occuperemo le strutture universitarie e non bloccheremo la didattica in alcun modo, il nostro intento è informare quanta più gente possibile, dare l'opportunità a tutti quanti siano interessati di capire cosa succede. E per questo stiamo lavorando in accordo con molti docenti». Dice Paola, studentessa di Medicina: «Continueremo a riempire le aule perché vogliamo dare segno della nostra presenza attiva».

Il corteo, lungo il percorso, ha raccolto l'appoggio di quasi tutti i cittadini (nonostante alcuni improvvisati «sit-in» agli incroci - come quello ai «4 S») meravigliati per la confusione ma solidali con la causa. «Mio figlio è uno studente ed io sono qui per dare a lui e a tutti questi ragazzi la solidarietà di un mondo adulto che spesso guarda queste iniziative con scetticismo», dice Giorgio, funzionario di banca: «Io trovo che qui ci siano tutti giovani informati e motivati, preoccupati del loro avvenire ma non avviliti né astratti. Portano proposte concrete che vanno ascoltate. Marcio con loro per testimoniare che non sono qui a perdere tempo né a dare fastidio, ma in segno di una richiesta di democraticità, per tutelare il proprio futuro nella maniera più attiva possibile». Informare, proporre, studiare e confrontarsi, queste le parole chiave del movimento che si è organizzato nel Coordinamento scuole ferraresi. Qualcuno ha suggerito: «Siamo pronti per andare anche noi a Roma».

Ingrid Veneroso

(11 novembre 2008) tratto da lanuovaferrara.it

Nessun commento: