martedì 23 novembre 2010

Officina Foto & Jazz - MERCOLEDI' 1 DIC



quando MERCOLEDI' 1 DIC - 18.30-23.00

dove Korova Milk Bar, Via Croce Bianca 51, FERRARA -
traversa di Via Ripa Grande e Via Garibaldi
angolo con Capo delle Volte


cosa Aperitivo presentazione Ass. Officina

con musica jazz & esposizione fotografica di Natanux

per la locandina clicca qui.

giovedì 7 ottobre 2010

BAU BAU!!!

http://www.youtube.com/watch?v=L1ef-Id8QIo&feature=related


"Sposto i segugi da Monaco a Mantova"
Marcegaglia dice: mi sentii minacciata


Sallusti e Porro de Il Giornale indagati per violenza privata contro la numero uno di Confindustria. Dossier perché criticava il governo. Feltri: "Se qualcuno ha sbagliato ben venga la magistratura"

Dopo il caso Boffo e quello della casa di Montecarlo attribuita al cognato di Gianfranco Fini, esplode l'affaire Marcegaglia. La procura di Napoli tiene sotto intercettazione il telefono del portavoce della presidente degli industriali. E scopre che dopo un'intervista rilasciata al Corriere della sera in cui Emma Marcegaglia criticava l'esecutivo, da via Negri parte una telefonata: "Adesso ci divertiamo, per venti giorni romperemo il cazzo alla Marcegaglia come pochi al mondo". Il numero uno di Confindustria spiega ai magistrati: "Ho percepito l'avvertimento come un rischio reale e concreto per la mia persona e la mia immagine. Tanto che mi misi in contatto con Fedele Confalonieri".

leggi il resto...

lunedì 27 settembre 2010

IL GOLPE E' FATICA, IL GOLPE E' PASSIONE... MICA SI PUO' IMPROVVISARE!!!

http://www.youtube.com/watch?v=-96c4WKoA6g



http://www.youtube.com/watch?v=HBeqx5GStJw






Licio Gelli e l'inchiesta sulla P3 «La nostra P2 era una cosa seria»


intervista anticipata dal quotidiano L'Unione Sarda

«Noi contavamo su ministri, generali, economia
ed editoria. Volevano fare il bene del Paese»


MILANO - «La P3? Qualcuno ha cercato di superarmi, senza riuscirci. Mi pare si tratti di reati comuni e non di cospirazione». A parlare è Licio Gelli. In un'intervista che il quotidiano L'Unione Sarda anticipa e che sarà in edicola domenica l'ex Venerabile della loggia massonica P2 liquida con poche parole l'inchiesta della Procura di Roma che ha portato in carcere Flavio Carboni. «Come si fa a paragonare un'associazione massonica, e dunque seria, com'era la P2 a un sodalizio tra affaristi, finalizzato solo a fare soldi? Noi potevamo contare - spiega Gelli al giornalista del quotidiano cagliaritano - su sei ministri, un'ottantina di generali, il mondo dell'economia e dell'editoria. Tutti legati da un'idealità: fare il bene del Paese e cercare di regalargli istituzioni più forti. Eravamo legati dall'anti-comunismo, non dalla voglia di fare affari. Carboni? Mai conosciuto». (Fonte Ansa)

tratto da corriere.it

martedì 14 settembre 2010

On. Stracquadanio... GRADISCA!!!

http://www.youtube.com/watch?v=OgFIeqVna6k



http://www.youtube.com/watch?v=SOj7XmPcw6g



n.d.r.: questa era davvero troppo "facile"!!!

E' SOLO UNA QUESTIONE DI POLTRONE?!

http://www.youtube.com/watch?v=M3D0JvYJkGc&feature=player_embedded




«Ma non serviranno iniezioni dal Pdl, i numeri ci sono già»

Pronto il gruppo dei volenterosi di Nucara
«Siamo già in venti, non servono aiuti»


Il segretario del Pri annuncia la nascita del gruppo di responsabilità nazionale: il debutto a fine mese

ROMA - «Ci sono i numeri» per costituire alla Camera il gruppo parlamentare di «responsabilità nazionale». Ne ha dato notizia il segretario Pri, Francesco Nucara, dopo un incontro con il premier, Silvio Berlusconi. Proprio a Nucara era stato affidato il compito di trovare i componenti del nuovo gruppo parlamentare, almeno 20 deputati, che dovrebbe consolidare la maggioranza in vista della fase finale della legislatura. La costituzione del gruppo è prevista in vista delle comunicazione che Berlusconi terrà in Parlamento a fine mese. Dato come capogruppo in pectore della formazione, Nucara ha sottolineato che Berlusconi non gli ha offerto nulla: «Sono suo amico da 10 anni, non mi deve nient’altro, io gli devo tutto».

SENZA «INIEZIONI» - Secondo il segretario del Pri, l’obiettivo della quota venti - indispensabile per la costituzione del gruppo autonomo a Montecitorio - si può raggiungere senza "aiutini" da parte del Pdl, ovvero deputati eletti nel partito del premier che si sposterebbero nella nuova formazione per consentire di raggiungere la soglia di aderenti. «I numeri ci sono, mi pare che raggiungiamo la ventina senza iniezioni dal Pdl - ha sottolineato Nucara -. È gente che non ha già votato la fiducia, tranne me, Pionati e quelli di Scotti».

RISERBO SUI NOMI - Di più Nucara non vuole dire su chi siano i deputati ’papabili’ né da che area vengano, né tantomeno se qualcuno arriverà dalle fila di Futuro e Libertà. Ci sarebbero però i 5 deputati del movimento NoiSud del citato sottosegretario agli Esteri, Enzo Scotti; i tre Liberlademocratici Melchiorre, Tanoni e Grassano; i due Repubblicani Popolari Nucara. Nei giorni passati sie rano fatti poi i nomi dei tre esponenti delle minoranze linguistiche, i due della Svp e uno dell'Union valdotaine, che in sede locale ha già stretto accordi con il Pdl. Smentite di interessamento erano venute da un gruppo di parlamentari siciliani dell'Udc: Mario Tassone, Calogero Mannino, Lorenzo Ria, Giuseppe Drago e Michele Pisacane. Mentre i 5 deputati dell'Mpa del governatore della Sicilia Lombardo avevano promesso voto favorevole al governo, pur annunciando di voler mantenere la propria autonomia, allo stesso modo dei 35 finiani di Futuro e libertà.

I NUMERI E LA TEMPISTICA - Attualmente i voti di Pdl (237) e Lega (59) assommano a 296 e proprio 20 sarebbe il numero necessario per raggiungere una maggioranza "autosufficiente" di 316. Il segretario del Pri ha precisato che tale gruppo potrebbe nascere «o qualche giorno prima o subito dopo» le dichiarazioni che il premier terrà in Aula il 28 settembre.

Ecco la lista salva-governo: guarda

tratto da il corriere.it

Quando si dice: fischi per fiaschi!

http://tv.repubblica.it/copertina/ci-hanno-sparato-raffiche-di-mitra/53072?video=&ref=HREA-1




http://www.youtube.com/watch?v=WYav77r8fdQ



Con un preoccupante senso della giustificazione, il ministro Maroni ha – stando alle sue parole riportate – spiegato in questo modo la raffica sparata ieri contro un peschereccio italiano da una motovedetta libica:

«Immagino che abbiano scambiato il peschereccio per una nave con clandestini»

tratto da ilpost.it

martedì 7 settembre 2010

DOPO MIRABELLO: MA LA GENTE CE LO SA CHE CI SONO 2 FINI! VERO CHE CE LO SA???

http://www.youtube.com/watch?v=RpC6qHJdh50&feature=player_embedded



http://www.youtube.com/watch?v=muuKmODl3Nc&feature=player_embedded




ps: ci scusiamo solo per la cornice-IDV... purtroppo non abbiamo trovato nulla di più "asciutto/scarno".

pps: ma sopratutto, cosa C.... c'entra DE ANDRE'???

mercoledì 30 giugno 2010

L'ANELLO DI CONGIUNZIONE TRA I BOSS E IL CAVALIERE

UNA sentenza ripete per la seconda volta, in appello, una verità tragica: Marcello Dell'Utri, l'uomo che ha accompagnato passo dopo passo, curva dopo curva, tutt'intera l'avventura imprenditoriale di Silvio Berlusconi è stato un amico dei mafiosi, l'anello di un sistema criminale, il facilitatore a Milano degli affari e delle pretese delle "famiglie" di Palermo, prima del 1980. Dei Corleonesi, almeno fino al 1992 quando cadono Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.


Se sarà confermata dal giudizio della Cassazione, è una "verità" tragica perché ricorda quanto le fortune del Cavaliere abbiano incrociato e si siano sovrapposte agli interessi mafiosi e rammenta come - ancora oggi - possa essere vigoroso il potere di ricatto di Cosa Nostra su chi governa, sui soci di Berlusconi, forse sullo stesso capo del governo. È stupefacente, alla luce di queste osservazioni, il vivamaria che minimizza, ridimensiona, sdrammatizza l'esito della sentenza di Palermo. Come naufraghi al legno, ci si aggrappa - uno per tutti, lo spudorato Minzolini retribuito con pubblico denaro - alla riduzione della pena di due anni. Dai nove del primo grado ai sette anni di oggi, contro gli undici chiesti dall'accusa in appello. La decisione della corte conclude infatti che "dal 1992 ad oggi, il fatto (il soccorso offerto da Dell'Utri a Cosa Nostra) non sussiste". Prima di affrontare ciò che la sentenza esclude, è un obbligo esaminare ciò che i giudici confermano.

Per farlo, è utile riproporre, liberato dal groviglio di gerundi, il capo di imputazione che la sentenza approva e punisce. Sono parole così chiare e aspre che saranno accantonate per prime dal dibattito pubblico e dai ministri del culto di Arcore.

Dunque, si legge nel capo di imputazione: Marcello dell'Utri ha "concorso nelle attività dell'associazione di tipo mafioso denominata "Cosa Nostra", nonché nel perseguimento degli scopi della stessa. Mette a disposizione dell'associazione l'influenza e il potere della sua posizione di esponente del mondo finanziario e imprenditoriale, nonché le relazioni intessute nel corso della sua attività. Partecipa in questo modo al mantenimento, al rafforzamento e all'espansione dell'associazione. Così ad esempio, partecipa personalmente a incontri con esponenti anche di vertice di Cosa Nostra, nel corso dei quali vengono discusse condotte funzionali agli interessi dell'organizzazione. Intrattiene rapporti continuativi con l'associazione per delinquere tramite numerosi esponenti di rilievo del sodalizio criminale, tra i quali Stefano Bontate, Girolamo Teresi, Ignazio Pullarà, Giovanbattista Pullarà, Vittorio Mangano, Gaetano Cinà, Giuseppe Di Napoli, Pietro Di Napoli, Raffaele Ganci, Salvatore Riina. Provvede a ricoverare latitanti appartenenti alla detta organizzazione. Pone a disposizione dei suddetti esponenti di Cosa Nostra le conoscenze acquisite presso il sistema economico italiano e siciliano. Rafforza la potenzialità criminale dell'organizzazione in quanto, tra l'altro, determina nei capi di Cosa Nostra la consapevolezza della responsabilità di Dell'Utri a porre in essere (in varie forme e modi, anche mediati) condotte volte a influenzare - a vantaggio dell'associazione - individui operanti nel mondo istituzionale, imprenditoriale e finanziario. Reato commesso in Palermo (luogo di costituzione e centro operativo di Cosa Nostra), Milano e altre località, da epoca imprecisata sino al 28.9.1982".

Di questo parliamo. Di un uomo che, a disposizione della mafia, è stato l'"intermediario" fra Cosa Nostra e il gruppo di Silvio Berlusconi. La ricostruzione che la corte approva e condivide è precisa. Marcello Dell'Utri media e risolve, di volta in volta, i conflitti nati tra le ambizioni di Cosa Nostra e la disponibilità di Berlusconi. Anzi, proprio il suo compito di "artefice delle soluzioni" gli permette di occupare un ruolo decisivo alla destra del Capo. Il ruolo di Dell'Utri va scorto e compreso nella relazione tra le pressioni scaricate dai mafiosi su Berlusconi e le mediazioni e gli incontri organizzati da Dell'Utri. Il patron di Fininvest, negli anni Settanta, è minacciato di sequestro (si tenta di rapire a mo' di dimostrazione un suo ospite). Gli piazzano una bomba in via Rovani nel 1975 e ancora nel 1986. Negli anni Novanta tocca alla Standa subire in Sicilia, a Catania, un rosario di attentati. Ora alla sequela di pressioni, minacce, intimidazioni, che la mafia scatena per condizionare il Cavaliere, entrare in contatto con lui, "spremerlo", bisogna sovrapporre il lavorio d'ambasciatore di Dell'Utri se si vuole valutarne il ruolo. Organizza l'incontro tra Berlusconi e i "mammasantissima" Stefano Bontate e Mimmo Teresi per "rassicurarlo" dal pericolo dei sequestri. Fa assumere Vittorio Mangano ad Arcore, come fattore, per cementare "un accordo di convivenza con Cosa Nostra". Cerca di capire che cosa accade e che cosa si nasconde dietro l'attentato a via Rovani. Incontra, nel 1990, i capimafia catanesi e, soprattutto, Nitto Santapola, della combriccola il più pericoloso, per risolvere i problemi degli attentati alla Standa (dopo quell'incontro, non ci saranno più bombe). Sono fatti che oggi, dopo la sentenza di Palermo, devono dirsi documentati (il giudizio della Cassazione è soltanto di legittimità). Il quadro probatorio avrebbe potuto essere più dettagliato e significativo se Silvio Berlusconi ("vittima di quelle minacce, di quelle intimidazioni, di quelle pressioni") non si fosse avvalso della facoltà di non rispondere rifiutando il suo contributo di verità per chiarire - per dire - l'assunzione e l'allontanamento di Vittorio Mangano da Arcore; i suoi rapporti con Dell'Utri; gli anomali movimenti di denaro nelle casse della holding del gruppo Fininvest in coincidenza con la volontà delle famiglie di Palermo di investire a Milano.

Questa narrazione ha superato ora il vaglio del giudizio di appello (definitivo per il merito dei fatti) e legittima una prima conclusione: la sentenza di Palermo non dice soltanto di Dell'Utri, racconta anche di Berlusconi perché conferma quella sorta di "assicurazione" con la mafia che il Cavaliere sottoscrive ingaggiando e promuovendo il suo ex-segretario personale e compagno di studi. Non c'è dubbio che, con questo risultato, Berlusconi paga in Italia e nel mondo un prezzo molto imbarazzante al suo passato. Un onere non giudiziario, ma un costo decisivo, politico e d'immagine. Perché se si assemblano le tessere raccolte in questi anni emerge con sempre maggiore nitidezza, e nonostante l'ostinatissima distruzione della macchina giudiziaria, quali sono il fondo, le leve, le pratiche e i comprimari del successo di Silvio Berlusconi, dove Dell'Utri è soltanto un tassello, una delle concatenazioni oscure della sua fortuna, la più disonorevole forse, ma non la sola. Il puzzle è questo. Il Cesare di Arcore ha corrotto un testimone (Mills) che lo salva da una condanna, anzi da due (prescritto). Ha comprato un giudice (Metta) e la sentenza che gli hanno portato in dote la Mondadori (prescritto). Ha finanziato illecitamente il Psi di Bettino Craxi che gli ha scritto i televisivi decreti leggi ad personam (prescritto). Ha falsificato per 1500 miliardi i bilanci della Fininvest (prescritto). Ha manipolato i bilanci sui diritti-tv tra il 1988 e il 1992 (prescritto). Già potrebbe bastare e invece, alla sua sinistra, agisce (ancora oggi) un avvocato (Previti) condannato per la corruzione dei giudici e, alla sua destra, (ancora oggi) c'è un uomo (Dell'Utri) a disposizione degli interessi mafiosi. Questo è il triste tableau che accompagna Silvio Berlusconi e il malcostume e gli illegalismi che lo circondano - da Scajola a Lunardi, da Bertolaso a Brancher - non ne sono che un ragionato riflesso.

I corifei possono anche strepitare e manipolare i fatti. La scena - tragica per il Paese - non può essere temperata o adulterata dalla riduzione della condanna di Dell'Utri di due anni né dalla conclusione della corte di Palermo di considerare l'insussistenza del concorso in associazione mafiosa "dal 1992 in poi". Bisognerà attendere le motivazioni per valutare questa decisione che colora di nero la silhouette del "Berlusconi imprenditore" liberando da ogni dubbio e responsabilità (sembra) il "Berlusconi politico". La contraddizione non può far felice il capo del governo. L'imprenditore passerà alla storia come il boss di una banda di criminali. Il politico dovrà guardarsi da un'incoerenza giudiziaria che stimolerà - più che deprimere - le inchieste sulla trattativa tra Stato e Mafia, avviata con le stragi del 1992 e accompagnata dalle bombe del 1993. (di Giuseppe D'Avanzo)

lunedì 28 giugno 2010

LA DIFFUSIONE DI MASSA DEL "GIOCO D'AZZARDO LEGALE"

ROMA - "La diffusione di massa del "gioco d'azzardo legale" (Superenalotto, lotterie, poker online e win for life), è tra le prime cause dell'indebitamento delle famiglie. Ed è l'anticamera del ricorso al prestito usurario". Quando mons. Alberto D'Urso, segretario della Consulta nazionale antiusura, ha pronunciato questo grave j'accuse all'Antimafia, fra deputati e senatori è calato un imbarazzato silenzio. Poche ore prima, infatti, il ministro dell'Interno Roberto Maroni aveva presentato alla stessa commissione parlamentare d'inchiesta un riservatissimo documento che svelava come il "mercato dell'usura, in Italia, sia in espansione, favorito dall'attuale recessione economica".
Quell'imbarazzo l'ha poi spiegato il capogruppo Pd, Laura Garavini: Dice: "Da una parte lo Stato è impotente di fronte al dilagare del prestito illegale gestito dalle mafie, dall'altra, anziché, per dirla con D'Urso, "prevenire tutte le cause che generano usura, le incentiva, come avviene per il gioco d'azzardo legale, che sottrae denaro alle famiglie con tecniche sempre più raffinate". E che, secondo uno studio del Censis, ha un volume d'affari di circa 50 miliardi". La prova della resa dello Stato di fronte a questi due fenomeni - racket delle estorsioni ed usura, spesso legati fra loro ed entrambi gestiti dalla criminalità organizzata non solo al Sud, ma anche al Nord, in particolare in Lombardia - viene offerta dai numeri contenuti nella relazione riservata presentata dal titolare del Viminale alla Commissione.

Relazione che contiene atti della Dia, della Dna, e della Svimez, l'associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno. Attraverso usura e estorsioni - si legge nella relazione del Viminale - la Mafia spa (prima azienda del Paese con un fatturato di 135 miliardi di euro e un utile netto di 78 miliardi), controlla il territorio. "E si sostituisce allo Stato nella riscossione delle tasse". "Il giro d'affari del credito illegale si aggira intorno ai 13 miliardi di euro. I commercianti colpiti da usura nel 2009 sono stati200 mila, con un costo di circa 20 miliardi di euro. Quelli vittima di estorsione sono stati 160 mila. Pagano il pizzo l'ottanta per cento dei negozi di Catania e Palermo, il 70% delle imprese di Reggio Calabria, il 50% di quelli di Napoli, del nord Barese e del Foggiano.

A fronte di questo fenomeno criminale di massa è minima la ribellione della società civile: le istanze presentate al Comitato di solidarietà per le vittime sono state appena 151 per le estorsioni, solo 127 per l'usura. "Con il ddl intercettazioni voluto dal governo - spiega Pier Giorgio Morosini, giudice antimafia e membro dell'Anm - non si potranno più perseguire usura e estorsioni con le indagini telefoniche. E grazie all'emendamento D'Addario tuttora in vigore, la vittima di racket che registrerà l'incontro con il suo carnefice rischierà il carcere per intercettazione abusiva".

mercoledì 23 giugno 2010

È Pasquale Nappi il nuovo ‘magnifico’


Eletto rettore per il prossimo triennio accademico

Pasquale Nappi, 50 anni, preside della facoltà di Giurisprudenza, è il nuovo rettore dell’Università di Ferrara per il triennio accademico 2010/2013. Su 631 votanti, Nappi ha conquistato 336 preferenze, contro le 282 dello sfidante Remigio Rossi. Ad Enrico Grazi è andato un voto. Le schede bianche sono state 9, 3 quelle nulle.

Pasquale Nappi è nato a Sassari il 22 maggio 1960, è padre di Raffaele (17) ed Eleonora (15) ed è professore ordinario di diritto processuale civile. Per sei anni è stato Direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche, per due anni vice-presidente della Consulta dei Dipartimenti. Negli anni 2007-2008 è stato coordinatore dei Dipartimenti della Macroarea umanistica e nel 2008 membro del CdA come rappresentante eletto dalla macroarea umanistica.

Attualmente è preside della facoltà di giurisprudenza dell’Università degli studi di Ferrara. Ha pubblicato decine di contributi in materia di processo civile. Ha condotto studi sui processi speciali, sulle forme di risoluzione dei conflitti che si attuano al di fuori dell’ambito giurisdizionale nonché sulla disciplina della rappresentanza processuale e delle spese giudiziali. E’ curatore del Formulario annotato al codice di procedura civile, giunto alla sua quinta edizione, nonché coordinatore scientifico del Trattato delle insinuazioni al passivo, opera in quattro volumi edita dalla Cedam.

E’ stato relatore a convegni e a seminari nazionali e internazionali. Dal 1993 al 2009 partecipa tutti gli anni a progetti di ricerca di interesse nazionale. E’ membro del Collegio di dottorato in “Diritto dell’Unione europea” dell’Università degli studi di Ferrara (sede di Rovigo).

Dal 1994 è socio della Associazione italiana fra gli studiosi del processo civile e della Associazione italiana cultori di diritto agrario. Dal 2005 è socio dell’Accademia delle Scienze di Ferrara.

tratto da estense.it

domenica 9 maggio 2010

Votazioni studentesche: MERCOLEDI' 12 MAGGIO!

http://www.youtube.com/watch?v=3BBDVXncrg8&feature=player_embedded




http://www.youblisher.com/p/24846-Elezioni-Universitarie-2010/

Elezioni Universitarie 2010

CLICCA SULL'IMMAGINE PER I NOMI DEI CANDIDATI!

grazie...

La verità sull'attentato a Falcone

(7 maggio 2010)

Inchiesta italiana - A 20 anni di distanza capovolta la scena dell'agguato mafioso all'Addaura. Nel commando c'erano uomini dei servizi segreti. I poliziotti che salvarono il giudice furono uccisi. Di Attilio Bolzoni e Francesco Viviano

http://tv.repubblica.it/le-inchieste/la-verita-sull-attentato-a-falcone/46713?video

sabato 8 maggio 2010

Guerra e terrorismo dopo l’11 settembre...DICONO DI NOI

http://www.youtube.com/watch?v=JGW99lNie4k



Servizio realizzato dalla redazione del Tascapane a cui va il nostro ringraziamento...

domenica 2 maggio 2010

LE OMBRE DELLA REPUBBLICA. VIAGGIO NEI PERCHE' STORICI DELL'ITALIA DI OGGI



A cura dell'associazione OFFICINA

# LE OMBRE DELLA REPUBBLICA. VIAGGIO NEI PERCHE' STORICI DELL'ITALIA DI OGGI #

# LA mafia stragista #

venerdì 7 maggio . ore 21
Ferrara . Facoltà di Giurisprudenza
Corso Ercole I D’Este 37 . Aula Magna


Giuseppe Lo Bianco
giornalista. Cronista giudiziario da ventitré anni, ha
lavorato al «Giornale di Sicilia» e a «L’Ora» negli anni
caldi della guerra di mafia, dal blitz del settembre 1984
dopo le dichiarazioni di Buscetta, che originò il primo
maxiprocesso alle cosche, ai misteri delle stragi
mafiose, ai processi Andreotti e Contrada.

Introduce e coordina l'avv. Tino Maccarrone

in collaborazione con

coordinamento di Libera Ferrara

e Associazione ARTICOLO 54

per visualizzare la locandina dell'incontro clicca qui.

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Officina ti ricorda che...

Elezioni Universitarie 2010

CLICCA SULL'IMMAGINE!

grazie...

CRISI GRECA: SHOCK ECONOMY?


Shock economy è un saggio della giornalista canadese Naomi Klein, pubblicato nel settembre del 2007.
Il libro studia gli effetti e le applicazioni delle teorie liberiste di Milton Friedman e della Scuola di Chicago in diversi Stati del pianeta, dagli anni sessanta fino al 2007. La tesi principale sostenuta dall'autrice è che l'applicazione di queste politiche (che prevedono privatizzazioni, tagli alla spesa pubblica e liberalizzazioni dei salari) sia stata effettuata sempre senza il consenso popolare, approfittando di uno shock causato da un evento contingente, provocato ad hoc per questo scopo oppure generato da cause esterne. Inoltre l'effetto dell'applicazione di queste teorie è stato la crescita della disoccupazione e il generale impoverimento della popolazione.

per maggiori info clicca qui.




Votazioni studentesche: "vademecum" per l'elettore...PASSAPAROLA!

sabato 1 maggio 2010

DICONO - INDIRETTAMENTE - DI NOI...


Italia a rischio terrorismo
Giulietto Chiesa: “Siamo sul filo di una crisi mondiale senza precedenti”


di Lisa Viola Rossi - 29 aprile 2010

Giulietto Chiesa è arrivato ieri a Ferrara, e verso le 10 di mattina lo si trovava davanti alla facoltà di Giurisprudenza di corso Ercole I d’Este. Poco prima della conferenza “Guerra e terrorismo dopo l’11 settembre”, a cui era stato invitato come relatore dall’associazione Officina, il giornalista ed ex parlamentare, noto per i suoi reportage da Mosca, si è così reso disponibile ad un’intervista per Estense.com.

Da 1 a 10, quanto siamo a rischio terrorismo in Italia?

È difficile rispondere perché prima bisogna rispondere alla domanda: “Che cos’è il terrorismo?”.

Che cos’è?

È una cosa molto complicata e non è quella che ci raccontano. Io penso che al-Quaeda non esista e ne sono convinto. Credo invece che esistano un sacco di persone che lavorano in senso terroristico, ma che sono tutte infiltrate nei servizi segreti. È molto difficile distinguere il terrorismo dal potere, perché il terrorismo è infiltrato nei servizi segreti nel momento in cui si forma. Perché i servizi segreti sanno tutto: se c’è un atto terroristico, non solo è assolutamente improbabile, ma è anche dimostrabile, che è impossibile che l’abbia organizzato qualche scalzacane.

E in Italia c’è tale rischio?

Certo che c’è. Da 1 a 10, la probabilità che accada un atto terroristico è 9. Siamo sul filo di una crisi mondiale senza precedenti: considerata quella del 1929, che ha portato alla Seconda Guerra Mondiale, la situazione attuale è più acutamente pericolosa.

Perché?

Perché è fallito l’intero sistema economico su cui si regge l’intero Occidente. L’intera macchina della produzione capitalistica è inceppata, non c’è nessun ordine mondiale, nessuno che guida. È come se fossimo su un aereo a 10mila metri di quota, e che all’improvviso si mette a ballonzolare. I passeggeri corrono verso la cabina di pilotaggio e scoprono che al comando c’è una scimmia. I passeggeri siamo noi. L’unica cosa che dovremmo fare tutti insieme è cacciare via la scimmia dal comando e cercare di atterrare, senza morire.

Chi è la scimmia, e come la si può scacciare?

Bisogna costruire una forza politica nuova, che sia capace di raccontare il mondo non come ce lo racconta il mainstream mediatico – che in Italia è particolarmente scemo (ma il discorso vale in generale per tutto il mondo) -, che narra la favola dell’uva, un mondo che non esiste, come quello di Marchionne che sostiene che possiamo produrre altri 6 milioni di automobili Fiat e 36 nuovi modelli. Questa è la follia totale. Questa è la scimmia al comando. Perché non si potranno produrre 6 milioni di automobili. Capisco benissimo il problema dell’occupazione, ma non si risolve portando il pianeta alla rovina.

Verso che direzione stiamo andando?

A un certo punto ci sarà una situazione in cui non ci sarà più per tutti energia, acqua, cibo. Perciò si andrà in guerra, perché i più forti useranno le armi per procurarsi quello che non possono avere.

Come si può allora cambiare rotta?

Il mio lavoro politico nel giro intellettuale e culturale ha l’obiettivo di svegliare la gente, dicendole che bisogna assolutamente che noi ci dotiamo di mezzi di comunicazione di massa per parlare con milioni di persone, e metterla così in guardia su quello che sta accadendo.

Cosa sta accadendo nel contesto geopolitico internazionale?

Si andrà alla guerra con l’Iran. Questa è la mia nettissima sensazione. Il rischio di guerra è altissimo.

Quanto tempo abbiamo?

Un anno, due anni. Quando Israele deciderà che l’Iran è diventato una minaccia per la sua esistenza, attaccherà: e noi entreremo in guerra contro l’Iran. Ma questa volta non sarà come con l’Iraq o l’Afghanistan. Non sarà uno scherzo, perché l’Iran ha i missili e l’aviazione. È in grado di affondare una portaerei nel golfo Persico, e tutte le navi che porteranno petrolio in tutto il mondo. Nell’arco di 10-15 giorni. Non si potrà annichilire. Ci saranno milioni di morti: sarà usata l’arma atomica. Andiamo verso una crisi di proporzioni gigantesche e, in queste condizioni, è l’ipotesi più probabile.

In questo quadro, da pochi giorni ha fondato Alternativa, un nuovo movimento politico nel panorama nazionale. Non ritiene che possa contribuire a frammentare uno schieramento che condivide valori riconducili alla tradizione di sinistra?

No. Io ho fondato un movimento che non è programmaticamente di sinistra. Siamo di fronte a una tale emergenza, che la sola sinistra non basterebbe più comunque. Ho verificato che molta gente di destra non sa neanche la differenza tra destra e sinistra e vota in modo sbagliato, contro i suoi interessi, perché non sa nulla. Allora io mi rivolgo anche a loro, e penso sia possibile trovare un’intesa comune con milioni di persone per sopravvivere semplicemente, in modo più civile. Certo io non propongo “Alternativa” come alternativa ai partiti: i partiti attuali sono totalmente inefficienti e inessenziali. In particolare il Pd, che non rappresenta nessuna sinistra e non vuole neppure rappresentarla. Mentre i suoi elettori pensano ancora che sia giusto avere un programma di sinistra: che però non c’è. L’ambiguità sta nel fatto che gli elettori del Pd votano per un partito che non è più di sinistra e che al contrario ha sposato tutte le tesi dell’avversario. Naturalmente perde: l’avversario è più bravo di lui nel programmarle e nel farle andare avanti. Per questo non penso che si verifichi un incremento alla frammentazione, perché “Alternativa” nasce per mettere al centro dell’attenzione una serie di questioni che nessuno dice.

Le principali?


L’altissimo pericolo di guerra e l’enorme gravità della crisi, che è incomparabilmente superiore alla percezione della stessa, anche da parte di tutta la sinistra, che non è capace di fare un’analisi del mondo. Per questo ha fatto un sacco di stupidaggini. Abbiamo perciò bisogno di un nuovo sistema della comunicazione: l’attuale è un inganno. L’ho chiamato “la grande fabbrica dei sogni e della menzogna”. Occorre una informazione democratica, che abbiamo perduto, perché di conseguenza stiamo perdendo la democrazia.

Il nuovo ddl Alfano sulle intercettazioni introduce il carcere per i cronisti.

Questa è la deriva per cui, a poco a poco, tagliano sempre più i pezzi di informazione e gli strumenti per poter comunicare con il pubblico, avendo in mano loro tutto il meccanismo. Allora penso che per uscire da questa situazione di crisi, bisogna invertire la macchina dell’informazione. Finora questa macchina ha lavorato per trasformare milioni di persone, in Italia e nel mondo, in consumatori compulsivi. Nel momento in cui il consumo entra in crisi, noi dobbiamo architettare un modo per utilizzare questa macchina alla rovescia: trasformare milioni di consumatori in cittadini consapevoli. Questa è la condizione essenziale per sopravvivere. In Italia e in tutto il resto del mondo.

tratto da estense.com

mercoledì 28 aprile 2010

Elezioni universitarie 2010: Officina si candida!!!



oppure - come sempre - se preferite...




Il 12 maggio 2010 si terranno le elezioni per il rinnovo del Consiglio degli studenti e della componente studentesca dei Consigli di Facoltà.
OFFICINA e RUA presentano 7 candidati.

Se avete apprezzato le nostre iniziative, vi chiediamo di sostenerci anche in queste elezioni. Ciò che vogliamo promuovere all'interno dei consessi accademici è l'istanza di partecipazione che da sempre portiamo avanti: vogliamo essere attivi nella e protagonisti della vita universitaria; vogliamo che l'amministrazione dell'Ateneo sia trasparente nei confronti degli studenti e che essi conoscano ciò che accade all'interno degli organi decisionali.

All'interno del nostro blog (colonna di destra) potete trovare i nomi dei candidati, oltre alla spiegazione del ruolo dei consigli.
Maggiori informazioni sulle elezioni potete trovarle nella pagina web dell'Ufficio organi collegiali.

Per qualsiasi informazione potete scrivere a officina_unife@libero.it

Grazie e a presto

sabato 24 aprile 2010

LE OMBRE DELLA REPUBBLICA. VIAGGIO NEI PERCHE' STORICI DELL'ITALIA DI OGGI




A cura dell'associazione OFFICINA

# LE OMBRE DELLA REPUBBLICA. VIAGGIO NEI PERCHE' STORICI DELL'ITALIA DI OGGI #

# Guerra e terrorismo dopo l’11 settembre #

mercoledì 28 aprile . ore 10
Ferrara . Facoltà di Giurisprudenza
Corso Ercole I D'Este 37 . Sala Consiliare


Giulietto Chiesa
giornalista; parlamentare europeo dal 2004 al 2009;
corrispondente per l'Unità e La Stampa da Mosca per
vari anni, ha sempre unito nei suoi reportage una forte
tensione civile e un rigoroso scrupolo documentario.
Tra i suoi ultimi libri: "La menzogna nucleare" (2010);
"Zero. Perchè la versione ufficiale sull'11/9 è un falso"
(2008); "Le carceri segrete della CIA in Europa" (2007).

Introduce e coordina l'avv. Tino Maccarrone

per visualizzare la locandina dell'incontro clicca qui.

venerdì 23 aprile 2010

A PROPOSITO DI: STRATEGIA DELLA TENSIONE, MORO E TANTO ALTRO ANCORA...


tratto da Antefatto.it

Piazza Fontana: 'Quell'arsenale ripulito dai Carabinieri'

22 aprile 2010

Gianni Barbacetto


Gian Adelio Maletti, allora numero due del Sid, ricostruisce gli anni delle stragi in una lunga intervista diventata ora un libro

Tre giovani giornalisti (27, 28 e 30 anni) prendono a loro spese un aereo e vanno in Sudafrica, a Johannesburg, a intervistare un vecchio generale del servizio segreto militare italiano. I tre sono Andrea Sceresini, Nicola Palma e Maria Elena Scandaliato. Il generale è Gian Adelio Maletti, numero due del Sid negli anni della bomba di piazza Fontana (1969), del tentato golpe Borghese (1970), della strage di Brescia (1974), della strategia della tensione. Per tre giorni interrogano l’agente segreto, l’ufficiale rimasto (finora) il più alto in grado a sopportare tutto il peso dei depistaggi di Stato sulle stragi. Maletti risponde. Racconta. Non ricorda. Spiega. Nega. Rivela. In maniera obliqua e parziale, ma a suo modo illuminante, ricostruisce la trama della guerra segreta combattuta in Italia in quegli anni. Protagonisti, gli esecutori neofascisti di Ordine nuovo e di Avanguardia nazionale, i loro protettori dentro gli apparati di Stato italiani, le ombre atlantiche. Il lungo colloquio diventa ora un libro, "Piazza Fontana, noi sapevamo", prefazione di Paolo Biondani, edito da Aliberti. Qui ne presentiamo un brano (pubblichiamo anche i video di quattro momenti dell'intervista al generale Maletti, parzialmente inediti, in esclusiva per il lettori dell'Antefatto). In esso, il generale Maletti parla di un informatore del Sid infiltrato nel gruppo veneto di Ordine nuovo, Gianni Casalini, fonte “Turco”. Spiega come il Sid gli impedì di rivelare alla magistratura quello che aveva visto sugli attentati del 1969. E (fatto inedito) di come i carabinieri "ripulirono" il deposito da cui proveniva l’esplosivo americano usato in piazza Fontana a Milano e probabilmente in piazza della Loggia a Brescia. Proprio domani, Maletti sarà interrogato, in videoconferenza, al processo in corso sulla strage di piazza della Loggia, l’ultima occasione giudiziaria per tentare di far quadrare i conti tra verità storica (ormai largamente acquisita) e verità processuale.
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per leggere l'intervista al Generale MALETTI clicca qui.

giovedì 22 aprile 2010

OFFICINA informa...



“Storie di mafia quotidiana” alla Sala Estense
Dialoghi sulla città

Prosegue il ciclo di “Dialoghi sulla città”, organizzati dal Comune di Ferrara in collaborazione con l’Istituto Gramsci e l’Istituto di Storia Contemporanea.

Questa sera, con inizio alle 21, presso la Sala Estense, il prof. Federico Varese (Università di Oxford) si occuperà del tema “Storie di mafia quotidiana”. Quando e perché si diventa mafiosi? Quali segni distintivi si accompagnano a tale cambio di status? E in atto, e con quali modalità, una globalizzazione dell’agire mafioso? Esistono somiglianze tra le mafie presenti nei vari Paesi del mondo? Come incide la mafia sulla politica e la democrazia? Questi solo alcuni dei temi che il Prof. Varese avrà modo di affrontare.

Federico Varese, ferrarese di nascita, è professor presso l’Università di Oxford nonché autore di fondamentali saggi sul crimine organizzato. Tra gli altri, si segnala, nel 2001, un essenziale volume sulla mafia russa (“The Russian Mafia”), tradotto in varie lingue. Ha appena terminato una seconda monografia sulla mafia mondiale, che uscirà a Ottobre in America ed Inghilterra, mentre Einaudi ne pubblicherà in contemporanea l’edizione italiana. Varese collabora inoltre con prestigiose testate inglesi ed americane, come il Times di Londra ed il Times Literary Supplement. Collabora ormai da anni con lo scrittore John Le Carrè e lo stesso Roberto Saviano ha affermato di avere imparato molto dai suoi lavori. Sul palco, a dialogare con lui, sarà il Prof. Paolo Veronesi (Istituto Gramsci).

domenica 18 aprile 2010

LE OMBRE DELLA REPUBBLICA. VIAGGIO NEI PERCHE' STORICI DELL'ITALIA DI OGGI



A cura dell'associazione OFFICINA

# LE OMBRE DELLA REPUBBLICA. VIAGGIO NEI PERCHE' STORICI DELL'ITALIA DI OGGI #

# IL DELITTO MORO #

mercoledì 21 aprile . ore 21
Ferrara . SALA ESTENSE


Ferdinando Imposimato

magistrato; come giudice istruttore del Tribunale di
Roma, ha seguito l’inchiesta sulla strage di via Fani
e il sequestro e l’assassinio di Aldo Moro

Sergio Flamigni

parlamentare dal 1968 al 1987; è stato membro
delle Commissioni Parlamentari d'inchiesta sul
caso Moro, sulla Loggia P2 e Antimafia


Introduce e coordina l'avv. Tino Maccarrone

per visualizzare la locandina dell'incontro clicca qui.

martedì 30 marzo 2010

LE OMBRE DELLA REPUBBLICA. VIAGGIO NEI PERCHE' STORICI DELL'ITALIA DI OGGI


A cura dell'associazione OFFICINA

# LE OMBRE DELLA REPUBBLICA. VIAGGIO NEI PERCHE' STORICI DELL'ITALIA DI OGGI #

# i banchieri di Dio: il Vaticano e l'alta finanza #

venerdì 16 aprile . ore 10
Ferrara . Facoltà di Giurisprudenza
Corso Ercole I D'Este 37


Gianluigi Nuzzi
giornalista, è autore di "Vaticano S.p.A.". Dal 1994
segue le più rilevanti inchieste giudiziarie con implicazioni
politiche e finanziarie del nostro paese.


Mario Guarino

giornalista, ha collaborato con "L'Europeo", "Il
Mondo", "Avvenimenti"; è autore di numerosi
libri, tra cui: Berlusconi: inchiesta sul signor Tv
(1987); L'Italia della vergogna (1995); I mercanti
del Vaticano (2001).

Introduce e coordina l'avv. Tino Maccarrone

per visualizzare la locandina dell'incontro clicca qui.

ALL'INDOMANI DEL VOTO, TUTTO COME PREVISTO: Emma superstar vince la finale di Amici!!!

giovedì 18 marzo 2010

giovedì 11 marzo 2010

LE OMBRE DELLA REPUBBLICA. VIAGGIO NEI PERCHE' STORICI DELL'ITALIA DI OGGI




A cura dell'associazione OFFICINA

# LE OMBRE DELLA REPUBBLICA. VIAGGIO NEI PERCHE' STORICI DELL'ITALIA DI OGGI #

# Fratelli d'Italia: P2 e massoneria deviata #

mercoledì 17 marzo . ore 10
Ferrara . Facoltà di Giurisprudenza
Corso Ercole I D'Este 37

Giuliano Turone
ex magistrato, attualmente è docente di Tecniche dell'investigazione presso l'Università Cattolica di Milano; insieme con Gherardo Colombo scoprì gli elenchi della Loggia massonica P2

Mario Guarino
giornalista, ha collaborato con "L'Europeo", "Il Mondo", "Avvenimenti"; è autore di numerosi libri, tra cui: Berlusconi: inchiesta sul signor Tv (1987); L'Italia della
vergogna (1995); I mercanti del Vaticano (2001)

Introduce e coordina l'avv. Tino Maccarrone



per visualizzare la locandina dell'incontro clicca qui.

URGENTE: ANNULLATO incontro MORO




Comunichiamo che l'incontro sul "delitto Moro" previsto per giovedì 11 marzo presso la Facoltà di Giurisprudenza di Ferrara, è stato ANNULLATO causa neve.

Ci scusiamo per l'inconveniente. Il prima possibile comunicheremo la nuova data in cui si terrà l'incontro.

A presto e grazie,

Ass. Officina

domenica 7 marzo 2010

LE OMBRE DELLA REPUBBLICA. VIAGGIO NEI PERCHE' STORICI DELL'ITALIA DI OGGI




A cura dell'associazione OFFICINA

# LE OMBRE DELLA REPUBBLICA. VIAGGIO NEI PERCHE' STORICI DELL'ITALIA DI OGGI #

# IL DELITTO MORO #

giovedì 11 marzo . ore 10
Ferrara . Facoltà di Giurisprudenza
Corso Ercole I D'Este 37



Ferdinando Imposimato

magistrato; come giudice istruttore del Tribunale di
Roma, ha seguito l’inchiesta sulla strage di via Fani
e il sequestro e l’assassinio di Aldo Moro

Sergio Flamigni

parlamentare dal 1968 al 1987; è stato membro
delle Commissioni Parlamentari d'inchiesta sul
caso Moro, sulla Loggia P2 e Antimafia


Introduce e coordina l'avv. Tino Maccarrone

per visualizzare la locandina dell'incontro clicca qui.

domenica 24 gennaio 2010

Giorno della Memoria - 25 gennaio

Comitato provinciale 27 Gennaio - “Giorno della Memoria 2010”
in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici nei campi nazisti (legge 20 luglio 2000, n. 211)

Lunedì 25 gennaio, ore 15.30

Università degli Studi di Ferrara - Dipartimento di Scienze Giuridiche Museo dell’Ebraismo Italiano e della Shoah (MEIS) - Istituto di Storia Contemporanea
Aula Magna della Facoltà di Giurisprudenza, C.so Ercole I d’Este n. 37

Saluti
Pasquale Nappi
Preside della Facoltà di Giurisprudenza
Giovanni De Cristofaro
Direttore del Dipartimento di Scienze Giuridiche

Parte prima
Professori “di razza”. L’espulsione dei docenti Ebrei dalle Università

Presiede
Patrizio Bianchi
Magnifico Rettore dell’Università di Ferrara

Intervengono
Roberto Finzi
Ordinario di Storia economica dell'Università di Trieste e di Bologna
1938: l’espulsione dei docenti ebrei dalle Università. Il “caso Musatti” e la tragica stupidità delle “leggi razziali”

Anna Maria Quarzi
Direttrice Istituto di Storia Contemporanea
L’Università di Ferrara e le leggi razziali nelle carte dell’Archivio


Coordinano
Piero Stefani
Direttore scientifico Museo dell’Ebraismo Italiano e della Shoah
Paolo Veronesi
Associato di Diritto Costituzionale dell’Università di Ferrara

Parte seconda
Spettacolo Teatrale
Compagnia Teatrale Officina
“L’uomo nero”
regia Roberta Pazi