sabato 6 settembre 2008

NONOSTANTE LA CORDATA ITALIANA...ALLA FINE ARRIVANO I GALLI!!!

la cordata italiana...



e alla fine arrivano i Galli ?!



Air France non molla Alitalia
"Vorremmo la maggioranza"

ROMA - Sacconi esclude che Air France possa arrivare ad avere la maggioranza della nuova Alitalia. Tremonti è prudentissimo, e dice che del Piano Fenice e dei futuri, possibili rapporti con i francesi parlerà mercoledì in Parlamento.

Ma Parigi travolge il canovaccio di tutele e prudenze e reticenze italiane. E da fonti vicine alla compagnia franco-olandese trapela che l'intenzione reale è quella di controllare Alitalia tra cinque anni, quando scade il divieto di cessione delle quote da parte dei soci Cai. "In linea teorica - dicono dalla Francia - vorremmo avere il controllo di maggioranza. Ma, per il momento, siamo disposti anche ad entrare in pista con il 10-20%".

Questa quota di minoranza sarebbe quella che, secondo il quotidiano economico francese La Tribune, la Cai è disposta a concedere da subito a un partner straniero. Quindi, anche a Klm-Air France. In campo, come ha precisato il ministro Sacconi, ci sono anche altre offerte straniere, anche British e Lufthansa. E soprattutto, in campo ci sono le incognite sulla proprietà a medio termine. Con i sindacati, per esempio, che temono un passaggio di mano e di nazionalità della quota di maggioranza. Nella riunione di ieri, non a caso, il leader della Cisl Raffaele Bonanni ha chiesto "clausole di salvaguardia precise per impedire eventuali scalate da parte dei necessari ed importanti partner internazionali".

Il partner straniero. Il suo ingresso e con quale posizione è dall'inizio la vera questione di tutta l'operazione Alitalia. Il punto d'onore del governo Berlusconi che in campagna elettorale si mosse per far saltare il tavolo di vendita con Air France già allestito dal governo Prodi e ha fatto dell'italianità della compagnia l'obiettivo di tutta l'operazione. La Cai e i suoi capitani coraggiosi sono molto reticenti sul punto. Forse anche per questo non è stato consegnato ai sindacati il piano industriale del Progetto Fenice, il rilancio cioè di Alitalia. E comunque, dicono da giorni i sindacati in blocco, "il progetto sembra andare nella direzione di una compagnia molto forte sul mercato nazionale, debole su quello intercontinentale e quindi pronta a diventare succursale locale di un network globale internazionale". Come uno dei tre colossi Air France-Klm, British e Lufthansa.

Indiscrezioni, smentite e garanzie. La girandola di voci, che si era fermata per qualche giorno, è ripartita stamani con un articolo su La Tribune. Secondo il quotidiano economico francese molto legato all'industria, "prima ci sarebbe l'acquisto di un 10-20% nella newco Alitalia. Poi nel 2013 la possibilità, per AF di prendere la maggioranza del capitale". La proposta, si spiega, "sarebbe stata formulata in segreto alla compagnia franco-olandese dai dirigenti di Intesa Sanpaolo lo scorso 27 agosto".

Immediata la raffica di smentite. "Ricostruzione del tutto priva di fondamento" dice un portavoce di Intesa-Sanpaolo". Ancora più netto il ministro Sacconi: "Escludo l'ipotesi secondo la quale Air France diventi socio di maggioranza della nuova compagnia aerea nel 2013". Solo che in serata non è più solo La Tribune a parlare dell'accordo. C'è anche l'agenzia di stanmpa francese Afp. E un altro ministro, questa volta Tremonti che con il Tesoro detiene il 49 per cento di Alitalia, non smentisce e rinvia a mercoledì, in una sede istituzionale come il Parlamento, ogni chiarimento. Mercoledì, un giorno prima della pretesa chiusura dell'accordo con le parti.

Fassino (Pd): "Governo e Intesa facciano chiarezza". Le indiscrezioni su Air France riaccendono anche il dibattito politico. Piero Fassino si augura che "l'ipotesi venga smentita o quanto meno ridimensionata. Se fosse confermata significa che questa soluzione messa in campo oggi è puramente transitoria e che in realtà è un ponte per arrivare a un trasferimento di Alitalia ad Air France, ma a condizioni molto più onerose di quelle contrattate solo qualche mese fa". L'esponente del Pd punta il dito contro "i privati della cordata Cai" e il possibile conflitto di interessi: "Ci sono imprenditori che hanno
interessi nel settore autostrade come in quello degli investimenti immobiliari per l'Expo 2015. Ho capito che il conflitto di interessi, in Italia, non è di grande presa, ma mi sembra che stiamo esagerando". Sugli interessi dei privati attaccano anche D'Alema e Casini (Udc). Scettici i sindacati, per cui il confronto sul piano in realtà non è mai partito. Più possibilisti Cisl e Uil. Anche se proprio Bonanni è stato il più categorico nel pretendere garanzie contro la cessione di Alitalia a stranieri. Ora e tra cinque anni.

(5 settembre 2008) tratto da repubblica.it

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