venerdì 11 luglio 2008

O.K. IL PREZZO E' GIUSTO!



QUANTO COSTA UN'INTERCETTAZIONE
di Gilberto Muraro 08.07.2008


Per giustificare severe restrizioni alle intercettazioni telefoniche si cita anche il loro costo, che sarebbe di 400 milioni l'anno. Ma rischia di essere un argomento fuorviante. Perché pur senza imporre la prestazione gratuita alle società telefoniche nell'ambito della concessione ricevuta, si può ridurre il costo reale dell'intercettazione. Attraverso una radicale riorganizzazione del servizio e la creazione di un sistema nazionale, con un unico software, procedure uniformi e pagamenti accentrati. Si può arrivare a un risparmio del 60 per cento delle spese attuali.

Discutere oggi di intercettazioni telefoniche è maneggiare un esplosivo. Ma occorre avvertire che si rischia di decidere sulla base di erronee valutazioni. Non si discutono qui gli aspetti strettamente giudiziari, anche perché a chi scrive appaiono addirittura ovvi: ovvio che le intercettazioni sono uno strumento potente e a volte insostituibile di indagine, specie se si ricorda che in Italia l’economia criminale rappresenta una quota non trascurabile del Pil, non meno del 10 per cento, secondo le stime più accreditate, e rimane diffusa la criminalità amministrativa, corruzione e concussione in primis. Ovvio , quindi, che la loro abolizione significherebbe indebolire gravemente la capacità istruttoria. Ovvio, poi, che le intercettazioni devono riguardare sospetti di reati di elevato rilievo penale. Ovvio, infine, che la loro pubblicazione non autorizzata è una manifestazione intollerabile di inciviltà giuridica, da perseguire duramente, specialmente quando incida senza necessità sulla sfera privata. Ma se ci si limitasse a questo, si concluderebbe con una disciplina più attenta delle procedure e una più dura punizione degli abusi. In realtà, si prospettano restrizioni così severe, da comportare quasi l’annullamento delle intercettazioni. E come giustificazione aggiuntiva o addirittura determinante, si sottolinea con forza il loro costo: sarebbe dell’ordine di 400 milioni di euro all’anno, ossia un importo molto elevato in assoluto e del tutto insopportabile, si dice, quando si considerino le ristrettezze finanziarie che caratterizzano l’apparato giudiziario e che concorrono a determinare il triste primato italiano dei processi interminabili.

COME RIDURRE I COSTI

Orbene, fatta salva la libertà di ciascuno, in Parlamento e nel paese, di giudicare come vuole gli aspetti etici e giuridici del problema e di decidere di conseguenza, occorre dire che l’argomento dei costi rischia di essere fuorviante. Rappresenta solo una mezza verità e non giustifica affatto l’anzidetta conclusione. Perché è vero che i costi sono elevati, ma è anche vero che si possono fortemente ridurre. Non occorre arrivare a imporre la prestazione gratuita alle società telefoniche nell’ambito della concessione ricevuta, come era stato suggerito tempo fa dalla seconda Commissione del Senato, prendendo spunto da alcune esperienze estere. Simile prospettiva ha un indubbio fascino. Ma appare anche rispettabile la posizione di chi preferisce che i costi delle operazioni siano sempre evidenziati, per due motivi: per prendere decisioni corrette sulla convenienza degli interventi pubblici e per evitare che una prestazione gratuita imposta dallo Stato alla concessionaria abbia come contrappeso un favore elargito alla stessa società su altro fronte, rendendo opaco tutto il quadro dei delicati rapporti tra controllore e controllata.
Senza prendere posizione al riguardo, va sottolineato che in ogni caso si può e si deve ridurre proprio il costo reale delle intercettazioni attraverso una radicale riorganizzazione del servizio. Si tratta di creare un sistema nazionale, di rifare quindi tutti i contratti in essere e di prevedere un unico software e procedure uniformi, di accentrare i pagamenti e soprattutto di stabilire che questi basata sulla fatturazione di un forfait giornaliero e non più sulla fatturazione della singola intercettazione, con una spesa contabile folle, che vede molti addetti gestire oltre 200mila fatture all’anno.
In questa direzione, si era già orientato il governo Prodi, anche sulla scorta delle prime indicazioni avanzate dalla Commissione tecnica per la finanza pubblica, che stimava possibile un risparmio addirittura superiore al 60 per cento delle spese attuali. Soppressa dal nuovo governo la Commissione, non è il caso di sopprimerne le raccomandazioni senza discuterle.

tratto da lavoce.info

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