lunedì 30 marzo 2009

Restiamo Umani


di Vittorio Arrigoni - 27/03/09

Fonte: Guerrillaradio e Megachip

Cari Hermanos,
il nostro adagio "RESTIAMO UMANI" ,
diventa un libro.

E all'interno del libro il racconto di tre settimane di massacro,
scritto al meglio delle mie possibilità, in situazioni di assoluta precarietà,
spesso trascrivendo l'inferno circostante su un taccuino sgualcito
piegato sopra un'ambulanza in corsa a sirene spiegate, o battendo ebefrenico i tasti su di un computer di fortuna all'interno di palazzi scossi come pendoli impazziti da esplosioni tutt'attorno.
Vi avverto che solo sfogliare questo libro potrebbe risultare pericoloso,
sono infatti pagine nocive, imbrattate di sangue, impregnate di fosforo bianco,
taglienti di schegge d'esplosivo.
Se letto nella quiete delle vostre camere da letto rimbomberanno i muri
delle nostre urla di terrore, e mi preoccupo per le pareti dei vostri cuori
che conosco come non ancora insonorizzate dal dolore.

Mettete quel volume al sicuro, vicino alla portata dei bambini,
di modo che possano sapere sin da subito di un mondo a loro poco distante, dove l'indifferenza e il razzismo fanno a pezzi loro coetanei come fossero bambole di pezza.
In modo tale che possano vaccinarsi già in età precoce contro questa epidemia di violenza verso il diverso e ignavia dinnanzi all'ingiustizia.
Per un domani poter restare umani.

I proventi dell'autore,vale dire Vittorio Arrigoni, me medesimo,
andranno INTERAMENTE alla causa dei bambini di Gaza sopravvissuti all'orrenda strage,
affinché le loro ferite possano rimarginarsi presto (devolverò i miei utili e parte di quelli de Il Manifesto al Palestinian Center for Democracy and Conflict Resolution, sito web: http://www.pcdcr.org/eng/ , per finanziare una
serie di progetti ludico-socio-assistenziali rivolti ai bimbi rimasti gravemente feriti o traumatizzati).

Nonostante offerte allettanti come una tournee in giro per l'Italia con Noam Chomsky, ho deciso di rimanere all'inferno, qui a Gaza.
Non esclusivamente perché comunque mi è molto difficile evacuare da questa prigione a cielo aperto (un portavoce del governo israeliano ha affermato :"e' arrivato via mare, dovrà uscire dalla Striscia via mare"), ma soprattutto perché qui ancora c'è da fare, e molto, in difesa dei diritti umani violati su queste lande spesso dimenticate.

Non avremo certo gli stessi spazi promozionali di un libro su Cogne di Bruno Vespa o una collezione di lodi al padrone di Emilio Fede, da qui nasce la mia scommessa,
sperando si riveli vincente.

Promuovere il mio libro da qui, con il supporto di tutti coloro che mi hanno
dimostrato amicizia, fratellanza, vicinanza, empatia.
Vi chiedo di comprare alcuni volumi e cercare di rivenderli se non porta a porta quasi, ad amici e conoscenti, colleghi di lavoro, compagni di università, compagni di
volontariato, di vita, di sbronza.
E più in là ancora, proporlo a biblioteche, agguerrite librerie interessate ad un progetto di verità e solidarietà.
Andarlo a presentare ai centri sociali e alle associazioni culturali vicino a dove state.

Si potrebbero organizzare dei readings nelle varie città, (io potrei intervenire telefonicamente, gli eventi sarebbero pubblicizzati su Il Manifesto, sui nostri blog e aggiro per internet) e questo potrebbe essere anche una interessante occasione per contarsi, conoscersi,
legarsi.
Non siamo pochi, siamo tanti, e possiamo davvero contare, credetemi.

Il libro lo trovate fin d'oggi nelle edicole con Il Manifesto,
e fra due settimane nelle librerie.

Confido in voi,
che confidate in me,
non per i morti
ma per i feriti a morte di questa orrenda strage.

Un abbraccio grande come il Mediterraneo che separandoci, ci unisce.

Restiamo umani.

vostro mai domo

Vik

Per ordinare online i libri: QUI

lunedì 16 marzo 2009

OFFICINA INFORMA...


18 MARZO - FERRARA - sciopero dei settori della conoscenza

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21 MARZO FERRARA - Giornata della memoria e dell'impegno in
ricordo delle vittime delle mafie


In occasione della XIV edizione della Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie il Coordinamento di Ferrara di Libera Associazioni nomi e numeri contro le mafie, in collaborazione con enti ed associazioni locali, dedica una serie di iniziative alla memoria di tutti coloro che hanno dato la vita nel nostro Paese per contrastare le mafie.

Sabato 21 Marzo 2009 alle ore 09.30 presso il Tribunale di Ferrara, con il patrocinio del Comune di Ferrara e della Fondazione Forense ferrarese, avrà luogo la cerimonia di intitolazione di un'aula del Palazzo di Giustizia alla memoria del Giudice Rosario Livatino, ucciso in un attentato mafioso il 21 settembre 1990.

Sabato 21 Marzo 2009 a partire dalle ore 17.00 presso la sede dell’Area Giovani del Comune di Ferrara (presso l’ex Centro Rodari, via Labriola, 11, zona Krasnodar) Cineforum sul tema Mafia ed Antimafia : Il valore della Memoria con la proiezione del film “Il giudice ragazzino” (1994) di Alessandro Di Robilant.

Presso la Biblioteca Bassani (via G.Grosoli, 42, quartiere Barco) e la Biblioteca Ariostea (via Scienze, 17) potranno essere consultati, durante tutta la settimana, testi legati all’analisi delle dinamiche criminali mafiose ed alla storia dell’antimafia.

giovedì 12 marzo 2009

ECCO QUANTO CI COSTA MANTENERE UNA PORCATA!!!



400 MILIONI PER FAR FALLIRE IL REFERENDUM

di La redazione 24.02.2009


Abbiamo in questo momento tre obblighi elettorali: elezioni europee, amministrative, referendum sulla legge elettorale. Il buon senso suggerisce di accorparle in un'unica scadenza. Ma il Governo ha deciso di abbinare in un'unica data soltanto le prime due consultazioni. E appare intenzionato a far tenere in data separata il voto referendario. Votare un altro giorno comporta un costo per la collettività di circa 400 milioni di euro. In tempi difficili come questi sarebbe bene utilizzare tali risorse per altri scopi.

Il Governo ha deciso di abbinare elezioni amministrative ed elezioni europee in un’unica data, il 6-7 giugno 2009. Ma appare intenzionato a far tenere in data separata il voto sul referendum sulla legge elettorale. Dato che molti partiti sono contrari al referendum e si propongono di farlo fallire, è molto probabile che alla fine non verrà permesso ai cittadini di recarsi una sola volta alle urne per eleggere i loro rappresentanti al Parlamento Europeo, negli enti locali interessati dal voto e per esprimersi sul quesito referendario.

ALCUNE STIME

Qui sotto forniamo una stima dei costi del mancato abbinamento delle diverse consultazioni. Come si vedrà, si tratta di un costo ingente. I costi diretti si aggirano attorno ai 200 milioni, quasi il costo della social card. Aggiungendo a questi anche i costi indiretti sopportati dai cittadini, si arriva ad un costo complessivo di circa 400 milioni. In tempi di bassa crescita e di stringenti vincoli di bilancio è un’opzione che proprio non possiamo permetterci. Chi è contro al referendum non deve imporre alla collettività un costo così alto. Meglio che spieghi ai cittadini le sue ragioni invece di imporre a tutti una tassa così alta.

Ma vediamo come si arriva a questa cifra.
Tra i costi diretti abbiamo considerato:

1. La remunerazione dei presidenti di seggio e scrutatori delle 61.212 sezioni presenti in Italia e delle 1.309 sezioni presenti all’estero.
2. Il costo del trasporto delle schede.
3. I costi del personale di sicurezza per garantire il regolare svolgimento delle elezioni.

Tra i costi indiretti abbiamo invece preso in considerazione:

1. Il valore del tempo impiegato per recarsi ai seggi due volte anziché una.
2. Il costo a carico delle famiglie con figli che frequentano scuole statali elementari o medie inferiori chiuse il lunedì successivo alle elezioni.
3. La perdita di un giorno lavorato per il personale impegnato nelle operazioni di voto.

Nel nostro calcolo non considereremo quei costi fissi (come la produzione delle schede) che verrebbero comunque sostenuti anche tenendo in un’unica data tutte le consultazioni e altri costi di difficile quantificazione, come l’utilizzazione di scuole e edifici pubblici nonché la pulizia e il riassetto dei locali.

COSTI DIRETTI

Partiamo dai costi diretti. I referendum tenutisi nel periodo 2003-2006 sono costati mediamente 315 milioni ciascuno. Abbinandoli ad altra elezione ovviamente non si potrebbe risparmiare integralmente questa cifra, perché alcune spese (ad esempio la stampa delle schede referendarie) devono essere sostenute comunque.
Per avere una prima stima dei risparmi nei costi diretti raggiungibili tenendo tutte le consultazioni in un’unica data si possono utilizzare le stime sui risparmi conseguibili abbinando europee ed amministrative. La Relazione Tecnica che accompagna il decreto-legge 27 gennaio 2009, n. 3, quantifica i risparmi legati ai soli trasferimenti ai Comuni in 100 milioni di euro. Il Ministro Maroni nella conferenza stampa dello scorso dicembre aveva quantificato i risparmi complessivi legati all’abbinamento di amministrative ed europee in 150 milioni. I risparmi sono ovviamente crescenti nelle dimensioni dell’elettorato dato che il grosso dei costi, come spiegato nella stessa relazione tecnica, consiste nell’allestimento dei seggi, nella remunerazione di presidenti di seggio e scrutatori e nei costi del personale addetto alla sicurezza. Le amministrative del giugno 2009 riguardano un elettorato potenziale di circa due terzi di quello interessato dal referendum. Facendo le dovute proporzioni si ottiene perciò un risparmio di circa 225 milioni tenendo anche il referendum il 6-7 giugno.
Una seconda stima può essere ottenuta analizzando in dettaglio le singole voci di spesa che potrebbero essere evitate tenendo il referendum assieme alle altre consultazioni.
Il primo costo è quello di presidenti di seggio e scrutatori. Li possiamo stimare a partire dai costi sostenuti nel referendum del 2006 (Decreto Ministeriale n. 91517/2006), rivalutati sulla base dell’andamento dell’inflazione. Si tratta di 74,5 milioni di euro di remunerazione per 375.126 addetti. Il secondo costo è quello del personale di pubblica sicurezza. Mantenendo immutato il numero delle forze disposte sul territorio per lo svolgimento del referendum del 2006, la spesa si aggira intorno ai 63,5 milioni di euro. Infine ci sono i costi degli straordinari per il personale dei vari Ministeri coinvolti (Esteri, Interni, Economia e Finanze e Giustizia) (13,4 milioni), quelli per il trasporto delle schede (3,8 milioni), quelli di cancelleria per le sezioni (2,1 milioni), il noleggio delle strutture di voto e l’organizzazione dell’apparato (7,2 milioni), missioni all’estero. Questo porta ad un totale di circa 165 milioni. Ma vi sono diverse voci del decreto ministeriale che sono difficilmente interpretabili. Quindi si tratta sicuramente di una sottostima.
I risparmi potenziali sono un valore intermedio tra le due stime di cui sopra che, in media, comportano una riduzione di costi di 195 milioni di euro nel caso in cui il referendum fosse anch’esso tenuto il 6-7 giugno assieme alle altre consultazioni.

I COSTI INDIRETTI


Aggiungiamo ora ai costi diretti per le casse dello stato i costi sopportati dai cittadini senza mediazione dello Stato.
Il tempo medio impiegato per andare a votare può essere stimato in circa 30 minuti. Nel caso in cui si tenesse una sola consultazione, i votanti risparmierebbe dunque circa 30 minuti di tempo libero. Il valore del tempo libero può essere valutato a partire dal salario di riserva (il salario minimo che compensa il valore del tempo libero cui si deve rinunciare per lavorare) medio dichiarato nell’ambito delle Indagini sulle Forze Lavoro. Si tratta di un salario orario di 6,3 euro all’ora, ovvero di 3,15 euro per 30 minuti. Certo non tutti i potenziali votanti andranno a votare. Moltiplicando questo valore unitario per il numero dei votanti alle elezioni politiche del 2008, otteniamo un costo totale che si aggira intorno ai 127 milioni di euro.
Consideriamo ora il costo sostenuto dalle famiglie per la chiusura delle scuole il lunedì, dopo lo svolgimento del referendum. Sono più di 3 milioni le famiglie che hanno almeno un figlio nelle scuole pubbliche elementari o medie. Di queste, il 33% non ha nonni a casa ed entrambi i genitori sono occupati, e quindi con ogni probabilità dovranno far ricorso ad un aiuto esterno per la cura dei figli. Il costo medio di una prestazione di 4 ore nei servizi alla famiglia secondo i dati Istat è di 35 euro lordi; dunque i costi sostenuti dalle famiglie nell’affidamento dei figli in un giorno di chiusura delle scuole possono essere stimati in circa 37 milioni di euro.
Infine, consideriamo il valore della giornata lavorativa persa da presidenti di seggio e scrutatori. Prendendo come riferimento le retribuzioni medie di fatto e dividendole per il numero di giorni medi lavorati in un mese si ottiene una stima della produttività media giornaliera di circa 102 euro. Moltiplicato per il numero di presidenti di seggio e scrutatori questo ci porta a 37 milioni di euro. Ora, molti scrutinatori sono studenti e quindi per loro il costo è più legato alla mancata possibilità di frequentare corsi o di studiare. Questo costo può essere inferiore alla produttività media giornaliera. Tuttavia, il personale coinvolto nelle operazioni di voto ha generalmente una produttività più alta della media, quindi le due fonti di distorsione tendono a compensarsi.
Si giunge così ad una stima dei costi indiretti pari a circa 201 milioni di euro. Tra costi diretti e indiretti si giunge così a un costo complessivo per la collettività di circa 400 milioni di euro.

* A cura di Davide Baldi e Giovanni Soggia

» LA FOGLIA DI FICO DEI NEMICI DEL REFERENDUM , La redazione 10.03.2009

IL TUTTO TRATTO DA lavoce.info

Diciamoci la verità...a tutti piace avere (metri cubi) in più!!!



o se preferite...

L'ottimismo è il profumo della vita!!!



o se preferite...




Berlusconi: abbiamo il dovere di diffondere ottimismo, le banche aiutino le imprese

"Abbiamo il dovere di diffondere l'ottimismo: con il pessimismo non si va da nessuna parte e non si combina nulla di buono". Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è tornato a chiedere fiducia contro la crisi economica.

Il premier ha incontrato a Villa Madama i vertici delle principali banche italia: Alessandro Profumo (ad di Unicredit), Abete (presidente Bnl), Corrado Faissola (Abi), Ennio Doris (Mediolanum), Giuseppe Mussari (Monte Paschi). E inoltre l'ad di Mediobanca Naghel, i vertici di Ina e di Unipol e di aziende come Diesel e Liu-Jo.

Rivolto a loro Berlusconi ha detto: "Dovete continuare a dare una mano alle imprese. Diteci come il governo, oltre ai 12 miliardi già stanziati, può fare qualcosa. Noi stiamo operando per fronteggiare al meglio questa crisi".

"Io mi ricordo che da imprenditore vedevo il mondo della politica come un mondo distante, non c'era un giusto collegamento. Ora non è così".

tratto da rainews24.rai.it

martedì 3 marzo 2009

Rivoluzione femminista: chimera o realtà possibile? - MERCOLEDI' 11 MARZO

La Facoltà di Giurisprudenza e Officina

nell’ambito del ciclo di incontri

Rivoluzione femminista: chimera o realtà possibile?

presentano

Le radici teoriche del femminismo
Identità e differenza

interviene LUISA MURARO

Filosofa. Profonda conoscitrice del femminismo delle origini, è tra le fondatrici della Libreria delle Donne di Milano e della Comunità filosofica Diotima, che ha elaborato e diffuso il pensiero della differenza, fino a renderlo realtà imprescindibile della filosofia contemporanea.

introduce Dott.ssa Orsetta Giolo

mercoledì 11 marzo 2009 ore 14.30

Facoltà di Giurisprudenza, Aula 1, Ferrara


per visualizzare la locandina dell'incontro clicca qui.

Grazie...