domenica 18 maggio 2008

Il governo delle espulsioni



di Alessandro Dal Lago

Fonte: il Manifesto - 11/05/2008

Le prime uscite del governo di destra in materia di rapporti con il resto del mondo sembrano all'insegna del puro dadaismo (Libano, Libia). Come se non bastasse, Maroni ha deciso di risolvere il «problema immigrazione» con misure che, se attuate, metteranno in rotta di collisione l'Italia con la Romania e l'Unione europea.
Ma andiamo con ordine. Tutto nasce ovviamente dalla celebre favola post-moderna e mediale dell'insicurezza causata dagli stranieri. Benché l'Istat abbia rivelato, una settimana fa, che l'Italia è uno dei paesi più sicuri d'Europa, per non parlare del mondo, in termini di omicidi e reati gravi, è chiaro che la destra vuole dare soddisfazione alla Lega e a un'opinione pubblica, di destra e di centro-sinistra, ossessionata dagli scippi. E quindi, oltre a misure draconiane apparentemente per tutti (dieci anni di carcere per un furto in appartamento, punizione esemplare delle «minacce» ecc.), ecco l'introduzione del reato di clandestinità, il giro di vite sui cittadini europei di nazionalità rumena e sui Rom. Tutti da espellere. Per non parlare del periodo massimo di 18 mesi nei Cpt, una misura «europea» fortissimamente voluta dal commissario Frattini.
Se davvero le misure annunciate fossero queste, il sistema poliziesco-carcerario esploderebbe in poco tempo. Per cominciare, chi sono i «clandestini»? Forse, sconosciuti piovuti dal cielo, giunti in Italia nelle stive delle navi mercantili o nelle toilette dei treni? No, semplicemente quelli, in grandissima maggioranza conosciuti, divenuti irregolari perché hanno perso il permesso di soggiorno o perché non hanno ottenuto asilo. Gente che era regolare e oggi non lo è più, oppure lo è ancora ma domani potrebbe non esserlo. Quindi, un numero enorme, fluttuante, variabile. Espellere davvero tutti costoro vorrebbe mettere sulle loro tracce tutte le forze di polizia, distogliendole da altri compiti. Riempire le prigioni che oggi scoppiano esattamente come prima dell'indulto, oppure moltiplicare per dieci i Cpt. Insomma creare una sorta di universo concentrazionario in un clima di paranoia e di terrore tra i migranti. Dubitiamo che persino un governo in cui sono ministri Calderoli, Bossi e Maroni creda davvero a questa storia. A meno che, come sembra più probabile, le misure abbiano il semplice senso, una volta di più, di terrorizzare gli stranieri perché lavorino senza alzare la testa, si facciano vedere il meno possibile tra noi e non avanzino la richiesta di alcun diritto.
E i romeni? A parte il fatto che la sospensione del trattato di Schengen è ammessa solo per periodi limitati, e quindi la chiusura delle frontiere solo a loro è poco più di una barzelletta, come la prenderà il governo di Bucarest? A tutti quelli che straparlano di espulsioni bisognerebbe ricordare che le imprese italiane prosperano in Romania, e che quindi eventuali e possibili misure di ritorsione colpirebbero proprio quella piccola impresa del nord est che ha colonizzato intere province rumene alla ricerca di lavoro a basso costo.
E i rom? A parte quelli bosniaci o serbi, per i rom di nazionalità rumena valgono le stesse considerazioni. Se davvero l'Italia cominciasse a rastrellarli e a espellerli, anche il resto dell'Ue avrebbe molto da dire. A meno che i funzionari dei Ministeri degli interni e degli esteri non facciano rinsavire i nostri brillanti statisti, è inevitabile che il governo vada in cerca di guai internazionali.
Ma questa non è una consolazione per nessuno. La verità probabile è che tutte queste misure (o una loro versione più edulcorata), anche se in gran parte inattuali o inattuabili, provocheranno una lesione virtuale e reale dei diritti umani per centinaia di migliaia di persone, che saranno alla mercé della polizia ogni volta che l'opinione pubblica si sentirà in preda al panico. La vita già precaria degli stranieri sarà sotto un'incessante minaccia di carcerazione e di espulsione. E mentre Gheddafi userà i migranti per estorcere più denaro, o magari la famosa autostrada costiera, al governo italiano, nessuno osa immaginare che ne sarà di quelli che arrivano a Lampedusa o Agrigento. Su questa stretta che si annuncia, chissà che farà il governo ombra o Di Pietro. Visto come il Pd ha impostato la campagna elettorale, quella che temiamo è proprio la collaborazione.

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