giovedì 30 ottobre 2008

Università, studenti all’attacco



Università, studenti all’attacco
Ieri partecipato incontro a cura del coordinamento


Nasce dal basso il coordinamento di studenti che ha organizzato l’i ncontro dal titolo “Legge 133/08: parliamone” svoltosi ieri pomeriggio presso la facoltà di Giurisprudenza. Il “Coordinamento studenti di Giurisprudenza” - si firmano così gli organizzatori - è nato da pochissimo ma è la scintilla di qualcosa di più grande.

Realtà simili (singoli studenti riuniti in gruppi non supportati da organismi di partito) stanno nascendo già in queste ore anche nelle altre Facoltà.

Sintomo di una vivacità studentesca genuina, pura, che vuole affrancarsi dalle strumentalizzazioni. Ieri l’Aula Magna di Giurisprudenza è stata letteralmente invasa dagli studenti, giunti da tutto l’ateneo ferrarese per seguire il dibattito sulla legge che sta generando lo scontento tra gli operatori del settore universitario.

La notevole affluenza di pubblico ha costretto gli organizzatori ad allestire una video conferenza al piano terra per consentire a tutti di seguire il dibattito.

«I tempi sono difficili, anzi tristi - ha esordito il professor Pastore, preside di Giurisprudenza - la legge 133/08 prevede tagli lineari, ovvero non tiene conto delle particolarità».

I tagli operano indistintamente, senza indagare quali siano gli atenei “spreconi” e quelli virtuosi. Secondo una recente valutazione del Civr (Comitato di Indirizzo per la valutazione della Ricerca) «la nostra facoltà - dichiara Pastore - è risultata al terzo posto su scala nazionale in quanto a qualità della ricerca».

Ma questa nota di merito pare non valere a molto.

«Perché, se siamo terzi in Italia, - si chiede Pastore - ci tagliano i fondi a come agli altri?».

La parola passa poi a Guido Barbujani (docente di genetica, Università di Ferrara): «Ho sentito dire da qualcuno che questa riforma offre un’ opportunità all’Università... ora, immaginate un pescatore affamato che regge in mano un bastone, offro un’o pportunità a quel pescatore affamato se gli presto una lenza da fissare al bastone, non se prendo quel bastone e glielo spezzo».


L’aula, ormai al massimo della capienza, con studenti in piedi e seduti fino per le scale, esplode in un fragoroso applauso. Sconfortanti anche i numeri.

«L’Italia investe lo 0,9% del Pil nell’Università - illustra Barbujani - quando gli Usa di Bush, benché esponenti di una politica capitalistica, investono più del doppio. Occorre ridare una dignità all’istruzione».

«Ma a cosa serve la ricerca? - si chiede provocatoriamente Barbujani - A generare conoscenza prima di tutto - spiega - ma anche ricchezza: i frutti della ricerca di oggi, domani saranno brevetti industriali, quindi monetizzabili».

Il professor Nappi (docente di diritto processuale civile, Università di Ferrara) conclude ricordando che «il primo degli effetti graverà sui portafogli degli studenti. Essendo due i principali canali di finanziamento (fondi pubblici e tasse universitarie) mancando il primo si dovrà potenziare il secondo». Nappi riconosce che l’autonomia concessa agli atenei italiani è stata in certi casi mal gestita ma privatizzare significa comunque cedere il potere decisionale all’interno degli atenei al finanziatore privato e non più agli organi di rappresentanza».

La norma che permette la trasformazione degli atenei in fondazioni quindi è’’pericolosa oltre che di difficile applicazione’’. Il professor Bin (docente di diritto costituzionale, Università di Ferrara) denuncia infine la “scandalosa situazione” del diritto allo studio. In chiusura di assemblea è stata diffusa anche l’i potesi che il ministro Gelmini possa arrivare l’11 novembre in città per una inziaitiva della Ssis.

di Edoardo Rosso (30 ottobre 2008)

tratto da lanuovaferrara.repubblica.it

1 commento:

Unknown ha detto...

Ma non si è organizzato niente nelle facoltà di ferrara per i prossimi giorni??assemblee?occupazioni?incontri?